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Itaewon Class

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view post Posted on 4/2/2020, 15:27     +1   -1
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Itaewon Class

Itaewon-Class-04


Titolo: 이태원 클라쓰 / Itaewon Kkeulasseu
Genere: Romantico,Vendetta
Episodi: 16
Emittente Televisiva: jTBC
In Onda: dal 31 Gennaio al 21 Marzo 2020
Slot: Venerdì e Sabato alle 22:50


Sottotitoli in italiano ufficiali disponibili su Netflix, pertanto, essendo il drama licensed in Italia, vi chiediamo di non fare richiesta di download né qui né nel topic apposito.


CAST
Park Seo-Joon: Park Sae-Ro-Yi
Kim Da-Mi: Jo Yi-Seo
Yoo Jae-Myung: Jang Dae-Hee
Kwon Na-Ra: Oh Soo-A
Kim Dong-Hee: Jang Geun-Soo
Ahn Bo-Hyun: Jang Geun-Won

TRAMA
Il primo giorno di scuola al liceo, Park Sae-Ro-Yi , prende a pugni il suo compagno di classe Jang Geun-Won, che stava bullizzando un altro compagno di classe. Il bullo è il figlio del CEO Jang Dae-Hee che gestisce Jagga, un ristorante dove lavora il padre di Park Sae-Ro-Yi. Il CEO Jang Dae-Hee chiede a Park Sae-Ro-Yi di scusarsi con suo figlio, ma Park Sae-Ro-Yi rifiuta. A causa del suo rifiuto, Park Sae-Ro-Yi viene espulso da scuola e suo padre viene licenziato dal suo lavoro. Presto si verifica un incidente. Il padre di Park Sae-Ro-Yi muore in un incidente in moto causato dal suo ex compagno di classe Jang Geun-Won.Park Sae-Ro-Yi pieno di rabbia picchia ferocemente Jang Geun-Won,viene arrestato ed è condannato per assalto violento.Park Sae-Ro-Yi decide di distruggere la società Jagga e vendicarsi del CEO Jang Dae-Hee e di suo figlio Jang Geun-Won.Uscito dalla prigione , Park Sae-Ro-Yi, apre un ristorante a Itaewon, Seoul. Jo Yi-Seo che è famoso sui social media, si unisce al ristorante Park Sae-Ro-Yi e lavora lì come manager. Ha dei sentimenti per Park Sae-Ro-Yi.

Video



Edited by Luci forever - 30/3/2020, 10:25
 
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view post Posted on 4/2/2020, 15:52     +1   -1
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Unito agli altri due :gnegne:
 
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view post Posted on 17/4/2020, 19:16     +1   -1
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Lo sto guardando su netflix, l'ho iniziato sta mattina e sono già alla quinta puntata, l'ho iniziato perchè con questo attore mi è sempre rimasto un dubbio, ai tempi di fight my way non mi piaceva assieme assieme alla protagonista quindi ho sempre voluto vederlo in qualcos'altro; in compenso qui invece lei mi piace da morire, sembra una pulce di un metro e qualcosa che riesce a gestire ogni situazione e a farmi morire dal ridere. Sono molto speranzosa!
 
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view post Posted on 19/4/2020, 09:59     +2   +1   -1
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Passo per un commento finale veloce, ragazze guardatelo perchè è un piccola perla! Non ho sentito quasi nessuno parlarne ma a me è piaciuto moltissimo! Sono una totale fan di yi seo! La amo, è il tipo di protagonista che mi fa morire dalle risate e mi fa anche un po' sciogliere, rimane fedele a se stessa, porta avanti le sue idee, lotta per la persona che ama, cerca di aiutarlo e non essergli un peso. C'è uno spezzone che mi ha fatto quasi venire le lacrime in cui spiega alla sua "nemica" proprio ciò.
"Sei veramente egoista sai, mentre tu gli chiedi di lottare per te, io lotto con lui, mentre tu gli chiedi di distruggere la jangga io la distruggo per lui."
Da questo momento per me è stato amore, e ho iniziato a godermi veramente le puntate perchè ho capito che lei mi avrebbe dato un sacco di soddisfazioni, e così è stato!

Si toccano temi scottanti: transgender, razzismo, etc e tutto è stato fatto in un modo molto carino, delicato, con pochi buonismi. Mi è piaciuto molto il fatto che i personaggi non si sono preoccupati di essere accettati dagli altri ma hanno imparato ad accettare se stessi. Hanno avuto tutti quanti una crescita e quando si arriva alla fine è inevitabile volergli bene, mi sono proprio affezionata :amor:

Lo promuovo a pieni voti e lo consiglio assolutamente!
 
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view post Posted on 11/5/2020, 18:33     +1   -1
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Siate felici e se qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non vi scordate della felicità.

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Ho iniziato a vedere questo drama senza sapere NULLA sulla trama, fidandomi della presenza di Park Seo Joon che apprezzo particolarmente, aspettandomi un qualcosa di totalmente diverso rispetto a quello che mi sono poi trovata a vedere.
Che dire.
Ho amato TUTTO.
Da tempo un drama non mi prendeva così profondamente sin dal primo episodio, l'ho letteralmente divorato.
Ho trovato tutto molto interessante, ogni personaggio ben caratterizzato.
Quelli "cattivi" poi davvero sanno innervosirti (ottimo lavoro),
soprattutto Janga Junior XD


Per quanto riguarda il finale lascio la mia opinione in spoiler:
Io ho da sempre sostenuto YiSeo che a differenza di SooA ha davvero dato se stessa per la felicità di Saeroyi.
SooA incarna, a mio parere, la donna che vuole realizzarsi e che mette se stessa prima di ogni altra cosa, mentre YiSeo è sì una donna realizzata ma che scende a compromessi con se stessa per fare la propria ed altrui fortuna.
SooA, per fare carriera e vendicare il padre di Saeroyi, ha praticamente sacrificato il suo amore.
Però una cosa non capisco:
Tutti alla Janga sapevano che lei era sua amica, ad inizio drama addirittura partecipava alle riunioni del DanBam nonostante fosse la concorrenza, quindi avrebbe comunque potuto gestire meglio la cosa.
Invece, quando la vediamo dopo che sono passati 5 anni, lei è più distante che mai, sappiamo che non si fa vedere spesso.
Voglio dire, ha anche lasciato il campo libero a YiSeo che invece è stata al fianco del ragazzo a qualunque costo.
Quindi, sinceramente, ho molto apprezzato che Saeroyi sia finito con YiSeo, perchè lei ha davvero lottato da principio per il suo amore.

Poi sul finale tanto discusso di SooA con lo chef:
Secondo me è stato solo un pretesto per far fare il cameo a Park Bogum (ho urlato quando l'ho visto) , non l'ho trovato in linea con il suo personaggio.
Tutto il drama che doveva diventare una donna di successo.. E finisce con l'aprire un bar?
Non so, mi ha un po' delusa.


Vi consiglio davvero di dare una possibilità a questo drama, e se posso consigliarvi non documentatevi troppo a riguardo neppure voi, non ve ne pentirete!

Edited by sasith__ - 18/5/2020, 12:12
 
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view post Posted on 18/5/2020, 20:59     +1   -1
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Sono arrivata all'episodio 13.
La storia si fa guardare e la musica è azzeccata (Non conosco il coreano, altrimenti canticchierei la sigla).
Ho dei problemi coi personaggi.
Il protagonista nella prima puntata mi dava l'idea di una specie di Forrest Gump, il tonto dal cuore d'oro. Ma no, perché poi ci mostrano che in prigione studia, e dimostra di sapere di cosa si tratta quando si parla di contabilità. Quindi ogni volta mi trovo spiazzata dalle scelte che fa. Per esempio: perché dovrebbe assumere come manager Yi Seo, che non ha alcuna esperienza sul campo? A parte la frequentazione dei locali...
Yi Seo non a riesco ad apprezzarla per il suo problema, non è colpa sua se è sociopatica, ma quasi ogni volta che apre bocca mi sento ferita io insieme a chi le sta vicino.
Per finire la trilogia, arriviamo a Soo Ah, la donna che tiene il piede in 3 scarpe: JAngga, Saeroyi e soprattutto, la sua! poi vogliamo parlare del nervoso che mi fa venire ogni volta che compare durante le riunioni del Dan BAm?

Parlando degli amori (o presunti tali) di questa serie, ecco un'altra cosa che non mi ha convinto affatto:
non ce n'è uno che abbia un senso ... Saeroyi al primo incontro con Soo Ah resta colpito in negativo, tanto che manco le vuole parlare quando la reincontra. Però dopo che la aiuta a raggiungere in tempo l'esame per l'università,
misteriosamente improvvisamente si innamora di lei, e resta così per anni e anni... mah
Altrettanto improvviso è quello di Yi Seo. E tra l'altro così fondamentale da farle compiere una scelta di vita. Anche quelli dei fratelli Jang. Non sono caratterizzati e io non ho capito perché queste persone si sono innamorate O sono tutti colpi di fulmine?
.

Secondo me la storia avrebbe acquistato punti solo basandosi sulla vendetta e l'amicizia del gruppo del Dan Bam.

A risentirci alla fine con altre considerazioni
 
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view post Posted on 18/5/2020, 21:26     +1   -1
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Siate felici e se qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non vi scordate della felicità.

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CITAZIONE (bliss9876 @ 18/5/2020, 21:59) 
Sono arrivata all'episodio 13.
La storia si fa guardare e la musica è azzeccata (Non conosco il coreano, altrimenti canticchierei la sigla).
Ho dei problemi coi personaggi.
Il protagonista nella prima puntata mi dava l'idea di una specie di Forrest Gump, il tonto dal cuore d'oro. Ma no, perché poi ci mostrano che in prigione studia, e dimostra di sapere di cosa si tratta quando si parla di contabilità. Quindi ogni volta mi trovo spiazzata dalle scelte che fa. Per esempio: perché dovrebbe assumere come manager Yi Seo, che non ha alcuna esperienza sul campo? A parte la frequentazione dei locali...
Yi Seo non a riesco ad apprezzarla per il suo problema, non è colpa sua se è sociopatica, ma quasi ogni volta che apre bocca mi sento ferita io insieme a chi le sta vicino.
Per finire la trilogia, arriviamo a Soo Ah, la donna che tiene il piede in 3 scarpe: JAngga, Saeroyi e soprattutto, la sua! poi vogliamo parlare del nervoso che mi fa venire ogni volta che compare durante le riunioni del Dan BAm?

Parlando degli amori (o presunti tali) di questa serie, ecco un'altra cosa che non mi ha convinto affatto:
non ce n'è uno che abbia un senso ... Saeroyi al primo incontro con Soo Ah resta colpito in negativo, tanto che manco le vuole parlare quando la reincontra. Però dopo che la aiuta a raggiungere in tempo l'esame per l'università,
misteriosamente improvvisamente si innamora di lei, e resta così per anni e anni... mah
Altrettanto improvviso è quello di Yi Seo. E tra l'altro così fondamentale da farle compiere una scelta di vita. Anche quelli dei fratelli Jang. Non sono caratterizzati e io non ho capito perché queste persone si sono innamorate O sono tutti colpi di fulmine?
.

Secondo me la storia avrebbe acquistato punti solo basandosi sulla vendetta e l'amicizia del gruppo del Dan Bam.

A risentirci alla fine con altre considerazioni

Saeroyi fa una buona evoluzione nei primi personaggi, visto che di aspetto non cambia molto lo noti piuttosto dai modi di fare, si inspessisce, diventa un pelo più duro, ma solo a sintomo di una crescita emotiva e personale secondo me dopo tutto quello che ha passato
(anche perchè si è anche fatto il culetto quadrato sui vari pescherecci per racimolare soldi come dice a Yiseo quando lei gli chiede della cicatrice

Poi secondo me scegli Yiseo come manager sia perchè sa cosa va di moda, cosa attira clienti (quindi può prendere buone scelte per il successo del locale) sia perchè comunque lei è molto popolare sui social quindi attira gente!
Per quanto riguarda poi lei e SooAh
Sinceramente io ho visto un buon miglioramento nel carattere di Yiseo perchè Saeroyi la guida e le fa capire i suoi errori, l'aiuta nell'ammettere i suoi sbagli.
Soo Ah invece. Dio mio. Non la sopportavo.
Non so se sei arrivata a quello che per me è stato l'apice della non sopportazione nei suoi confronti, la parola chiave è PIANTINA.
Poi mamma mia quanto ti ho capita quando hai detto che non la sopporti quando è presente alle riunioni del Dan Bam!
Io sempre lì ad urlare al pc perchè non ne capivo il senso!
Non solo perchè lavora per la Janga ma perchè riferisce tutto al suo capo! Cioè stesse lì in silenzio ok ma fa la spia!


Per quanto invece riguarda le questioni amorose:
C'è un punto in cui Saeroyi spiega perchè si è innamorato di Soo Ah, non so se ci sei arrivata!
Io piuttosto non capisco lei che non fa nulla per lui.
Cioè è buona solo a dire a Yiseo "tanto a lui piaccio io!" mamma mia che urto!
Per quanto invece riguarda proprio Yi Seo vengono date delle spiegazioni ma ora non ricordo bene quando quindi non voglio farti spoiler, ti dirò quella che è la mia idea: io il suo amore l'ho capito ed è stato graduale, cosa che ho apprezzato tantissimo.
Lei è rimasta incuriosita da questo ragazzo di buon cuore che continuava comunque a preoccuparsi per lei (vedi quando lo incontra che la difende dalla mamma, l'incidente in motorino, nel bagno con il tipo violent etc), poi si rende conto di avere una cotta e solo dopo, quando soffre nel sentire della sua sofferenza capisce allora che quel sentimento era amore.
E la sua crescita la vediamo "documentata" in ogni suo incontro con Soo Ah, dove lei cambia intensità ogni volta.
Secondo me lei decide di lavorare per lui sia per stare vicina a lui sia perchè a lei non cambiava poi nulla, era come un "gioco".
Yiseo secondo me è uno di quei personaggi con uno sviluppo maggiore, forse perchè la conosciamo 19enne e la vediamo crescere.

Invece penso che quelli dei fratelli Janga siano infatuazioni scolastiche rimaste nel tempo.
Entrambi continuano a vedere le loro cotte e pensano di poterle conquistare con i soldi...


Per il resto io ho trovato tutto molto lineare, nel senso, non ho trovato che il lato amoroso prevalesse su quello di amicizia o vendetta (anche perchè a volte il signor Janga si spara dei trip in monologhi che vi prego fermatelo :gnegne: )
[/SPOILER]
 
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view post Posted on 24/5/2020, 16:50     +1   -1
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Finito da un pò. Considerazioni finali.
Valutazione per me sufficiente, perchè come ho scritto prima, l'ho guardato tutto fino alla fine (anche se ci sono momenti che per il nervoso avrei preso a badilate in faccia qualche personaggio...), alla fine di alcune puntate specialmente nella prima parte, accadeva qualcosa di nuovo che mi incuriosiva e mi spingeva a voler scoprire cosa sarebbe successo in seguito.
Confermo che non ho apprezzato i personaggi principali e anche alcuni tra i secondari. Ho apprezzato Hyun Yi e Seung Kwon (si scrivono così?), peccato che le loro personalità ed evoluzioni non si sono viste molto nella storia..
Interessante anche Guen Soo, salvo poi
la svolta che l'autore ha dato al suo personaggio


Il personaggio di Yi Seo alla fine cresce un pochino, ma mi resta sempre impossibile empatizzare con lei .OLtre a quello che avevo già scritto prima aggiungo
quello che dice a Guen Soo, dove praticamente lo spinge a tornare dal padre e dare una svolta in negativo alla storia, alla fuga finale dopo il rapimento quando molla sempre Guen Soo da solo contro 3-4 rapitori dopo aver finto di voler combattere..
.
D'accordo che Guen Soo si dimostra debole e non dovrebbe farsi influenzare troppo da quello che gli dicono (o fanno credere) gli altri, ma questo suo appoggiarsi agli altri è anche il motivo che lo aveva avvicinato in partenza a Saeroyi e che lo poteva rendere una persona migliore.

Per quanto riguarda Saeroyi mi spiace ma la vicenda romantica
con Yi Seo non mi ha coinvolto e convinto. Possono anche ripetermelo all'infinito che lui era innamorato da anni, ma io ho visto solo stima (a volte pure mal riposta) e considerazione, amicizia se volete, ma amore no
.
Questa svolta tra l'altro è anche il motivo per cui alla fine col capo Jangga alla fine Saeroy
si inginocchia. E visto che mai prima di allora si era piegato, il momento dovrebbe essere fondamentale. Peccato che io non ho creduto a quello che ci stava dietro
.
Soo Ah: si conferma che l'amore di Saeroyi era dato sempre per scontato, mi ha dato sui nervi prima della fine quando si confronta con Saeroyi e addirittura lo accusa
di non aver mai scelto di lasciar perdere la storia della rivalsa sulla Jangga per scegliere lei... ma da che pulpito viene un'accusa di non aver fatto una scelta!!! Bastava che 1) tanto per cambiare avesse detto a sto povero cristo una volta che anche a lei piaceva lui -perchè Saeroyi avrebbe dovuto mollare tutto quando sembra sempre che per lei sia solo un amico??? 2) quello che ha fatto alla fine lo avesse fatto qualche annetto prima!!! o se per caso non aveva ancora prove necessarie, si dimettesse comunque e si trovase un lavoro da altra parte, in modo di non stare sempre nel mezzo del conflitto


Altri momenti della storia per me non convincenti, in ordine sparso:
1)le scuse finali fintissime del capo JAngga con la sua richiesta di perdono in ginocchio... mah, oltre a non sembrarmi vere, le ho trovate anche un momento inutile, proprio perchè non sincere.
2) Mi spiegate perchè Hyun Yi non sa cucinare, viene assunta come cuoca (vabbè sorvoliamo!) e per farla migliorare, anzichè ricevere i consigli o le dritte di Saeroyi - visto che lui ci sa fare - come logica vorrebbe, si ricorre ai tentativi ripetuti con Yi Seo che deve fare l'assaggiatrice???? e in che modo questo migliora la conoscenza di Hyun Yi???
3) poi da cuoca accettabile ovviamente passiamo a vincitrice di ogni gara di cucina...
4) credo puntata 12, l'investimento esterno che viene accettato da Saeroyi solo perchè Yi Seo dice di farlo... ma dico, pure io sentivo odore di trappola da lontano un miglio...
5) altra perla di Soo Ah, quando riprende Guen Soo non ricordo per che motivo quando è già passato alla Jangga (forse dopo la faccenda Hyun Yi?), ma detto da lei...
6) perchè tutti credono al capo Jangga quando in diretta su tutti gli schermi scarica la colpa di incidente e quello che segue sul figlio maggiore, senza che a nessuno venga il dubbio che lo ha coperto lui??? chi è che ha il potere???


Ho scritto quello che ricordo al momento, sicuramente c'era altro

Ecco dimenticavo, nella parte finale
Saeroyi investito dall'auto va in coma (tanto che "incontra" pure il padre), ma poi appena sveglio, dopo lo sfogo di pianto è in forma strepitosa e salta fuori dal letto vispo più che mai (!!!!!) per precipitarsi a salvare Yi Seo... e poi vogliamo dire dei 10 minuti che passano quando la trova , e in teoria ci sono i cattivoni alle calcagna che non arrivano mai??? quasi quasi arriva prima la polizia ... ma dai, vi sembra credibile come momento delle lunghe confessioni questo???
 
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view post Posted on 11/7/2020, 21:50     +1   -1
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<<così è la vita. Puoi superare tutto finché sei vivo. Dico davvero.>>

Avevo alte aspettative per questo drama e volevo vederlo da molto principalmente per:

• la tematica realistica
• il fatto di concentrarsi sopratutto sui problemi della società contemporanea
• (ultimo ma non meno importante) Park Seo Joon di nuovo in versione underdog. Probabilmente è una cosa bruttissima da dire a proposito di un attore ma questo ruolo lo interpreta sempre divinamente; gli sta a pennello, quasi gli fosse stato cucito su misura da un sarto d'eccezione. Interpretava il ruolo dell'eroe emarginato, povero, in cerca di giustizia e di vendetta nel primo drama che guardai, Hwarang, uno spadaccino e lottatore formidabile senza nome che tutti chiamano Ggae Sae (cane -uccello) quasi fosse uscito da un film di Akira Kurosawa; ed il medesimo ruolo, in tempi moderni, lo interpreta in questo drama. Per me il rivoluzionario coreano ha la faccia di Park Seo Joon, ormai. Ecco perché non mi sono azzardata a guardare, per esempio, What's Wrong With Secretary Kim? dove l'attore non poteva interpretare ruolo più distante: un chaebol ricco e strafottente. Per me è quasi fosse stato tradimento! :gnegne: Capisco benissimo che per un attore venir scelti per interpretare sempre il medesimo, fisso ruolo corrisponde alla morte stessa della loro Arte; ma è anche vero che in un ruolo così distante da quello col quale mi ha così affascinata, io Park Seo Joon non riesco proprio a vedercelo. In buona sostanza, dove ci sarà un Park Seo Joon nei panni dell'ultimo in cerca di giustizia, ci sarò io.



UN DRAMA COREANO CHE PARLA DELLA/ALLA COREA


Se dovessi dare un sottotitolo a questo drama sarebbe: Itaewon Class: A Korean Story proprio per il raro pregio di essere così intrinsecamente e spiccatamente pregno della cultura di quel paese, tanto da risultare estremamente ostico per farne un remake. Certo, tante cose che si vedono nel drama rispecchiano quel detto “tutto il mondo è paese”; accadono cose che succedono un po' dappertutto (specialmente ora in questa economia iper–globalizzata), ma fondamentalmente, proprio come accadeva in quella Storia Tokyota di Ozuniana memoria, Itaewon Class ci racconta di una Coreanità squisitamente tale, non replicabile cioè da nessun'altra parte. Non si nasconde Itaewon Class, non si mimetizza con quel mondo occidentale al quale, alla fine, non appartiene ma mostra fiero e con fermezza la sua particolare cultura, i suoi usi e costumi (come apogeo di ciò potrebbe esserci la scena del padre che insegna a bere al figlio, Saeroyi.), la sua società – non ha paura a mostrarne i lati oscuri e sgradevoli.
Per questo consiglio caldamente la visione di >>> QUESTO <<< video, una recensione del drama fatta da un duo di Youtuber (questo è stata fatta da uno dei due) coreano-americani e che perciò, (anche tramite la loro perfetta conoscenza dell'inglese), si propongono di fare da “ponte” tra la (nostra) cultura occidentale e quella (loro) d'origine. La prima metà del video si sofferma sul protagonista silenzioso di questo drama, il quartiere di Itaewon, prima facendo un po' di storia e raccontandoci come mai questo distretto sia così particolare e pieno di stranieri (a differenza del resto di Seoul e, ovviamente, di tutta la Sud Corea), poi raccontandoci (e, in caso, anche andando a visitare di persona) i vari luoghi che vengono mostrati nel drama, infine intervistando un amico anche lui proprietario di un pub in Itaewon il quale racconta – e condivide con quanto mostrato nel drama – i vari problemi che sorgono nel gestire un business proprio in questo quartiere particolare. La seconda parte, invece, si concentra sui diversi aspetti sociali e culturali del paese che vengono via via nell'opera mostrati e che, per forza di cose, potrebbero essere di difficile comprensione per uno spettatore occidentale. Questa seconda parte è particolarmente interessante; lo stesso autore del video dichiara che questo drama: “Parla di varie questioni inerenti al Paese che di solito si cerca di nascondere al mondo esterno”. Quindi ASSOLUTAMENTE consigliato, almeno DOPO aver visto il drama: aiuterà sicuramente nella comprensione dell'opera, là dove alcuni punti potrebbero esser rimasti oscuri. Non so invece se consigliarlo PRIMA della visione effettiva: è vero che sono presenti qualche spoilers ma non sono comunque degli spoilers importanti che possono rovinare qualche colpo di scena nodale per la trama dell'opera; tuttavia non può essere negato che, seppur piccolo, qualcosa venga anticipato. D'altra parte però, proprio perché non avete ancora visto il drama, i vari nomi e volti che sono presenti nel video ve li scorderete quasi sicuramente (come successe a me) potendovi concentrare esclusivamente solo sull'argomento trattato e facendo sì che, quando inizierete il drama, vi sembrerà di non aver mai visto i personaggi. Personalmente vidi questa recensione PRIMA di vedere il drama e, su di me, agii come fattore decisivo che mi convinse a scegliere di vederlo; prima non riuscivo a capire se fosse veramente un drama serio oppure fosse un drama sulla cucina oppure qualcos'altro ancora......con questo video capii finalmente l'argomento della narrazione e me ne innamorai istantaneamente. Quindi consiglio anche a chi non ha ancora visto il drama di non scartare questo video a pie' pari: potrebbe essere il fattore decisivo anche per voi!

– – – PERSONAGGI – – –


Il compendio generale della trama è già stato fatto ad inizio topic perciò non lo menzionerò di nuovo; invece quello che voglio fare è focalizzarmi sui personaggi perché come disse lo stesso autore del fumetto ed allo stesso tempo sceneggiatore del drama (questo drama infatti ha creato un precedente: per la prima volta in assoluto, lo sceneggiatore del drama e l'autore del fumetto dal quale il drama è tratto sono la stessa persona.) Jo Gwang Jin alla conferenza stampa: “Il cast ha già menzionato i personaggi [come elemento originale cui lo spettatore deve prestare attenzione], ma il nostro drama è tutto basato sui personaggi. Col tempo, ogni personaggio si sistemerà [all'interno della narrazione] ed un nuovo strato si andrà ad aggiungere sopra il precedente e così via...”. Sono i personaggi a farla da padroni in questo drama, i quali facendo determinate scelte o muovendosi in una direzione piuttosto che in un'altra manderanno avanti la narrazione. Mi voglio soffermare sul gruppo del DanBam (단밤; notte dolce) –il locale di Saeroyi –perché questi, essendo una persona che non guarda certo ai risultati accademici o alle apparenze bensì alle virtù interiori ed alle reali capacità di ognuno, finirà con l'assumere individui tutti, chi per una ragione chi per un'altra, ai margini della società; quelli che non rientrano nel rigidissimo stampo che dovrebbe definire la così detta “persona media” nella società contemporanea e per questo ne sono tenuti con forza al di fuori. Quindi ecco che ogni personaggio che si unisce al DanBam diventa un simbolo; è incarnazione cioè di un problema, di un fallimento. Ma non un fallimento personale, ci mancherebbe altro, bensì UN FALLIMENTO SOCIALE; della società tutta. Ogni personaggio del gruppo principale rappresenta cioè uno o più vuoti che la società ha creato quando si è messa in mezzo con la sua ideologia fallace o, al contrario, quando si è del tutto tirata indietro venendo meno al contratto sociale tra politica e cittadini; gli stessi personaggi sono vittime di ciò. A parte Ma Hyun Yi e Kim Toni che saranno dall'inizio alla fine dei personaggi positivi, questo fallimento sociale non può creare che delle disfunzioni nei nostri personaggi, siano essi modi di agire o modi di pensare sbagliati; si vengono a creare, per così dire, dei “piccoli mostri” sia in potenza che in atto. Quello che voglio andare a scovare qui sono proprio questi “piccoli mostri” che giacciono dentro ad ognuno dei protagonisti.
Ultima cosa, intendo analizzare anche il personaggio di Oh Soo Ah –il primo amore di Saeroyi – che non lavora propriamente al DanBam ma che trovo un personaggio molto interessante e che rispetta le regole sovra citate; il protagonista invece, considerandolo un caso a parte, lo inserirò alla fine.

JO YI SEO


DOTT.SSA: “Di solito a cosa pensi prima di addormentarti?”
YI SEO: “Suonerà un po' strano …. penserà che sono pazza. Spero che …. il mondo finisca.”
DOTT.SSA: “Stai passando un brutto periodo?”
YI SEO: “Non proprio. Dovrei dire che la vita …. è un gran peso? Sembro davvero matta. Penserà che sia ridicolo che una ragazza giovane dica così.”
DOTT.SSA: “Tutti ci sentiamo così, ogni tanto. Quando ti capita, in particolare?”
YI SEO: “Mi sento sempre così. La vita è ripetitiva. E prevedibile. Studi molto per entrare all'università, poi devi lavorare sodo per incontrare un brav'uomo e sposarti. Tutti gli sforzi che devi fare …. Onestamente, tutti sanno come avere successo.”
DOTT.SSA: “<<come avere successo>>? E come si fa?”
YI SEO: “Basta solo …. lavorare come dei pazzi. Ma è un peso enorme.”


Fallimento dell'istituzione Scuola – Cattiva educazione genitoriale – Fallimento totale del settore sanitario di Salute Mentale – Fallimento della società contemporanea in quanto propagatrice di ideali e valori sbagliati ai giovani

Non c'è niente di peggio, e dico NIENTE, che appropriarsi della terminologia usata in ambito psichiatrico per capire effettivamente i sintomi e curare il paziente in causa, raffazzonarla alla meno peggio e fare (come avremmo detto al liceo) “lo psichiatra de' noi attri”. La ragazzina viene portata da uno psicologo dalla mamma dopo che, ad una gara sportiva indetta dalla scuola media da lei frequentata, durante una gara di corsa col testimone questa, pur di vincere, spinge la compagna che era davanti a lei facendola così cadere e riuscendo a vincere una vittoria immeritata. E' la Jo Yi Seo del presente a dirlo: “Ho un po' di problemi, alle medie ho anche fatto delle sedute di psicoterapia. Lo psicologo mi disse che c'è il 79% di probabilità che io sia una sociopatica”. Se mi fosse capitata una cosa del genere non so cosa avrei scelto: se inca**armi di brutto fino a rendere pelato il suddetto esperto, tipo MOMAS (“MO MA' ridai i'sordi STR**ZO”) oppure scegliere la strada sarcastica: “Mi scusi Signor Dottore perché, visto che ci siamo, non l'80%? Così facciamo cifra tonda!”. Scherzi a parte, rabbrividisco al solo pensiero di cosa una bambina delle medie, in un momento appunto così delicato e fragile della sua vita, possa provare al sentirsi pronunciare quelle parole. Io credo che venir bollata da un “esperto” come pazza sostanzialmente a 13 anni possa provocare svariate reazioni ma la prima ed universale credo sia sopratutto quella di CREDERCI, credere profondamente a quanto ci è stato detto; poi, in seguito, viene il momento di “stare al copione”: non mi è stato detto chiaramente che sono al di fuori della normalità? Allora che così sia, devo fare del mio meglio per seguire quanto detto. La sociopatia è una cosa seria, può implicare anche istinti omicidi senza che il soggetto si renda conto di stare sbagliando; insomma non è certo una cosa che si può capire così, alla volè e sopratutto non a quell'età così giovane! Invece il dottore parlandole in quel modo così fuori dal mondo, senza nessun tatto e, ripeto, sopratutto senza nessuna conoscenza della materia non ha fatto altro che “spianare la strada” alla ragazzina verso un comportamento ancor più maleducato ed egoista; in buona sostanza, io credo, in quel modo il dottore non ha fatto altro che darle un copione da seguire, non ha fatto altro che acuire i dubbi e le incertezze delle ragazzina verso sé stessa fino a farli diventare “certezze”; sì, ma certezze completamente falsate. È stato il dottore per primo a dirle “tu sei così”, in un momento in cui neanche la protagonista sapeva chi fosse veramente. A quel punto Yi Seo non ha potuto far altro che stare al gioco, seguire la strada già scritta per lei da qualcun altro. Oltretutto nel corso della storia si vede come quelli che la conoscono bene – primo fra tutti il suo miglior amico Geun Soo – la chiamino tranquillamente “sociopatica”. Come facevano a saperlo, se non glielo avesse detto lei?? Questo fa capire come la ragazza non ha fatto altro che dire a tutti di essere “sociopatica” appunto, in primo luogo perché è sempre stata lei stessa la prima a crederci: quella stupida, maledetta diagnosi di tanti anni fa, vediamo come ha continuato a condizionarla pesantemente fino al presente.
Non so, francamente, se questa fosse una cosa voluta o meno ma la vicenda del personaggio di Jo Yi Seo mette in luce un aspetto della società coreana raramente (per non dire mai) mostrato: quello della Salute Mentale. E questo drama riconferma quello che, alla luce dei bruttissimi eventi accaduti in questi ultimi anni nel mondo dell'intrattenimento, purtroppo sapevamo già: il settore sanitario di Salute Mentale in Corea del Sud fa, ahimè, schifo. Innanzi tutto viene visto come un taboo già il solo fatto di andare da uno psichiatra, il modo poi in cui questi problemi mentali vengono curati è da cani. Se infatti il dottore, invece di sottoporre la ragazza a degli stupidi test trovati su Vanity Fair o a puntate in edicola insieme ad un albo di Topolino, avesse semplicemente ASCOLTATO la ragazza avrebbe capito una cosa semplicissima: che Jo Yi Seo è una ragazza NORMALISSIMA; NORMALE e squisitamente SANA. Soltanto, ha avuto la sfortuna di essere sempre stata circondata da persone o, più in generale, da ambienti che le hanno trasmesso dei valori sbagliati. Prendiamo innanzi tutto la madre: i dialoghi tra la ragazza e sua madre sono, a onor del vero, pochi ma bastano, bastano assolutamente. Questo è un estratto di quello che dovrebbe essere un “normale” dialogo tra madre e figlia che si vede nel drama; dialogo in cui la ragazza vuol fare delle domande assolutamente in linea con la sua età, solo che possiamo benissimo intuire come ci sia qualcosa di strano (e non normale) da parte della madre:
MAMMA: “Sei sempre in giro, in questi giorni. [….] Ti vedi con qualcuno?”
YI SEO: “Perché me lo chiedi?”
MAMMA: “Non farlo. I ragazzi con cui si esce a 20 anni sono inutili.”
[….]
YI SEO: “Perché [tu e papà] avete divorziato?”
MAMMA: “I sentimenti a volte sono superficiali. Cambiano in base alla situazione. Dopo il parto, la mia pelle è diventata rugosa e cadente.”
YI SEO: “Stai dicendo che è per colpa mia?”
MAMMA: “Volevo essere amata per sempre, anziché fare la madre. Così ho divorziato. Semplice.”
YI SEO: “Ti sarai pentita di aver incontrato papà.”
MAMMA: “Non proprio. Due anni di fidanzamento e sette di matrimonio. È durata poco, meno di dieci anni. Ma io lo amavo e lui amava me. La realizzazione della giovinezza. Senza quei ricordi non mi resterebbe nulla, ora.”
YI SEO: “E se anch'io … mi innamorassi di un uomo mediocre e …
MAMMA: “Non farlo. Non rovinarti la vita per qualcosa di futile come l'amore. Sei troppo speciale.”

E ancora, in un altra scena (proprio prima di fare la cosa giusta, tra l'altro) Yi Seo dice: “Mia mamma dice che, oggigiorno, studiare non ti garantisce il successo. Così mi ha fatto imparare tante cose, lo sport, la musica, il baduk, tutto.”
Da queste brevi frasi è possibile intuire come la madre per prima sia una donna ansiosa, che si fa prendere dal panico dallo stato attuale dell'economia, dalla recessione, dalla difficile situazione del mondo lavorativo (“mia mamma dice che oggigiorno studiare non ti garantisce il successo”) e così, magari notando una naturale inclinazione allo studio ed al ragionamento da parte della figlia, decide di creare un “super – piccolo mostro”, uno di quelli in grado di fare qualsiasi cosa e di essere sempre la prima in qualunque campo; così da aver maggiori possibilità di trovare un impiego ben pagato quando sarà adulta. È interessante quello che viene mostrato nel drama: siamo nel XXI secolo ed oltre alle classiche e normali attività di una studentessa come lo studio, lo sport e altro c'è anche la nuova frontiera virtuale dei social network da conquistare; Yi Seo che deve essere sempre la prima in tutto ciò che conta non poteva, in questo preciso periodo storico, non essere una “reginetta del web” o come meglio vengono chiamate, una influencer. È un vero e proprio “mostriciattolo capitalistico” la nostra Yi Seo, già abituatasi tramite Instagram alle logiche di mercato, di marketing, di trend, di brand e quant'altro possa esserci; lei, che a quest'età dovrebbe pensare a cosa mettersi per uscire col suo ragazzo o credere in un mondo idealistico e migliore (se non a quest'età, quando?), non si fa scrupolo a licenziare una persona se non rientra nello standard del mercato o ad usare i sentimenti altrui per i propri, equivoci fini. Ovviamente in questo mondo patinato del capitalism – lo dice chiaro e tondo anche la madre d'altra parte – non c'è spazio per i sentimenti. “L' amore è una cosa futile e perdi-tempo, lascialo stare”. Non c'è casualità, improvvisazione, spontaneità in quello che fa Yi Seo ma tutto ha un suo perché fin dalla sua origine finemente calcolato, tutto deve avere un fine: gli amici sono persone che fanno comodo, che potranno servire un domani con le loro famiglie importanti o coi loro agganci, non persone a cui voler bene. È incapace di mettersi nei panni altrui non riuscendo a provare niente per gli altrui dolori, non si scompone mai davanti a qualcosa di violento (come una rissa) non riuscendo a capire la gravità della situazione e, al contrario, trovandola interessante quasi, come un videogioco. Ecco perché, io credo, nonostante la sua giovanissima età si può ben dire che questo personaggio sia l'emblema dell'innocenza perduta. Questo strambo personaggio mi ha ricordato, per certi versi, Yukino Miyazaki, la protagonista del manga “Le Situazioni di Lui e Lei” [KareKano]: anche quest'ultima, infatti, fa di tutto per primeggiare in ogni cosa sentendosi realizzata veramente solo quando viene ammirata; essere ammirata ed applaudita da tutti è il suo sogno e la sua ambizione più grande e segreta. Ed anche questo personaggio, che viene considerato “genio” proprio come la nostra Yi Seo, segretamente ci mostra cosa si cela in realtà dietro questa parola così sfavillante: indimenticabile la scena in cui Yukino ricorda i suoi giorni d'asilo nei quali veniva presa a modello da entrambi insegnanti e compagni per la sua “congenita” e grandissima bravura nel suonare il flauto; metto la parola congenita tra virgolette perché è proprio la ragazza a svelarci la verità: in realtà, pur di essere ammirata appunto ed ammantata da un velo d'oro di gloria, la bambina ogni.singola.notte si esercitava a suonare lo strumento fino a sputare sangue. Questa credo sia una scena esemplare che perfettamente permette di capire il problema: questa “genialità” cui tutti sognano e anelano in realtà è puramente una creazione della fantasia, una non–esistenza. Non c'è niente di “geniale”, di “innato” in un particolare talento; c'è soltanto un durissimo lavoro dietro. Così come Yukino era la più brava della sua classe a suonare il flauto perché era colei che spendeva più ore in assoluto nell'esercitazione, così Yi Seo è la numero uno in tutti i campi nei quali la madre l'ha indirizzata perché, per essere la prima appunto, si esercita, studia fino allo sfinimento.
Il fatto che queste due ragazze – una giapponese, l'altra coreana – siano accomunate da questa ossessione per il primo posto, per la “vittoria” se così può esser definita poi, non è un caso: in un sistema educativo asiatico dove si pone enfasi sulla posizione d'arrivo agli esami, sul traguardo piuttosto che sul tragitto in sé e cioè su quanto si è imparato veramente; dove l'università non è aperta a tutti ma c'è una selezione rigidissima e quindi, per forza di cose, una concorrenza spietata che comincia già dai primi anni scolastici – Chi è quello che ci ha fatto diventare macchine da studio?/Se non sei il numero uno vieni considerato uno che ha mollato la scuola/Ci intrappolano al limite della sopportazione, non c'è altra scelta che acconsentire/Anche se pensiamo in modo semplice è la sopravvivenza del più adatto/Chi credi che sia colui che ci fa calpestare persino i nostri migliori amici per fare carriera?”; queste non sono parole mie ma di un famoso gruppo k-pop coreano – insomma, in un ambiente del genere la mentalità delle due ragazze non sembra poi così fuori dal mondo.
E se pensiamo a tutte le cose a cui Yi Seo si è dovuta applicare fin da piccola per via della madre …. questa ragazza ha soltanto 19 anni ma È STANCA DA MORIRE; NON NE PUÒ PIÙ. “Non vuoi andare ad Harvard?” le dice ad un certo punto la madre. Questa scalata verso il successo – la ragazza lo capisce benissimo – è una scalata infinita, con un traguardo inesistente che si paleserà, probabilmente, solo al momento del trapasso. Lei ha già fatto così tanto eppure è ancora al punto di partenza, è ancora soltanto l'inizio; questo pensiero chiaramente la schiaccia e le fa, in sostanza, voltare le spalle alla vita. Gliela fa odiare. Se la vita è soltanto una calcolatrice 20 anni son più che sufficienti, i numeri son sempre quelli e le combinazioni son già state tutte ormai provate; tanto vale buttarla via.
Ad Yi Seo servirà un incontro del tutto inaspettato, uno che non rientrava minimamente nei suoi finissimi calcoli, un incontro cioè SPONTANEO a farle cambiare idea. Un incontro con una persona onesta, che crede nelle persone e che sa il fatto suo – in una parola un adulto perché l'esser adulti non si misura attraverso il grado di istruzione, il salario od il tipo di macchina ma riguarda cose come la maturità e la saggezza. Per la prima volta in vita sua, Yi Seo incontrerà un adulto vero che le spiegherà come sia realmente la vita; una cosa che ha imparato non da i libri, ma dalla vita stessa:
YI SEO: “A volte mi chiedo che senso abbia vivere. La vita è inutile e scontata.”
SAEROYI: “Cosa stai dicendo?”
YI SEO: “Tutti invecchiamo e moriamo prima dei cent'anni. Eppure facciamo di tutto per vivere bene. Sarebbe meglio non essere mai nati. La vita è un tale peso.”
[….]
SAEROYI: “Ogni notte, dopo il lavoro, vado a correre per il quartiere. Il giorno dopo mi alzo, vado ad aprire il ristorante e trascorro un altro giorno lavorando. La vita può sembrare monotona, ma non si sa mai cosa ti aspetta il domani. Una volta, Seung Kwon ha cercato di fare a botte con me e ora fa il cameriere al DanBam. Tu hai fatto chiudere il mio pub e ora ne sei la direttrice. La mia vita non ha avuto giorni prevedibili. Ci sono state giornate difficili e giornate tristi. Ma ogni tanto sono capitate anche cose divertenti. [….] Chi lo sa? Un giorno, la tua vita noiosa potrebbe diventare entusiasmante.”

Ciò che scopre Yi Seo facendo la conoscenza di Saeroyi sono i SENTIMENTI puri e semplici; così intangibili al contrario di tutto ciò che aveva avuto fino ad ora ma così enormi ed importanti, al contrario di tutto quello che aveva sperimentato fin adesso. Ed ecco che la ragazza dall'innocenza perduta ritrova il suo candore......

OH SOO AH


Fallimento dello Stato Sociale

Questo personaggio, da quanto leggo, non è piaciuto molto ed in un certo senso me l'aspettavo: Soo Ah è probabilmente il personaggio più complesso della serie, un personaggio assolutamente di difficile lettura. Per capire questa donna ci vuole una buona dose di empatia e tutta la comprensione di cui disponiamo. Non è attraverso la fredda logica che capiremo questo personaggio; un personaggio solo apparentemente freddo e razionale ma che in realtà è fortemente ed inconsciamente guidato dai suoi istinti e dalle sue emozioni più recondite. Quindi quando si ha a che fare con lei, via buonismi di sorta o altre cose inutili e armiamoci, invece, di immedesimazione.
C'è un grande assente nella vita di Soo Ah fin da quando era piccolissima: lo Stato. E questo le ha fatto sperimentare, sentire fin nelle viscere la precarietà; molto molto prima del resto dei suoi coetanei.
Oh Soo Ah cresce in un orfanotrofio, a occuparsi del quale però non è lo Stato ma varie aziende private che riforniscono la struttura di tutto ciò cui ha bisogno. Chiaramente fino a quando fa comodo anche a loro; quando queste suddette aziende perdono il loro tornaconto nell'aiutare l'orfanotrofio si ritirano in quattro e quattr'otto, lasciando la struttura ospitante scoperta. È proprio quello che succede all'inizio della nostra storia: la Jangga, che era addetta a fornire cibo, si ritira ritenendo per lei più utile aiutare un ospizio, il tema “caldo” di quel periodo.
Ed è così che Soo Ah affronta la vita in una costante altalena di insicurezza e vergogna di sé non avendo il privilegio di un posto sicuro cui tornare, di una base solida cui appoggiarsi. Non ha letteralmente tempo Soo Ah per gli idealismi, per i voli di fantasia – come invece ha, per dire, Saeroyi – lei che non ha nessuno su cui contare non può permettersi errori; in una costante lotta per la sopravvivenza, per cambiare il suo destino non avrà due possibilità. Parliamoci chiaro, la Soo Ah liceale ad inizio drama vuole tutto: in un'epoca capitalistica anche chi non ha nulla sa esattamente cosa questo voglia dire e comporti; si sa esattamente cosa e quanto ci manca. Non si vive più nella beata ignoranza di un tempo. E così Soo Ah, a cui è mancato sempre tutto fin da piccola, è sostanzialmente affamata di cose; di esperienze (come tutti i giovani) ma anche di materia, di roba. E di una posizione sociale di tutto rispetto che non la faccia sentire una reietta, qualcuno di cui vergognarsi costantemente. Nel presente dice, ricordando il suo passato: “Mi dicevo: <<dovrei almeno apprezzarmi io>>. Una povera bambina che nessuno aveva mai amato. Mi dicevo: <<dovrei almeno amarmi io>>”. Ma la verità è che, nonostante riesca ad ottenere tutto quello che aveva sempre sognato, questo personaggio non riuscirà mai a fare la cosa più importante; come dice lei stessa: “amarsi”. In realtà ha sempre ammirato il Sig. Park prima e Saeroyi dopo per la loro generosità, il loro inesauribile altruismo, la loro voglia di fare la cosa giusta e di attenersi ai propri principi prima di tutto, il resto – benefici, benessere, tranquillità – può venire dopo; li ha sempre ammirati sapendo che il loro era il modo giusto di fare ma è sempre stata incapace di seguirne l'esempio, convinta di non avere il privilegio per poterlo fare e spaventata di perdere così la propria occasione di cambiare vita. Sente di non poter far altro che “seguire la pancia”, di darsi da fare per raggiungere una stabilità economica che le permetta di avere quello che vuole sacrificando tutto il resto. Non può e NON VUOLE Soo Ah perdere tutto per qualcosa di immateriale come un ideale, un valore, la giustizia. Però allo stesso tempo è PERFETTAMENTE COSCIENTE del fatto che quelle siano le cose giuste da fare e da seguire. Ed “in questa costante tensione tra l'essere ed il voler essere” Soo Ah, in verità, si odia, si sente un essere spregevole, egoista e capace di muoversi solo per il suo personale tornaconto ferendo, nel frattempo, gli altri; si sente una persona sleale e traditrice. Le azioni buone del Sig. Park e di Saeroyi, anche quando queste sono rivolte a lei, non fanno altro che farla sentire un mostro, mettendo ancora di più in evidenza il suo comportamento opposto e tutte le occasioni perse nelle quali poteva, invece, fare come loro: fare la cosa giusta. E questa caratteristica sarà l'elemento dominante nel rapporto fra lei e Saeroyi, anche dopo il tragico trapasso del padre di lui.
Ripeto: Soo Ah NON SI VUOLE ASSOLUTAMENTE BENE, è una donna masochista la quale (è bene sottolinearlo) ogni volta che fa del male a Saeroyi, fa del male anche a sé stessa. Continua a sentire la stessa pressione, la stessa ansia che sentiva da ragazzina e cioè quella di dare tutta sé stessa nel lavoro, fare di tutto per star bene materialmente; soffre di una specie di “Sindrome di Stoccolma” se così la si può chiamare, che le fa provare gratitudine ed un qualche tipo di affetto per l'uomo che le ha fatto del male – il suo capo, il Presidente Jang –, ne è completamente sottomessa ed arriva a piangere quando scopre che questi è malato; tutte cose, queste, che le fanno al tempo stesso mettere Saeroyi in secondo piano e danneggiarlo, per poi così finire col ferire sé stessa. Tutto questo in un circolo vizioso. Lo stesso Saeroyi – che si comporta da ragazzo ideale, capisce benissimo la sua situazione, i suoi dolori e non la incolpa minimamente bensì la esorta a continuare per la sua strada – in realtà non fa altro che ferirla facendola sentire ancora più meschina: “sei così radioso” pensa lei di lui, e questa radiosità non fa altro che allungare sempre di più l'ombra che Soo Ah sente di possedere. “Sarebbe stato molto meglio essere punita” ci confessa ad un certo punto: invece che ricevere comprensione e affetto che non fanno altro che risvegliare la sua coscienza sporca, preferirebbe venir punita, picchiata, così da essere in linea con le sue emozioni. Per questo motivo la sua domanda ossessiva a Saeroyi: “Ti piaccio?”. Non amandosi lei per prima, ha un costante bisogno della sicurezza dell'affetto di qualcuno.
Un personaggio estremamente interessante a mio avviso proprio perché estremamente ambiguo nelle sue pressoché infinite gradazioni di colore: in Soo Ah sono presenti il bianco, il nero ma anche il girgio scuro, il grigio topo, il grigio un po' argentato …. insomma, una infinita variazione di grigi, di chiari e di scuri. C'è una distinzione molto netta fra “buoni” e “cattivi” in questo drama; Soo Ah sarà l'unico personaggio che navigherà umanamente nel mezzo ma sarà, tra l'altro, quella che darà la risoluzione finale agli eventi dell'opera, quella che farà veramente la cosa giusta (quella che tanto desiderava ma non era mai riuscita a fare) e che darà scacco matto. Brava Soo Ah!

CHOI SEUNG KWON


Fallimento sociale di una società che vuole dirsi democratica

La vicenda di Choi Seung Kwon, compagno di cella di Saeroyi e gangster d'esperienza, ci insegna una cosa interessante: che molto spesso siamo noi stessi i primi a cadere nelle ideologie sistematiche e fallaci che la società impone, finendo, sostanzialmente, col farci del male da soli. In carcere Seung Kwon trova buffo il fatto che Saeroyi sia sempre intento a leggere ed a studiare perché lo ritiene uno sforzo vano: difatti nella rigidissima società coreana non c'è posto per gli ex detenuti poiché, durante un colloquio lavorativo, ciascuno è obbligato a presentare la propria fedina penale al datore di lavoro. Seung Kwon sa che gente come lui e Saeroyi non hanno più alcuna speranza di rientrare nelle maglie della società e quindi, tutti gli sforzi di quest'ultimo lo rendono, agli occhi del nostro gangster, uno sciocco sognatore. Saeroyi questo lo sa e cerca di fargli cambiare modo di pensare esponendo le sue ragioni – “Non credi di avere possibilità perché povero, non istruito ed ex detenuto? Non otterrai nulla, se la pensi così.”– ma Seung Kwon crede che questi si stia mettendo in cattedra e voglia fare il presuntuoso, perciò si arrabbia. Alle seguenti parole di Saeroyi poi, – “Pensi che la tua vita non abbia valore. Idiota.” – il ragazzo reagirà picchiandolo. Saeroyi alla fine dirà questa frase: “Non hai diritto di stabilire il mio valore. La mia vita è appena iniziata! E farò tutto quello che voglio”. Seung Kwon, senza rendersene conto, sta facendo la parte del giudice, sta ripetendo esattamente le stesse parole dette dalla società; società che ha deciso, per partito preso, di relegare lo stesso Seung Kwon ai margini. Inconsciamente sta, cioè, perpetrando l'ingiustizia da lui subita su un altro perché ha ormai interiorizzato quei dogmi sociali che tanto gli nuocciono. È in questo senso che la frase di Saeroyi è importante: che sia un ministro, che sia un giudice, che sia un carcerato lui non permette a nessuno di “stabilire il suo valore”; di decidere, per colpa di un singolo evento, della sua vita; se fallirà o meno, cosa farà o cosa no, sarà lui stesso a deciderlo. E nessun altro. Oltretutto, nel periodo di prigionia, entrambi i ragazzi sono nei loro primi vent'anni, hanno tutto il tempo dalla loro parte quindi perché dire che la vita è già finita? E sopratutto chi lo dice? Non importa se è la maggioranza a pensarlo, se è una logica, una norma sociale sbagliata bisogna smettere di crederci e andargli contro.
Certo è che se in Sud Corea volessero quantomeno contenere il problema delle gang e della criminalità, il Ministero della Giustizia potrebbe partire proprio dai detenuti perché altrimenti –come si vede nel drama – è uno spostamento continuo tra carcere – gruppi criminali, carcere – gruppi criminali …. Il senso stesso della prigione è di far scontare una pena che sia determinata nel tempo; tempo deciso in base alla gravità del reato commesso. Se, invece, a chi è stato in carcere non è possibile rifarsi una vita perché nessuno è disposto ad assumerti, questa condanna diventa praticamente infinita; diventa un marchio da portare per tutta la vita trasformando tutte queste persone che hanno dovuto scontare una pena in carcere in dei veri e propri pariah, degli “intoccabili”. Il senso stesso del carcere è di dare una seconda opportunità attraverso lo scotto della pena; in questo modo lo scopo stesso della struttura, il suo scopo sociale, invece, viene meno.

MA HYUN YI & KIM TONI


Fallimento sociale e culturale

Questi due personaggi ci espongono il problema del razzismo e del non riconoscimento dei diritti delle minoranze sessuali – rispettivamente Toni, un coreano di colore (padre coreano e madre africana) e Hyun Yi, una transgender.
Il video ad inizio post è piuttosto chiaro su questi due punti (per questo riconsiglio di guardarlo), ma volendo spiegarla qui un'attimo è piuttosto chiaro come la società coreana sia estremamente mono culturale (e abbia quindi seri problemi di integrazione con etnie diverse) ed estremamente conservatrice; vuoi per la presenza molto forte della religione cristiana, vuoi perché è una società altamente patriarcale dove gli uomini dominano su tutto, vuoi, di nuovo, per il raro contatto con altre culture ed altre credenze che di certo non aiuta ad ampliare le proprie prospettive mentali.

PARK SAEROYI


Voglio vivere prendendo le mie decisioni senza dover pagare per i miei principi.

Fallimento dell'istituzione Scuola – Fallimento totale della Giustizia – Fallimento dello Stato e della Società

Si potrebbe dire che il nostro protagonista, a voler buttarla sul ridere, porti piuttosto sfiga dato che gliene capitano di tutti i colori. Ma a ben vedere, la sua non è una serie casuale di “sfortunati eventi” che capitano a lui perché il più sfigato, bensì la sua sarà una sequela di tragedie generate dal fallimento o dall'assenteismo delle varie parti che compongono la società moderna e che avrà un effetto domino: il mal funzionamento di una parte scaturisce il mal funzionamento anche dell'altra ecc. Ed è così che ad una persona normalissima come Park Saeroyi – non ricca, di media estrazione sociale, senza nessun “aggancio” particolare – viene rovinata la vita. È capitato a lui ma poteva capitare benissimo a chiunque.
Ancora quando Saeroyi era soltanto un liceale non veniva per niente capito dalla Scuola stessa, che lo aveva definito “socialmente inetto” (di nuovo lo psichiatra de' noi attri) quando di “inetto” in lui non c'era proprio niente. Il ragazzo, semplicemente, aveva un piccolo grande sogno (che si mantiene inalterato per tutta la serie): anelava a “mai scendere a compromessi coi propri principi” – come recita il motto suo e di suo padre – a non venire a patti con quelli che sono i suoi ideali e quelle che crede essere le virtù giuste da seguire; anelava a non minimizzare o ad accartocciare i suoi sogni o ciò che riteneva giusto. Un grande idealista e sognatore era (e rimane) il nostro protagonista; idealista come forse lo sono un po' tutti i ragazzi a quell'età, solo che Saeroyi non si fa turbare minimamente da ciò che gli sta attorno, dai valori sbagliati perpetrati dalla società o dagli adulti; al contrario del resto dei suoi coetanei lui rimane impassibile, imperturbato e sereno nella consapevolezza di star dando retta a quella vocina flebile che chiamiamo “coscienza” che ci impone di perseguire il GIUSTO. Una sua compagna di classe dell'epoca dirà infatti di lui che: “Al liceo non aveva amici. Ma, stranamente, non sembrava sentirsi mai solo”. Un sogno bellissimo e straordinario quello di Saeroyi e che forse proviamo segretamente in tanti senza riuscire però a dargli voce o, alla fine, a coltivarlo. Un sogno solo all'apparenza semplice da seguire ma che in realtà è il più difficile di tutti; lo è ora in questa società capitalistica che non ha valori; lo è sempre stato. I propri principi vengono, prima o dopo, sempre in collisione con la crudeltà della realtà, la quale li prende in mano e li stritola fino a farli diventare cenere. È difficile poi continuare a credere in questi o alla propria coscienza. Saeroyi scoprirà questa verità molto, molto presto.
Prima di tutto perché la scuola dove si è appena trasferito “fa fughino”, o meglio, sia noi spettatori sia il protagonista stesso credevamo quella fosse una SCUOLA invece scopriamo essere un edificio “di cartone”: è una scuola solo apparentemente, coi banchi di scuola, i professori ecc ma che in realtà non è nient'altro che un teatrino di burattini nel quale chi comanda veramente è il burattinaio; in questo caso il potente presidente della prima azienda produttrice di cibo del Paese, la Jangga. Quest'uomo fa e disfà, prende decisioni e ordina (lo risottolineo: siamo in una scuola pubblica!!!), e decide quindi unilateralmente e in modo tirannico di espellere Saeroyi perché questi gli aveva picchiato il figlio dato che stava bullizzando un povero compagno di classe sotto l'indifferenza e l'omertà generale di compagni e insegnanti. (NOTA: in Sud Corea evidentemente l'espulsione non comporta semplicemente l'uscita da quel determinato comprensorio scolastico ma l'uscita DEFINITIVA da TUTTE le scuole e quindi l'impossibilità effettiva di diplomarsi.)
Sempre quest'uomo riuscirà a manovrare la Giustizia a suo favore per coprire l'omicidio colposo del figlio a danno del padre di Saeroyi, il Sig. Park. Ed ecco che Saeroyi si ritrova con la vita rovinata, a pezzi e sopratutto solo; solo coi suoi principi ed i suoi ideali. Che cosa se ne fa, adesso che il Potere, la Corruzione, l'Ingiustizia li han resi nient'altro che polvere? Ma a questo punto ecco che Park Saeroyi fa un ragionamento: rivoltato dal disgusto che prova verso il suo nemico, capisce che questi principi, questi ideali sono le uniche cose che lo rendono diverso da quell'uomo così gretto; perché qui il problema è to stay human, il vero vincitore della battaglia sarà cioè colui che riuscirà a rimanere umano. Se Saeroyi diventasse uguale al suo avversario gli consegnerebbe la vittoria sul palmo della mano. E quindi ecco che nella lunghissima lotta per essere, provare e provarsi di essere diverso, OPPOSTO al Presidente Jang Saeroyi farà dei suoi principi la sua arma più grande: non qualcosa di cui disfarsi e verso cui provare rancore ma l'arma finale che permetterà veramente di affondare il proprio nemico. È tenendo stretti a sé i suoi principi che Saeroyi, alla fine, potrà provare al nemico che questi aveva torto marcio; su di lui, su sé stesso, sulla vita.
Certo; come ha detto il ragazzo della recensione il personaggio di Saeroyi è un personaggio non realistico bensì utopico ed ideale, che non si arrende mai di fronte alle avversità nonostante nella vita gli venga negato quasi tutto; ma questo non vuol dire che non abbia una sua profondità e che sia stato concepito molto molto bene. Anche se questo è un drama realistico non vuol dire che non ci sia bisogno di un personaggio ideale; magari l'autore ne aveva bisogno per sé stesso mentre creava la storia oppure ha pensato che non fosse poi così irrealistico ma che potesse invece dare speranza e forza a chi avesse letto l'opera. Creare un precedente, dare un esempio: e se, grazie ad un fumetto, questo tipo di atteggiamento così resiliente ed altruista verso la vita e verso gli altri ispirasse qualcuno nel mondo reale?
Personalmente è un personaggio che ho amato molto e che sarebbe potuto essere tranquillamente il mio preferito se non fosse stato per quei maledetti 3 episodi finali – di cui non ho apprezzato nulla se non le scene tra Saeroyi e suo padre (le più belle sequenze del drama a mio avviso). Un vero peccato per il finale, quindi, in cui il personaggio, in un certo senso, rinnega tutto quello che era stato detto fino a quel momento; ma di questo ne parlerò meglio dopo.

– – – TEMI – – –


Ho già scritto come il drama affronti temi quali il razzismo e la discriminazione verso le minoranze sessuali ma, io credo, fondamentalmente i temi principali di quest'opera sono due:

CHAEBOL–MANIA


Dato che il suffisso –mania indica, in ambito medico, un'ossessione compulsiva, allora questa è la parola giusta da usare: la recensione sovra menzionata lo spiega molto bene, e cioè il fatto di come la Sud Corea sia letteralmente tappezzata ed avvinghiata da questi chaebol, ovvero conglomerati, multinazionali, mega-aziende esclusivamente a gestione familiare. Sì, sono società per azioni e quindi con la presenza di azionisti esterni ma il numero di queste azioni detenute dai membri della famiglia fondatrice è talmente abnorme da far risultare poi i suddetti conglomerati di fatto in “aziende a gestione familiare”. Va da sé che quando un privato è troppo grosso e le persone che ne traggono ricchezza troppo poche, si formano questi behemoth, questi mostri giganteschi dal potere spropositato che sovrastano incontrastati tutto, persino lo Stato stesso. È una società in lento ma costante catafascio quella che ci presentano Saeroyi ed i suoi amici; una società in cui i tentacoli del Potere riescono ad arrivare in luoghi impensati e che non c'entrano nulla con la persona stessa che questo potere lo detiene: ce lo ritroviamo come un fantasma onnipresente in una scuola pubblica, in un'orfanotrofio, in un carcere, in un normalissimo pub di quartiere. Sembra impossibile sfuggire a questa ombra così fosca; che può non essere presente, può non essere vista ma è dappertutto.

AMORE


Questo titoletto può trarre in inganno :huhuhu: perché in questo drama l'amore in senso romantico viene messo molto in secondo piano, dato che, da una parte, avremo un rapporto assai complicato ed assolutamente platonico :emu: ; dall'altra avremo, invece, un amore del tutto a senso unico: quindi chi cerca amore nel senso romantico del termine, ne rimarrà fortemente deluso.
No; l'amore che qui viene trattato è invece quello filiale e paterno all'interno del rapporto fra Saeryoi e suo padre, il Sig. Park. È un argomento assolutamente centrale per la storia ed è, con tutta probabilità, quello in assoluto più curato; il rapporto padre–figlio è delineato con estremo realismo dalla primissima scena fino all'ultima; a cominciare, per dire, dalla scena della morte del Sig.Park stesso: un secondo prima viene mostrato un normalissimo uomo in sella ad una motocicletta, un secondo dopo vediamo un pupazzo; un pupazzo inerme ed interamente ricoperto di sangue, incapace di fare qualsiasi cosa. Una scena cruda e tremendamente orribile nella sua veracità ma REALISMO è la parola che caratterizza la rappresentazione di questo bellissimo quanto particolare rapporto; realismo che persiste anche dopo il tragico trapasso di questi: tramite Saeroyi ci viene chiaramente mostrato cosa vuol dire veramente perdere una persona cara; non in modo fantasioso o zuccherato ma in modo TOTALMENTE REALE e, sopratutto, con grande sensibilità. È un inferno in terra di uomini, punto e basta. E questa cosa non si può cambiare. Anche se lo vorremmo così tanto. È una discesa negli inferi che dobbiamo percorrere PER INTERO e totalmente DA SOLI anche se si ha qualcuno al nostro fianco. Un giorno, chissà, potremmo svegliarci e stare un po' meglio ma solo il tempo potrà dirlo, solo il tempo …. tanto tempo ….

Vorrei qui soffermarmi un attimo proprio sulla figura del Sig.Park, un personaggio che – ahimè – vediamo pochissimo da vivo ma che, in primo luogo, sarà una presenza costante lungo tutto il drama e che, in secondo luogo, lascerà un'impressione fortissima tanto che lo spettatore ne sentirà fortemente la mancanza. È durato poco il nostro Sig. Park eppure manca, manca tantissimo. Lo vorremmo vedere lì, che entra dalla porta del DanBam e con la sua risata, col suo modo di fare così leggero eppure così saggio consola i nostri; rassicura il figlio e gli altri ragazzi che tutto andrà bene, che basta un po' di pazienza e tanta voglia e le cose si metteranno per il verso giusto; che la vita è fatta di alti e bassi e l'importante è aspettare che tutto si risolva con un sorriso.
Lo vorremmo tremendamente veder entrare da quella porta, davvero. Così da far ritornare il sapore del soju di nuovo dolce; dolce come quando si è avuta una giornata impegnativa ma si è felici di averla conclusa ed essere, finalmente, a casa, insieme.



In conclusione, un drama molto molto bello ed assai innovativo anche se – ahimè tocca ammetterlo – non raggiunge la Perfezione. Durante il corso dell'opera son presenti certe sviste che non ho potuto fare a meno di ignorare o comunque cose che potevano essere fatte meglio, e sono:

• la gestione non così perfetta dei protagonisti che formano il gruppo del DanBam: ci si focalizza troppo sui due personaggi principali, Saeroyi e Yi Seo, lasciando al resto troppe volte il ruolo di “gregari”, di macchiette che servono a sostenere e a far sviluppare le vicende interpersonali dei due protagonisti sovra citati. Un peccato perché, in fondo, non era richiesta la gestione di un numero spropositato di personaggi ma solo di quei cinque o sei presenti nel corso dell'opera; personaggi oltretutto molto interessanti che avrebbero meritato un ruolo ancor più di spicco, un'importanza paritaria coi due protagonisti invece dell'ingrato “ruolo secondario”.

• l'eta di Jo Yi Seo rispetto al ruolo che ha nella trama e a quello che effettivamente riesce a fare: questa ragazza ha solo 19 anni, ha appena finito le Superiori ma riesce a far diventare famoso il DanBam e ne diventa subito la manager, per non parlare poi di quello che diventerà più avanti …. È, cioè, appena diventata maggiorenne in Corea ma ha competenze che spetterebbero ad un laureato in economia (e forse anche con qualche specializzazione!), il che risulta altamente non credibile e molto fantasioso. Avrei magari capito se questo personaggio avesse iniziato l'università da qualche anno ma Yi Seo all'università non ha mai messo piede! È vero che è brava coi social network e con le promozioni online ma tra un profilo Instagram e la gestione di pub vero e proprio (per non parlare di cosa gestirà più avanti ….!) mi pare che di acqua sotto i ponti ne scorra parecchia!
Voglio dire, essere bravi sui social è l'equivalente di una laurea in Economia e Commercio?!
*nota: non è una domanda retorica, sono proprio io che lo chiedo così magari comincio ad aprire qualche profilo anche io …. :emu:*

• il mistero misterioso, misteriosamente insolvibile che andrebbe fatto sottoporre all'abilità scientifica di Cazzenger di Crozza: la nonna di Toni! (E già così avrei detto tutto ma, abbiate pazienza, m' agg' a scfugà ….)
CHE CACCHIO DI PERSONAGGIO È??? :grrr: Voglio dire, prima fa la parte della povera vecchina usuraia poi si scopre che è una miliardaria con la passione per gli investimenti …. e attenzione: quando si viene a sapere NESSUNO DEI PERSONAGGI BATTE CIGLIO! Cioè è normalissimo che la vecchina usuraia del quartiere sia in realtà una magnate degli immobili no???
Che poi, quando sono all'ospedale perché lei è stata ferita e rivela a Toni di essere sua nonna, lui non dice che suo padre gli diceva sempre che “eravamo poveri ma tua nonna non ci ha mai fatto mancare il cibo sulla tavola” o qualcosa di simile?? :ehm: Quindi il padre di Toni non sapeva di avere la mammina miliardaria??? :ehm: Lei glielo aveva nascosto??? :ehm: Oppure ha detto a Toni una cagata??? Cioè ma per la miseria MA NON HA SENSO UN TUBO DI NIENTE!!!! :grrr: E poi ancora: se quindi la vecchina si è davvero arricchita facendo l'usuraia dico MA …. MA …. MA È UNA COSA DA LODARE??????? :spavento: Questa maledetta bastarda fa la parte a quel poveruomo che si vuole suicidare perché, guarda caso, LEI gli sta togliendo anche i soldi per il cibo e …. e …. SAREBBE UNA BRAVA PERSONA?????!!!!!! MA È DA CARCERE QUESTA!! E SUBITO!!! È una criminale fatta e finita e invece qui la fanno sembrare una specie di brava fatina buona!!!! :grrr:

Bene; sfogo finito :uff: La conclusione è che questo personaggio lo potevano lasciare tranquillamente dentro l'inchiostro della penna perché FA SCHIFO e NON TORNA UN ACCIDENTE DI NIENTE!

• ed eccoci al tasto dolente: IL FINALE. Per me gli ultimi tre episodi sono stati sostanzialmente una gara al ribasso, una cocente delusione. È un drama che mi stava piacendo, non molto, moltissimo fino a quel momento e invece da quel punto della storia in poi ho dovuto un po' ricredermi purtroppo …. Per me quei maledettissimi, ultimi tre episodi hanno rovinato l'intero drama; un drama che vuole fin dall'inizio insegnarti certe cose, certi valori per poi ribaltare e rinnegare completamente quei valori stessi. Una cosa parecchio insensata, quindi, ed anche un po' dolorosa per chi, come me, a quest'opera ci teneva.
Non sono d'accordo con il finale non tanto per ciò che succede nella trama in sé, piuttosto per l'ideologia che sta dietro a quei determinati eventi che accadono nella trama:
Saeroyi sembrava essersi svegliato, sembrava aver finalmente capito che seguire i passi di un uomo così meschino ed infimo come Jang Dae Hee – anche se questo sarebbe dovuto servire a scavalcarlo e quindi a fargliela pagare – è una cosa sbagliata, emulare una persona significa diventare tale e quale ad essa. Aveva capito che erano tutte balle, come quelle da lui lette religiosamente per sette anni nella autobiografia del presidente Jang; gliel'aveva detto anche in faccia, alla fine: “Il desiderio di vendetta è ciò che mi ha fatto andare avanti finora. Jang Dae Hee, presidente della Jangga. Il mio nemico. Ha reso la mia vita un inferno ma, allo stesso tempo, mi è stato d'ispirazione. Devo ammetterlo nonostante la discrepanza di valori. Ho dedicato la vita intera a seguire i suoi passi. Credevo …. che sarebbe valsa la pena combattere. Ma quell'uomo mi ha costretto ad inginocchiarmi tenendo in ostaggio i miei amici. Ho sprecato dieci anni della mia vita a seguire i passi di un vecchio schifoso? Mi dispiace molto …. aver sprecato la vita”. Ma nonostante tutto questo alla fine …. diventa esattamente come quel vecchio schifoso che aveva imparato a disprezzare. Onestamente, sentivamo il bisogno che Saeroyi e compagni diventassero ricchissimi formando un conglomerato a loro volta e quindi, per forza di cose, cambiassero? No, io credo proprio che non se ne sentisse assolutamente il bisogno. Il gruppo del DanBam era riuscito a far diventare il loro locale una piccola attività di successo – e non è certo cosa da poco – superando, al tempo stesso, i limiti imposti loro dalla società riuscendo così ad essere le persone che desideravano essere veramente; oltretutto – anche questa cosa non da poco – non da soli ma in buona, buonissima compagnia. Trovare e ritrovare sé stessi insieme; ecco quello che i nostri eroi erano riusciti a fare. Quindi perché andare avanti e cambiare (anzi, sarebbe meglio dire rovinare) tutto? Il discorso brutto brutto che fa alla fine Saeroyi quando viene eletto nuovo Presidente della Jangga poi non sta assolutamente in piedi: “A quel tempo l'obbiettivo della Jangga non erano soltanto i soldi ed il profitto ma era ciò che conta negli affari: le persone. La fiducia. Io darò valore alle persone, non al denaro. Darò valore alla fiducia, non al profitto”. Queste sono parole alle quali si poteva credere trent'anni fa, vent'anni fa, anche dieci anni fa soltanto certo, MA NON ORA. Queste parole da conservatore di Destra convinto – il fatto che nel business contino anche le persone, non solo i soldi e che è possibile far combaciare etica e profitto – oggi come oggi finalmente suonano per quello che sono: delle grandissime cagate. Sappiamo che è soltanto una scusa, che oggi suona vecchia, e che il business a quei livelli, ai livelli chaebol, è per sua natura NON ETICO; altrimenti non esisterebbe neppure. Ed il fatto che sia proprio Saeroyi, l'anarchico, il testardo, l'ultimo, quello che va controcorrente senza averne paura a dire tutto ciò è, onestamente, molto molto deludente.
La verità è che sappiamo benissimo che questa promessa non verrà, non potrà venir mantenuta; è una falsa promessa fin dall'inizio: Saeroyi dovrà render conto agli azionisti, al brand e ad un sacco di altre fesserie, le quali gli impediranno di mettere al primo posto le Persone o la Fiducia che tanto ha menzionato nel suo discorso; ma che invece gli imporranno di perseguire una cosa e una sola soltanto: il denaro.
Mi chiedo a questo punto dove sia finito il nostro eroe che tanto di giusto ha detto ed ha fatto, e cosa poi ottenga veramente: tutti i suoi anni passati a voler essere l'OPPOSTO del Presidente Jang, a voler fargliela pagare attraverso il perseguimento dei suoi valori più cari; ecco, mi chiedo tutto questo a cosa sia servito se questo è il risultato finale. Un risultato in cui l'eroe diventa tale e quale al suo nemico. Che cosa ha ottenuto quindi? E quale sarebbe l'insegnamento da trarne? Se l'insegnamento è: “Evviva i soldi!” allora mi dico: ma non avevamo passato ben 13 puntati a rifuggire questo punto di vista? Anzi, dirò di più: questo drama sembrava proprio voler farsi istanza contro questo tipo di istituzioni, di mega conglomerati e contro la società moderna che permette tutto questo. Per 13 episodi sembrava voler portare questo messaggio. Invece, alla fine, risulta che tutti i personaggi vengono assorbiti da quel capitalismo iniquo che tanto li aveva fatti soffrire; dalla vittima delle angherie di Jang Geun Won ai tempi del liceo, fino al protagonista ed eroe della storia. Così il drama si rivela sconclusionato e, in buona sostanza, una grossa perdita di tempo.

Un finale amaro, in sostanza. Peccato. Peccato. Peccato. :grrr: :buu:


In ogni caso un cast magnifico tutto d'eccezione. :clap: :clap: :clap: Dovendo scegliere, i miei preferiti sono stati Kwon Nara (Oh Soo Ah) che riesce in modo straordinario a fondersi in un tutt'uno col suo personaggio; attrice oltretutto ex-idol (sopratutto lo dico a me stessa che ho diversi pregiudizi nei confronti degli idol che recitano!) e che invece si è dimostrata veramente eccezionale! :respect: :respect: E poi i membri della famiglia Jang: se l'attore che interpreta il Presidente appare subito a prima vista come molto esperto; la vera sorpresa l'hanno fatta i due fratelli Jang! Ahn Bo Young (Geun Won) è stata la vera rivelazione del drama: è riuscito a rendere il suo personaggio, io credo, tra i più odiosi che si siano mai visti in un drama pur mostrandoci qualche suo lato umano. Lasciate perdere le solite donnine ricche e viziate che vien voglia di prendere a schiaffi, il personaggio di Jang Geun Won le supera tranquillamente di una buona spanna! :respect: :respect: Non tralasciamo poi che quest'attore riesce senza sforzo a rivaleggiare con Park Seo Joon in quanto gnoccaggine! :love: :love: Sul serio, vestito in smoking di tutto punto è qualcosa da urlo; io dovevo stare molto attenta per cercare di non distrarmi e pensare ad altre cose …. :sbav:
E poi c'è Kim Dong Hee che interpreta il fratello minore, Jang Geun Soo. Io l'avevo già conosciuto in SKY Castle e mi aveva colpita per la sua bravura nonostante avesse un ruolo marginale; qui c'è un ulteriore salto di qualità! Se pensiamo poi che quest'attore è davvero giovanissimo, capiamo come sia veramente un attore dalle doti recitative incredibili! Senza spoilerare nulla, in SKY Castle interpretava il gemello maggiore, quello calmo e posato; in questo drama il gemello scatenato non c'è e quindi dovrà fare un po' di tutt'e due …. :huhuhu: Un attore fantastico che ha reso il suo personaggio estremamente credibile dall'inizio alla fine! :respect: :respect:

Un'altra menzione speciale in questo drama va alle OST: TUTTE le canzoni sono bellissime, era veramente da tanto che non ne sentivo di così belle! Partendo da You Make Me Back, la sigla d'apertura, che – tra i personaggi che sfilano (disegnati) come in una sitcom nostrana – mi ha ricordato molto una sigla di un Anime: una canzone grintosa che ti dà la carica e che ti fa entrare perfettamente nel contesto dell'opera! Personalmente, l'ho riascoltata diverse volte di fila prima di guardare un episodio! X) Ma anche quando ci sono momenti tristi le OST non scadono mai nel banale se non direttamente nel noioso bensì riescono ad essere sentimentali e malinconiche ma bellissime allo stesso tempo, come la straordinaria Still Fighting It che invito tutti ad ascoltare: mi azzardo tranquillamente a dire che è una delle OST di un drama più belle che siano mai state fatte! :clap: :clap: :clap:

Quindi per finire, consiglio caldamente la visione di questo bel drama a chi è interessato alla Corea ed alla sua cultura, alla sua attualità ed a chi vuol vedere personaggi assolutamente interessanti ed originali che difficilmente (almeno per ora) potrà trovare da qualche altra parte! :cuore:

Edited by moon-eo - 13/10/2020, 22:56
 
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view post Posted on 12/7/2020, 10:01     +1   -1
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A me è piaciuto molto! Vi lascio un video per ulteriori approfondimenti!https://youtu.be/bP0eSPi8CsA
 
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view post Posted on 24/7/2020, 19:59     +1   -1
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Che vuol dire che un destino non tradisce? Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; più profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza.

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Ho iniziato oggi questo drama e, come di consuetudine in questo periodo, ho deciso di guardarne una puntata al giorno in modo da goderlo senza divorarlo.

Il primo episodio in pratica non è niente più che la trama che si trova in cima al post, quindi immagino che anche la seconda puntata lo sia.
Sono stata spinta sia dal fenomeno enorme creatori intorno a questo drama (che immagino sia al 50% dovuto al fatto che sia co-prodotto da Netflix, anche drama Sòla sono diventati dei fenomeni solo perché sono su Netflix), sia per l'attore protagonista che non ha mai sbagliato un progetto.

La sua interpretazione infatti tira avanti un'ora e un quarto di episodio, praticamente la prima puntata regge bene non solo per i temi trattati ma anche, e soprattutto, per lui. Come attore, come presenza scenica e anche come personaggio.

Non si può non empatizzare con lui, alla fine della puntata dentro di me continuavo a ripetermi "uccidilo, fregatene dei tuoi principi e ammazzalo questo bastardo, salvi il mondo se lo ammazzi questo stronzo", segno che lo spettatore è completamente coinvolto dal personaggio, dai sentimenti, dalla storia e dai principi di Seori (si scrive così?).

Una cosa che non ho affatto compreso e che mi ha fatto storcere moltissimo il naso è stato il passaggio brusco da antipatia nei confronti della ragazza omertosa a cotta già ammessa.
So che lei può anche essere compresa, vista la situazione, ma resta comunque una persona omertosa, che guarda la sofferenza altrui e si gira dall'altra parte, che abbassa la testa, il perfetto opposto dei principi di lui.
Quindi non riesco a comprendere come sia scoccata la scintilla.
Leggendo la sinossi non è difficile comprendere che non sia lei la protagonista femminile, fatto sta che questo passaggio è incomprensibile.

Domani andrò avanti, anche se ammetto che la voglia di vedere la seconda puntata è tanta e devo frenarmi.
 
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view post Posted on 25/7/2020, 18:10     +1   -1
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Mi dispiace che tu abbia giudicato Soo Ah in modo così perentorio....forse è un po' presto per giudicarla?? Come ho scritto nella mia recensione, è un personaggio che mi è piaciuto moltissimo forse è per questo che ti sto scrivendo :gnegne: :gnegne: È sicuramente il personaggio più complesso del drama: in una storia in cui i buoni stanno da una parte ed i cattivi stanno dall'altra, un po' come in una scacchiera, lei riesce a mostrarci la vera complessità dell'animo umano che non appartiene mai nettamente ad una parte o ad un'altra ma sta, meschino, nel mezzo...... Forse è proprio per questo che il personaggio di Oh Soo Ah non è piaciuto (non sei affatto l'unica), perché è maledettamente complicato da capire. Ma proprio perché sei ancora all'inizio della storia ti invito (come scrissi nella recensione) a guardare a questo personaggio non con gli occhi della ragione ma con quelli dell'empatia, cercando di mettersi il più possibile nei suoi panni....
È davvero una persona omertosa come una criminale oppure è una ragazza fragile, molto fragile; che si ritrova in una situazione molto difficile e che deve vivere in un mondo ancora più difficile e disumanamente spietato??
Tutto dipende con che occhi la guarderai! ;)

Sperando in un vostro avvicinamento....Buona Visione! :cuore:
P.S: si scrive "Saeroyi" XP XP
 
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view post Posted on 25/7/2020, 20:00     +1   -1
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Al di là del suo personaggio, io posso comprendere il suo atteggiamento omertoso, visto come sono andate le cose. Quello che nel primo episodio mi ha lasciata un po' Meh è stato il passaggio del protagonista da indifferenza e antipatia a cotta dichiarata nel giro di una notte (letteralmente).
Non sono prevenuta nei confronti del personaggio, non la trovo antipatica ma semplicemente in linea con il posto e le persone tra cui vive; non mi spingerei mai a giudicarla al primo episodio. L'omertà non la rende una criminale, la rende il frutto del suo ambiente e una scelta di vita per poter essere serena, scelta rispettabile anche quando non condivisa.

Edited by choiaera‚ - 26/7/2020, 16:38
 
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view post Posted on 26/7/2020, 15:28     +1   -1

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Mi è piaciuto, comunque quasi esclusivamente per la protagonista, ben superiore al protagonista maschile (la cui faccia non ho mai sopportato), in tutto e per tutto (leggero cinismo compreso).
 
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view post Posted on 26/7/2020, 15:42     +1   -1
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choiaera‚ Beh.... in realtà l'omertà rende criminali :gnegne: :gnegne: o almeno compartecipi del reato commesso e quindi colpevoli. Forse è perché hai usato questa parola molto dura che ho frainteso quello che volevi dire e ti ho scritto che l'hai giudicata troppo presto, sorry! Io magari di Soo Ah avrei detto che fa l'indifferente, che è egoista – questo sicuramente – ma omertosa forse mi sembra un po' troppo ecco....

Per la cotta di Saeroyi, all'epoca la giustifcai principalmente per due fattori: prima di tutto, la giovanissima età dei personaggi. Hanno soltanto 18/19 anni e a quell'età non c'è bisogno di tanti perché o di chissà cosa per prendersi una cotta per qualcuno, ti pare? :gnegne: :gnegne: :gnegne: Il secondo motivo è il carattere di Saeroyi stesso, o meglio, il "motto" col quale vive: se ti ricordi bene, nella scena in macchina col padre, scopriamo il loro motto che recita: "mai scendere a compromessi coi propri principi" ed il ragazzo segue questo motto pedissequamente – anche troppo! È disposto a non avere amici piuttosto che averli ma compromettere la propria etica! Verso Soo Ah non credo abbia mai provato indifferenza semmai astio misto a timidezza; il primo dovuto al fatto di ritenerla appunto egoista e completamente non in linea coi suoi principi. Ma quando, quel giorno, Soo Ah fa tardi per l'esame e nonostante tutto non accetta i suoi aiuti Saeroyi si rende improvvisamente conto di come Soo Ah sia veramente, in poche parole la capisce. E avendola capita forse la ammira anche, capendo che nonostante la sua situazione non sia per niente facile lei continua imperterrita a lottare, da sola. È bastato quel piccolo incidente a permettere a Park Saeroyi di capire veramente Soo Ah come persona, dietro la facciata antipatica e glaciale che lei si era costruita. Almeno io l'ho capita così, poi non è detto che sia giusto! :gnegne: :gnegne: :gnegne:
 
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