Ho finito
CONTROL ~ Hanzai shinri sosa ~ e devo subito fare una lamentela: è finito troppo in fretta!
Il fatto è che il setting funzionava, i personaggi principali e secondari erano ormai ben delineati (anzi, i protagonisti avrebbero potuto avere ancora un po' di spazio, volendo), quindi volendo di episodi avrebbero potuto farne anche una ventina!
Diversamente dagli altri gialli che ho visto, in CONTROL le puntate non sono autoconclusive ma, a parte le prime, la soluzione dei casi richiede due puntate. Va anche detto che le puntate sono piuttosto brevi, quindi comunque non ci sono tempi morti né vanno tanto per le lunghe.
Ora, cosa mi è piaciuto tanto di CONTROL? I personaggi, presi singolarmente, non sono eccezionali: Segawa Rio è la tipica detective donna tutta lavoro (un indicatore di questa condizione? Indossa sempre completi giacca-pantalone ed il dolcevita, sempre in colori poco vivaci); il professor Nagumo è un esperto del suo settore, anche se non è particolarmente popolare fra gli studenti, vede materiale di studio nelle persone con cui ha a che fare ed ha i suoi piccoli tic (come mangiare continuamente
jamu-pan). Poi ci sono gli altri: Teranishi, compagno di Segawa all'accademia di polizia, idealista ed un po' ingenuo; Koishikawa, capo dell'Unità Crimini Violenti, buffo nei suoi tentativi di accaparrarsi il merito per la soluzione dei casi cui ha contribuito Nagumo; Sugi, il vecchio segugio della squadra, il più disposto a concedere al team Segawa - Nagumo la possibilità di partecipare alle indagini; e tutti gli altri. Se presi da soli non sono indimenticabili, nelle loro interazioni fatte di indifferenza, oppure orgoglio, rivalità, simpatia, fiducia e sfiducia, formano un cocktail frizzante ma credibile. Pur con le loro differenze individuali, e le reciproche punzecchiature, tutti insieme facevano un ottimo lavoro di squadra. Penso che proprio questa squadra sarà ciò che ricorderò con maggiore piacere del drama.
Un'altra cosa che mi è piaciuta è il modo in cui hanno fatto agire il prof Nagumo nelle indagini. Non so in quanti abbiano presente
Criminal minds, ma io lo trovavo snervantissimo. Perché? Perché i sedicenti esperti di psiche che dovevano fare i
profiler lì in sostanza avevano pronto un armamentario di etichettine e le appiccicavano arbitrariamente. Magari andavano a fare un sopralluogo nella casa del sospettato ed a partire dal modo in cui aveva strizzato il dentifricio pretendevano di attribuirgli una sindrome di quello od un'ossessione di quell'altro, appiccicandogli una delle loro etichettine preconfezionate. Che cosa irritante!
Era la mia perplessità maggiore quando ho iniziato a guardare CONTROL.
Nagumo invece fa un mestiere completamente diverso. Innanzitutto lavora a partire dall'osservazione del comportamento delle persone che ha davanti (parenti delle vittime, testimoni, imputati); non fabbrica profili sulla base di qualche magro indizio e di stereotipi astratti, bensì cerca di comprendere lo stato d'animo delle persone che si trova davanti e di prevederne le reazioni e le mosse future attraverso gli strumenti che la teoria psicologica gli mette a disposizione. Cerca di valutare se una testimonianza sia credibile, o quale possa essere stato il comportamento più probabile da parte della vittima. La sua non è una presenza troppo invadente nel drama, e secondo me questa scelta funziona.
Il finale finale
è aperto, alla City Hunter (manga) per intenderci
quindi mi piace a prescindere
Inoltre ha dei bei colori ed una fotografia bellissima, che mette in luce proprio il grigiore o la crudezza di certi ambienti, specie dei bassifondi con i tetti in lamiera e dei caseggiati popolari che magari hanno un po' di intonaco scrostato, od un garbuglio di fili elettrici in vista.
Insomma, mi è piaciuto! Mi ha messo voglia di guardare un altro mystery giapponese. Lo consiglio