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Memorie di una Geisha

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view post Posted on 4/1/2018, 14:06     +1   -1
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Che vuol dire che un destino non tradisce? Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; più profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza.

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Memorie di una geisha

k6kfjny


Titolo: Memorie di una geisha
Genere: storico, drammatico, sentimentale
Durata: 144 min
Paese di produzione: Giappone, Stati Uniti
Anno: 2005

Il film è disponibile anche in Italia

Regia: Rob Marshall
Sceneggiatura: Robin Swicord
Produttore: Steven Spielberg
Produttore esecutivo: Gary Barber
Distribuzione (Italia) Eagle Pictures
Fotografia:Dion Beebe
Montaggio: Pietro Scalia
Musiche: John Williams, Yo-Yo Ma, Itzhak Perlman
Scenografia: John Myhre, Gretchen Rau
Costumi: Colleen Atwood

Tratto dal romanzo omonimo di Arthur Golden

Cast:
Zhang Ziyi: Sayuri
Suzuka Ohgo: Chiyo Sakamoto (Sayuri da piccola)
Ken Watanabe: il "Direttore Generale"
Gong Li: Hatsumomo
Michelle Yeoh: Mameha
Youki Kudoh: Tsuka
Kōji Yakusho: l'industriale Nobu Toshikazu
Kaori Momoi: la "Madre"
Tsai Chin: la "Zietta"
Kotoko Kawamura: la "Nonna"
Zoe Weizenbaum: Tsuka
Samantha Futerman: Satsu Sakamoto
Eugenia Yuan: Korin
Cary-Hiroyuki Tagawa: il "Barone"
Kenneth Tsang: il "Generale"
Randall Duk Kim: il dr. "Granchio"
Ted Levine: il colonnello Derricks
Paul Adelstein: Ten. Hutchins
Karl Yune: Koichi
Nobu Matsuhisa: Nobuyuki Matsuhisa
Makoto Iwamatsu: Sakamoto


Trama: sotto spoiler tutta la trama super spoilerosissima
Giappone, anno 1929. In un piccolo villaggio di pescatori la piccola Chiyo Sakamoto , di nove anni, e la sorella più grande Satsu (Samantha Futerman), a seguito di una grave malattia che ha colpito la loro madre, vengono vendute dal padre ad un intermediario, un certo Tanaka. Satsu viene venduta ad un bordello, mentre Chiyo alla Nitta okiya, una casa per geisha.

Nella okiya la piccola Chiyo incontra l'unica geisha in piena attività ivi presente, la bella ma crudele Hatsumomo (Gong Li) . Conosce anche le altre tre occupanti della casa: la "Nonna", una geisha anziana ritirata, la "Madre", che è anche l'amministratrice della casa e la "Zietta", la "sorella maggiore" della Madre e l'unica ad avere gesti gentili verso Chiyo. Come "sorellina maggiore", guida e compagna di sventure, le viene affidata una ragazzina che, per il suo viso tondo e dolce, viene chiamata "Zucca"; con lei Chiyo andrà a scuola di danza, di musica, di cerimonia del tè e di portamento per geisha.
A causa dei suoi occhi grigio-azzurri (molto rari tra gli orientali) Chiyo ha un grande potenziale come geisha, ma Hatsumomo non può tollerare rivali ed utilizza il suo status di geisha principale dell'okiya per maltrattare Chiyo, arrivando a costringerla a giurarle obbedienza in cambio dell'indirizzo del bordello in cui si trovava la sorella Satsu. Questo patto permette ad Hatsumomo di usare Chiyo per danneggiare una geisha rivale, Mameha (Michelle Yeoh), a cui riesce a rubare un prezioso kimono; in nome del patto stretto Hatsumomo spinge la piccola a rovinare il kimono e a riportarlo indietro, assumendosi in questo modo la colpa del misfatto. Una volta saputo l'indirizzo della sorella, la bambina corre da lei e insieme fanno piani per fuggire, ma durante la fuga Chiyo cade rovinosamente da un tetto; viene così scoperta e riportata all'okiya, dove viene sottoposta alle cure mediche. La "Madre" punisce severamente Chiyo, degradandola dalla condizione di "maiko" (studentessa delle arti della geisha) a quella di una umile serva destinata alle prestazioni più degradanti.

Un incontro casuale su un ponte tra la piccola Chiyo ed un uomo elegante dai modi gentili (Direttore Generale di una grande industria di Osaka), accompagnato da due geisha, cambia la vita di Chiyo per sempre. Dopo averle offerto un cono di ghiaccio dolce, l'uomo le regala del denaro racchiuso in un fazzoletto. Colpita dai suoi modi educati e disinteressati, Chiyo decide di non spendere il denaro ricevuto ma di donarlo al tempio (conservando, invece, preziosamente il fazzoletto) esprimendo ardentemente il desiderio di poter un giorno diventare anche lei una geisha, intuendo che questo fosse l'unico modo per portarsi vicino al gentilissimo Direttore Generale.

Il suo sogno comincia a tramutarsi in realtà quando, diversi anni dopo, la stessa Mameha (apparentemente senza alcuna motivazione) visita la okiya per discutere della possibilità di addestrare Chiyo come geisha. Diventata ufficialmente "maiko", ovvero un'apprendista geisha, Chiyo diventa la "sorellina" di Mameha ed anche la sua protetta, e con rapidità sorprendente comincia ad apprendere le molteplici arti di una vera geisha. A seguito di una cerimonia solenne Mameha le conferisce il nome da geisha: Sayuri (Zhang Ziyi) .

Dopo un intenso e rapido addestramento, Mameha le propone di intrattenere con le sue arti l'industriale Nobu Toshikazu. Quando Sayuri scopre che l'uomo è l'assistente del Direttore Generale, crede di aver trovato il modo di stare vicina all'uomo amato, ma è costretta soltanto a fugaci incontri formali con lui, dal momento che Mameha la assegna al suo assistente Nobu, considerato l'unico modo per mettere in difficoltà Hatsumomo e mandare a monte i suoi progetti per danneggiarla.

Mameha, da esperta geisha e protettrice (onesan, ovvero "sorella maggiore") di Sayuri, introduce la giovane nell'ambiente facendole fare mostra delle arti acquisite: danza, conversazione e cerimonia del tè. Subito cattura l'attenzione di molti clienti abituali e allo stesso tempo l'invidia di molte geisha. Si apre l'asta per il suo "mizuage", ovvero per appropriarsi della sua verginità, venduta a un certo dottor "Granchio" per la somma record di 15.000 yen. Mameha confessa a Sayuri che la maggiore offerta l'aveva fatta il "Barone", suo danna personale, ma che, essendo legata sentimentalmente a lui, aveva deciso di far vincere l'asta al secondo miglior offerente, il dottor "Granchio", appunto. La rapida scalata di Sayuri spinge la "Madre" a dichiararla sua "figlia prediletta", nonché futura amministratrice della proprietà della okiya, soppiantando sia Hatsumomo che Zucca (che, da quel momento, le porterà rancore per averle portato via il sogno di una vita).

A quei tempi Sayuri diventa la geisha più celebre di tutta Gion (quartiere della città di Kyoto). Hatsumomo, accecata dalla gelosia, va nella stanza di Sayuri (che prima era la sua stanza) per cercare qualcosa che potesse danneggiare la ragazza e lì trova il fazzoletto che il Direttore Generale le aveva regalato da bambina. Capito il sentimento di Sayuri per l'uomo, Hatsumomo apostrofa la ragazza, nel frattempo piombata nella stanza, ricordandole che le geisha non possono permettersi il sentimento dell'amore (lei stessa a suo tempo era stata costretta a lasciare l'uomo amato in nome della sua professione). Tra le due si scatena una lotta, durante la quale una lampada ad olio cade a terra provocando un incendio. Mentre l'intera okiya si affretta a spegnere l'incendio e a mettere in salvo i preziosissimi kimono di proprietà della casa per le sue geisha, Hatsumono in un impeto di follia tenta di far bruciare l'intero edificio e i suoi occupanti, gettando a terra tutte le altre lampade a olio. Successivamente, domato l'incendio, Hatsumomo viene scacciata dalla "Madre" e costretta a lasciare la okiya per sempre.

La nuova posizione di Sayuri come tenutaria della Nitta okiya e come geisha più famosa di Gion, tuttavia, durerà poco. La seconda guerra mondiale cambierà le vite delle geisha per sempre. Sotto consiglio del Direttore Generale emigra in campagna, riuscendo così a sfuggire ai bombardamenti o alla deportazione come infermiera o prostituta d'alto bordo per ufficiali. La lussuosa vita di Sayuri si tramuta in una vita di stenti, nell'oscurità della campagna profonda, ridotta al ruolo di contadina, ma alla fine si reincontrerà con l'industriale Nobu, in rovina, che porta nelle tasche delle pietre annerite, ultimo residuo delle sue fiorenti industrie. Nobu invita Sayuri a tornare a Gion per aiutare lui e il Direttore Generale: un ufficiale americano, il colonnello Derricks, che poteva finanziare la ricostruzione delle aziende distrutte, si era infatti interessato a lei e Sayuri avrebbe dovuto usare le arti da geisha per renderlo più affabile. Dopo un iniziale tentennamento Sayuri accetta e, tornata a casa, rimedia qualche kimono, convincendo anche Mameha (ora "vedova" del suo danna) a riprendere in mano la vecchia vita e ad aiutarla a recuperare lo splendore di una volta. Reincontra anche "Zucca", ora completamente americanizzata e ridotta al ruolo di meretrice per gli ufficiali statunitensi. Su un'isola, in privato, Nobu finalmente confessa a Sayuri che vorrebbe diventare il suo danna. Nonostante tutto, Sayuri ancora nutre sentimenti di amore per il Direttore Generale, ed orchestra una messinscena per rendersi indesiderabile agli occhi di Nobu. Chiede allora a "Zucca" di portare Nobu in un luogo preciso ad un orario stabilito: questo per permettergli di sorprendere Sayuri e il colonnello Derricks impegnati in atteggiamenti intimi. "Zucca", invece, vedendo l'occasione di potersi vendicare, porterà ad assistere all'incontro nientemeno che il Direttore Generale. Quando l'industriale Nobu viene a conoscenza della tresca, non perdonerà, né vorrà più vedere, Sayuri.

Successivamente, senza che sia stato fatto alcun nome, arriva alla Nitta okiya un biglietto dove si legge che un danna ha deciso di scegliere Sayuri e di riscattare l'intero suo debito, fissando un appuntamento in un gazebo di un parco lungo il fiume. Sayuri, andando all'incontro, si aspetta di trovare Nobu, ma trova invece con sua grande sorpresa l'amato Direttore Generale. Quest'ultimo le rivela finalmente i suoi sentimenti d'amore, svelandole anche che fin dall'inizio aveva riconosciuto in lei la bambina a cui aveva comprato un cono di ghiaccio e che fu lui stesso a chiedere a Mameha di prenderla sotto la sua ala.

Il film finisce con la voce narrante di una Sayuri anziana rimembrante il suo primo giorno di vita felice, mitigato dalla consapevolezza dell'essere soltanto "una moglie a metà".

(c)wiki

n.d.m. ricorda di citare sempre le fonti


Riconoscimenti:

2006 - Premio Oscar
Migliore fotografia a Dion Beebe
Migliore scenografia a John Myhre e Gretchen Rau
Migliori costumi a Colleen Atwood
Nastro d'argento speciale a Pietro Scalia
...e tanti altri.




Ho aperto questa discussione perché ho visto il film ieri sera e mi sono resa conto che mancava ancora il topic in questa sezione. Spero che possa essere considerata la sezione giusta dato che il cast è interamente asiatico e che su wiki mette il Giappone come paese di produzione (anche se i money erano per lo più americani pare che la casa produttrice fosse giapponese e che abbiano scelto loro il cast su cui nacque la polemica).
In caso contrario chiedo perdono. :inchino:

Edited by cris01 - 23/5/2018, 12:37
 
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view post Posted on 4/1/2018, 20:57     +1   -1
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Sono stati spesi fiumi di inchiostro per elogiare questo film quindi non sarò io ad aggiungerne altro.
Ciò che mi ha più colpito è stato senza dubbio, da incredibile romantica quale sono, l’intensità e la durata di un amore che ha accompagnato tutta la vita di questa donna e che ha influenzato ogni sua scelta.

Le citazioni dal libro sono poetiche come si conviene ma si evince chiaramente che l’opera esce da una mano americana. La geisha diventa una prostituta d’élite (anche se nel film la cosa è molto velata e più volte viene ripetuto che una geisha non è una donna di malaffare), il tipo di approccio è strettamente occidentale e adesso che ho visto qualche drama e qualche film giapponese in toto posso ben dire che la differenza si sente.

Non saprei dire cosa sia, è quella sorta di lirismo un po’ patetico (nel senso migliore del termine) che impregna ogni prodotto made in japan. Tendono a rendere tutto lento, tutto poetico, tutto silenzioso, tutto…religiosamente sentito. Non riesco a spiegare la sensazione che provo nel guardare qualsiasi prodotto nipponico ma è una sensazione che provo solo con cose concernenti questo paese, dalla poesia, alla pittura alla musica, al cinema.

Passando alla parte ludica:
il montaggio è stato affidato ad un siciliano (un catanese per la precisione) quindi il mio orgoglio di conterranea per un attimo ha provato una forte simpatia. Poco importa che per lui l’arancina sia maschio, un peccato veniale (del resto sappiamo tutti che le cose migliori della vita sono femminili: la pasta, la pizza, la cassata, la cioccolata, la cannol…ah, no. Vabbè, il cannolo un giorno si pentirà di aver scelto la parte sbagliata).

Su wikipedia ho letto che c’è stato chi ha criticato la scelta di mettere attrici non giapponesi come protagoniste del film. Ma il film, secondo me, è destinato prevalentemente ad un mercato occidentale. Per mia madre, ad esempio, chiunque abbia gli occhi a mandorla è giapponese (se lo vede in televisione, dal vivo invece sono tutti cinesi e vogliono venderti bastoni da selfie); quindi capisco Sandra Oh (l’attrice sud coreana di origini che interpretava Cristina Yang in Grey’s Anatomy) che risponde alla critica su questa scia. Però io mi sento di spezzare una lancia in favore di chi dire che si nota la provenienza cinese. È vero, si nota. Si nota perché dopo un anno passato a vedere solo drama cinesi, giapponesi e coreani vuoi o non vuoi ci fai l’occhio. Riconosci una star Hallyu (e il chirurgo che le ha ricostruito la faccia) lontano un miglio, così come ti rendi conto della differenza tra un cinese ed un giapponese. Ma la domanda principale è una: macchissene frega se si nota? La protagonista è stata brevissima nella sua parte e l’unica cosa che rimprovero è stato il doppiaggio, la voce stridula mi ha dato un fastidio immane.

Vedetelo se non lo avete ancora visto, ne vale la pena.
 
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1 replies since 4/1/2018, 14:06   195 views
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