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Ferro 3 - La casa vuota

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tesshan
view post Posted on 28/10/2007, 17:12     +1   -1




Ferro 3
La casa vuota

Ferro3-Lacasavuota


Titolo originale: Bin-jip (La casa vuota) / 빈집
Anno di produzione: 2004
Regia e sceneggiatura: Kim Ki-Duk
Nazione: Corea del Sud


Il film è disponibile anche in Italia.


Cast:
Hyun-kyoon Lee (Jae Hee)... Tae-suk
Seung-yeon Lee ... Sun-hwa
Hyuk-ho Kwon ... Min-gyu (il marito)


Trama - Tratta dalle parole del regista (!):

Esco dalla mia casa.
Mentre sono fuori, qualcun altro entra nella mia casa vuota e ci vive.
Mangia cibo dal mio frigorifero, dorme nel mio letto, guarda la mia TV.
Forse perché si sente in colpa, aggiusta la mia sveglia rotta, fa il bucato, mette tutto in ordine e poi scompare.
Come se nessuno fosse mai stato lì...

Un giorno entro in una casa vuota.
Sembra che non ci sia davvero nessuno, così mi spoglio, mi faccio un bagno, preparo da mangiare, faccio il bucato, aggiusto una bilancia e mi esercito a golf nel giardino di casa.
Nella casa c'è una donna scoraggiata, spaventata e ferita che non esce mai e piange.
Mostro a lei la mia solitudine. Ci capiamo senza dire una parola, scappiamo via senza dire una parola.

Mentre scegliamo in quale casa vivere, ci sentiamo sempre più liberi.
Nel momento in cui sembra che la nostra sete di libertà si sia placata, restiamo intrappolati all'interno di una casa buia.
L'uno resta in una casa fatta di nostalgia.
L'altro impara a diventare un fantasma per nascondersi nel mondo della nostalgia.

Ora che sono un fantasma non ho più voglia di cercare una casa vuota.
Ora sono libero di andare nella casa in cui vive la mia amata e darle un bacio felice.
Nessuno sa che sono lì.
Tranne la persona che mi aspetta...
Qualcuno arriva sempre per la persona che aspetta... Arriva di sicuro... dalla persona che aspetta...

In questo giorno del 2004 qualcuno aprirà il lucchetto che blocca la mia porta e mi renderà libero.
Avrò cieca fiducia in questa persona e la seguirò ovunque, non importa dove o cosa ci succederà...
Verso un nuovo destino...

E' difficile dire se il mondo in cui viviamo è sogno o realtà.

Agosto 2004, Kim Ki-duk in una casa vuota



Riconoscimenti

- Leone d'argento a Ki-duk Kim alla Mostra d'arte cinematografica di Venezia, 2004
- Premio FIPRESCI a Ki-duk Kim alla Mostra d'arte cinematografica di Venezia, 2004
- Miglior sceneggiatura ai 24° Critics Choice Awards, 2004
- Netpac Award a Ki-duk Kim al Pusan International Film Festival, 2004


Trailer
Video


Curiosità:
1. Un mese per scrivere la storia, 16 giorni per girarla, poco più di una settimana per montarla.
2. La mazza del titolo, la numero 3, è la meno utilizzata nel golf: «In questa immagine - spiega con puntiglio Kim, preoccupato di parlare anche al meno acuto fra i suoi spettatori - vedo la metafora di una persona abbandonata o di una casa vuota». Ma il ferro 3, prosegue, è anche l’arma con cui Tae-suk salva Sun-hwa, «diventando così il simbolo della speranza di un cambiamento».
3. Il film doveva essere musicato da Michael Nyman (suo il cd - Live del 1994 - che il protagonista inserisce nel lettore dello stereo in casa del fotografo) ma per motivi ignoti la collaborazione è saltata all’ultimo minuto.


Recensioni e commenti: - tratti da mymovies:

Critici:
1. Roberto Escobar Il Sole-24 Ore:
"Perché Tae-suk entra nelle case vuote? Per occupare uno spazio residuale, uno spazio lasciato. Il fatto è che Tae-suk ambisce al vuoto, e dunque anche allo 0 della bilancia, approssimazione domestica alla rarefazione d’ogni metafisica.
[...]
Chiuso in cella, prima s’arrampica su per i muri, e poi, con assiduità e applicazione, impara a nascondersi alle spalle del carceriere. Tradotto: impara a nascondersi nello Spazio vuoto, nello spazio residuale dello sguardo umano, capace di vedere solo davanti a sé, per i soliti e miseri 180 gradi. Lì, dove l’occhio e il cinema non arrivano, così par di capire, c’è la libertà. (non sono del tutto d'accordo con questa opinione, ma la trovo interessante - NdStep)

2. Alessandra De Luca Ciak:
L'amore - Un sentimento che muterà il protagonista in una presenza impalpabile e sfuggente, pura immagine nella mente di chi ha bisogno. Trasformando metaforicamente gli esseri umani in case vuote in attesa che qualcuno forzi la serratura per liberarli, il regista confonde i diversi piani del reale, lasciando quasi che le cose accadano davanti alla cinepresa secondo ragioni profonde, riuscendo a dare voce al silenzio, come i solo i grandi maestri del muto sanno fare. («Siamo tutti case vuote, e tutti aspettiamo qualcuno che rompa la serratura e ci renda liberi» sono parole del regista - NdStep)

3. Alberto Castellano Il mattino
Racconto davvero intelligente, imprevedibile e intrigante nel mescolare il fisico col metafisico, la fluidità narrativa con l'eleganza scenografica.

4. Gian Luigi Rondi Il tempo
Tae-suk, forse morto in prigione, forse riuscendo misteriosamente ad uscire dal proprio corpo, da quel momento tornerà sempre al fianco della sua amata. Lirismo e visionarietà.

5. Matteo Columbo Il morandini 2007
Presenza perfino feroce nei suoi film precedenti (L'isola), qui la violenza è indiretta, non fisica o fuori campo. Anche la violenza della prigionia - il contrario della casa, delle case che Tae-suk, angelo anarchico ma metodico, riabilita e fa rivivere -“è vanificata da una bellezza che avvera un magico annullamento spazio-temporale”.


Pubblico:

1. Mattia Nicoletti - Altra trama spiegata in maniera più semplice:
Abbandonati la valle sperduta e la casetta galleggiante del monaco, della favola morale Primavera, estate, autunno e inverno e... ancora primavera, il regista coreano torna ai giorni nostri per raccontare il tema della solitudine e dell'amore. Tae-Suk è un giovane che trascorre le sue giornate entrando nelle case lasciate vuote occasionalmente dai proprietari. Dorme sul divano, si fa la doccia, lava i panni, aggiusta gli oggetti che non funzionano, gioca a golf e si scatta fotografie da solo con la sua camera digitale. Tutto con una leggerezza quasi ultraterrena. Un giorno, entrando in una casa, si accorge c'è una ragazza, Sun-hwa, che ha dei segni di maltrattamenti sul viso. Sono i continui litigi con il marito. Tae-suk la prende con sé, per vagare insieme nelle case degli altri, e condividere questo strano modo di vivere che trasforma, lentamente, la loro amicizia in amore. Un evento inaspettato li allontanerà, ma non per sempre.
Ferro 3 descrive la solitudine dei protagonisti, eliminando il dialogo, limitato alle grida fredde dei personaggi di contorno, e lasciando parlare i silenzi dei sinuosi movimenti di Tae-Suk. Sembra volare negli spazi, così come era sospesa sull' acqua dell'irreale lago, la casa del monaco nel film precedente.
I gesti che compie nelle sue giornate sono il suo divertimento, il trascorrere del tempo di una persona che vive da sola, e che nella vita non ha dimenticato uno degli elementi più importanti, la curiosità. La curiosità, desiderio che spinge verso l'ignoto, fa incontrare poi le due lune, per dare origine a un amore quasi angelicato, nel quale comunicare è muoversi, affascinare è sfiorarsi. Per giungere poi, all'ultima sequenza del film, in cui l'occhio artistico del pittore dipinge l'amore, sentimento magico, impalpabile come l'aria.

2. Mario conti
Ferro 3 è assolutamente, esclusivamente cinema. Anche se mai visto, mai ascoltato: ma il cinema, sappiamo, nacque muto; e muto si impose alle masse, muto affascinò e sedusse. "Ti amo". L'unica frase pronuciata (meglio:sussurrata) dai protagonisti scatena il paradosso. Sono parole abusate, saccheggiate da un qualsiasi sceneggiatore pigro, quasi a voler dare respiro all'ansimare della pellicola, a restituirle vigore e slancio, prima della agnizione, dell'Amore urlato e mostrato come un brutto quadro in un salotto volgare. In Ferro 3 quel "Ti amo" è essa stessa agnizione. E' verbo leggero e inaspettato, è un riaccostare le reciproche solitudini e rinsaldarle, trasportarle dalla fantasia alla vita. Inutile cercare, nella seconda parte del film, riferimenti razionali. L'uomo, divenuto invisibile, nell'amore ritrova carne, muscoli e pulsazioni;e si fa carne per colei che ama, da cui è amato. E' forse questo il segreto di ogni sentimento: il sogno di esistere soltanto per una persona, l'unica che sappia leggere dentro di noi, l'unica verso cui non proviamo timore ad aprire il nostro libro spesso sritto male, pieno di zoppicature e strafalcioni. Perchè difficile è la sintassi dell'esistenza. E poi, insomma, il film si lascia guardare e scorre via lento e placido. I personaggi di contorno gridano, soffrono, si dimenano, corrono. E loro due, bellissimi e imperturbabili, continuano ad anelare all'ordine e al rispetto. Violano case, ma le riassettano (anche ciò metafora dell'amore? L'amore non nasce forse come invasione di un'intimità, non sconvolge, viola, penetra e poi si riequilibra nei suoi corollari di affetto e complicità?), salgono su una bilancia e non vi leggono che assenza di peso: nell'amore sono diventati anima. Lo abbiamo sperato tutti, almeno da adolescenti: un amore fatto solo di sguardi, di intese, un amore che ti faccia volare e ti renda etereo, forse folle, felicemente folle. Si esce dal cinema, sempre più vuoto, abovinevolmente disertato, e si è felici.

3. Sy
Il silenzio viene usato come un alternativo mezzo di comunicazione fra i due.

4. Bidibi
Il paragone più appropriato sia quello col Piccolo Principe: come lui, anche Tae-suk è una persona sola, ultrasensibile, capace di provare e manifestare autentico interesse per gli altri; ma a differenza del ragazzino creato da Saint-Exupéry, il Piccolo Principe coreano non soddisfa la sua curiosità per gli uomini sommergendo il prossimo di domande... Sceglie invece di osservare i suoi simili ‘nell'assenza’: entra di nascosto nelle case di sconoscuti mentre sono via e ne vive per pochi giorni la quotidianità attraverso l'uso delle loro stanze e dei loro oggetti personali.

5. Ros
Ho visto un film che è poesia. (sono d'accordo!!! NdStep)



jpg

Brevi informazioni sul regista - tratte dal sito Mymovies:
"Il mio cinema è un dialogo fatto d'immagini, come per la pittura".
Tacciato di essere un visionario in patria e osannato, invece, con una pioggia di riconoscimenti nel vecchio continente, le opere del regista coreano si distinguono per la ricorrenza di tematiche ed elementi duri, mostrati allo spettatore in maniera fredda e quasi naturale. Elementi questi che, miscelati a scelte stilistiche e narrative fortemente innovative, danno vita a una forma totalmente estranea a paragoni e parallelismi, un'esperienza magica e sensoriale scaturita, invece, dalla passione di un autodidatta che il cinema non lo ha mai studiato né sotto l'aspetto teorico né nella pratica.
Kim Ki-Duk nasce nel 1960 a Bonghwa, piccolo villaggio della Corea del Sud, trasferendosi all'età di nove anni a Seoul, dove frequenta una scuola di avviamento professionale al settore agricolo. Abbandonati gli studi per problemi familiari si arruola, all'età di vent'anni, nell'esercito, esperienza questa che condizionerà profondamente il suo modo di vedere i rapporti interpersonali e, conseguentemente, l'estro e la creatività al servizio dell'arte. Parentesi altrettanto importante è quella che lo vede avvicinarsi alla religione, trascorrendo due anni in una chiesa per ciechi col fine di diventare predicatore. L'arte però, altra passione coltivata negli anni, lo trascina violentemente fuori dal suo passato, portandolo ad intraprendere un viaggio nel vecchio continente dal sapore bohemien. Parigi diventa quindi la palestra migliore per un pittore che sopravvive grazie alle sue opere e che, a stento, porta avanti l'amore per l'arte vissuta a trecentosessanta gradi iniziando, tra l'altro, a scrivere sceneggiature per il cinema.
[...]
È il 2003 l'anno della cosiddetta maturità artistica che in Kim trova forma ed espressione in Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera, pellicola che si discosta dalla durezza delle precedenti ma che allo stesso tempo contiene un forte equilibrio visivo e narrativo, tanto da consacrare definitivamente il suo autore in tutta Europa. L'anno successivo realizza La Samaritana, film che riporta a galla forti tematiche come la prostituzione e che vale l'Orso d'argento a Berlino per la regia.
Autore volitivo e in continua eruzione Kim nello stesso anno porta in scena Ferro 3-La casa vuota, anch'esso energicamente legato alle tematiche giovanili tanto da diventarne in un certo qual modo summa artistica e personale. Il film non tarda ad essere apprezzato ricevendo il Leone d'argento alla Mostra Internazione d'Arte Cinematografica di Venezia nel 2004.
Nei due anni successivi realizza L'arco (2005) e Time (2006), pellicole che in maniera diametralmente opposta analizzano la profondità dell'amore, scandagliandone i fondali fino a toccare aspetti ambigui e pericolasi come la pedofilia.


Ferro_3




Links:
Cinema Coreano
Mymovies

Guardatelo in tante! :bau:


Credt:_Step88_







ho finalmene visto Ferro3. l'ho visto insieme a mia sorella che si è addormanetata prima della fine. poverina...questo genere di film non fà per lei ma ho apprezzato il tentativo. io invece l'ho adorato. veramente bello e silenzioso!

Edited by cris01 - 5/1/2018, 17:50
 
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view post Posted on 22/1/2008, 11:10     +1   -1
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Yamashita Señorita

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Ieri sera, dopo tanto tempo, ho rivisto Ferro 3 - La casa vuota.
:wub: mi piace davvero tanto.
A parte il fatto che trovo assolutamente geniale il personaggio del protagonista
SPOILER (click to view)
che entra nelle case vuote, fa le pulzie, ripara gli oggetti rotti e se ne va dopo una foto ricordo

ma il silenzio di questo film è qualcosa di veramente incredibile: l'intensità degli sguardi e dei gesti non fa minimamente sentire la mancanza delle voci e, anzi, i pochi dialoghi dei personaggi secondari, danno quasi fastidio, come se interrompessero qualcosa.
:huhu: bello, bello, bello.
 
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kaory72
view post Posted on 27/3/2009, 11:04     +1   -1




Vorrei chiedervi invece se qualcuno di voi ha visto Iron 3 e se mi spiega il significato di questo film? :nfg:
Ieri sera facendo zapping ho visto all'improvviso il viso di Jae Hee - mi sono subito fermata e ho iniziato a vederlo, come perdersi questa occasione ghiotta - ogni tanto un film trasmesso in italia- ?
Ora non so se il motivo dipenda dal fatto che era iniziato da un bel pò , ma io sono rimasta un pò delusa .... il protagonista non dice una e dico una parola, il film era pesante, noioso e a tratti irritante
SPOILER (click to view)
come avrei voluto picchiare l'agente di polizia quando lo porta dal marito di lei per farlo colpire con le palle da golf , e anche il guardiano della cella :grrr:


In conclusione non ho capito il significato intrinseco del film.... che voleva dire con quel suo diventare invisibili (annullarsi quindi) agli occhi degli altri ma non della sua amata? Spiegatemi :pazz: :pazz:




Edited by kaory72 - 29/6/2009, 18:08
 
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_Step88_
view post Posted on 27/3/2009, 11:45     +1   -1




QUOTE
Indi: Ma se ti vuoi rifare gli occhi per davvero, oltre a vederti un film che HA UNA TRAMA, allora dirotta verso questo----> Eternal Summer

grazie! in effetti visti i commenti positivissimi che avevo riscontrato qua e là avevo già una mezza idea di vederlo...provvederò al più presto!

QUOTE
Kaory: Vorrei chiedervi invece se qualcuno di voi ha visto Iron 3 e se mi spiega il significato di questo film?

è uno dei miei film preferiti di tutti i tempi!!!
in effetti però ho notato che suscita pareri del tutto discordanti...c'è chi lo ama alla follia (come me) e chi invece l'ha trovato proprio palloso...io l'ho visto quando era uscito al cinema e me ne ero innamorata...mi aveva colpita tanto...
ad essere sinceri non ricordo, visto il tempo passato, tutti i particolari del film, ma se non sbaglio all'epoca avevo interpretato
SPOILER (click to view)
la scena della bilancia come un messaggio per dire che l'amore non ha nè corpo nè peso...

magari me lo riguardo visto che mi è venuta nostalgia...posso aiutarti poi ad aggiungere i commenti sulla scheda?
 
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view post Posted on 27/3/2009, 12:42     +1   -1
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한국인의마음을 가진 이태리인

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io ho visto Ferro 3 e mi è piaciuto ma non alla follia, diciamo che mi sento un po' come kang Ji hwan quando dice che ha bisogno di film semplici :gnegne:
E' un film particolare, ma non so neanche io spiegarlo molto ahaha!!

Trovo i suoi lavori a volte assurdi, esagerati (vedi l'Arco che proprio non mi è piaciuto per niente, anche mi ha lasciato una brutta sensazione). Kim Ki duk è un regista famoso all'estero forse di più di quando lo sia in patria. Quando ero a Seoul, una delle mie amiche coreana ricordo che rimase un po' stupita quando le dissi che in Italia, come film coreani, arrivano quasi esclusivamente quelli di Kim Ki Duk. Affermò che non è considerato così genio in patria.

Io però devo ancora vedere "primavera estate autunno inverno e ancora primavera" che mi interessa molto. Mentre pare che Bi Mong , il suo ultimo lavoro, non valga molto.

 
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_Step88_
view post Posted on 27/3/2009, 14:09     +1   -1




QUOTE
primavera estate autunno inverno... e ancora primavera

io l'ho visto e mi è piaciuto, anche se non tanto quanto ferro 3...è pieno d simbolismi...se non ricordo male avevo pure analizzato qualcosa...
mentre in ferro 3 al centro sta il sentimento dell'amore, in quest'altro l'attante è il ciclo della vita...
 
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Indi84
view post Posted on 27/3/2009, 15:28     +1   -1




Ferro 3 l'ho visto qualche tempo fa su rai 3, in terza serata :nfg:
Se mi dovessi basare sulla prima metà direi: che SCHIFO di film! tempo perso :sweat:
ma dalla seconda metà, in un certo senso, riesci ad entrare nel mondo dei due protagonisti, fatto di silenzi e di sguardi che dicono molto di più di mille parole
In particolare, ci sono due pezzi del film che mi sono piaciuti molto
SPOILER (click to view)
quando lui va a finire in prigione riuscendo a perfezionare l'erte del "mimetismo" :tw:
lì mi son detta: mmh, questa tecnica potrei usarla agli esami scritti *__*
:gnegne: :gnegne: :gnegne:
la seconda, quando il ragazzo si intrufola nella casa dell'amata diventando l'amante invisibile :gnegne: :gnegne: :gnegne:
sai che prurito in testa che doveva avere il marito! :mhuaua:

Kaory, io te lo consiglio, non sarà un capolavoro come viene ritenuto, però spazi di molto la visione cinematografica coreana :smoke:

per quanto riguarda primavera estate autunno inverno... e ancora primavera, posso dire solo una cosa: N-O-I-O-S-O! :yawn:
 
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view post Posted on 31/3/2009, 19:29     +1   -1
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wow :spavento: grazie :spavento: :respect:

io non l'ho ancora visto, anche se scaricato un secolo fa (insieme a tanti altri di kim ki duk)... che dire :spavento: lo vedrò al più presto perchè mi hai messo davvero curiosità :cuute:
oltretutto... come resistere ad un tae-suk = piccolo principe *_*



ps: ho rimpicciolito la locandina perchè sformava la pagina ;)
 
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kaory72
view post Posted on 31/3/2009, 19:34     +1   -1




Steep mi hai fatto venir voglia di rivederlo - però questa volta in lingua originale e con i sottotioli- in modo da capire questa volta i simbolismi presenti...... bellissima recensione :clap: :clap:
 
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view post Posted on 31/3/2009, 19:48     +1   -1
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Yamashita Señorita

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:cuute: anche a me è venuta voglia di rivederlo! E' un film che mi è piaciuto veramente tanto, soprattutto perchè davvero il silenzio è pressocchè necessario per entrare in completa sintonia con i personaggi!
Tra l'altro l'idea di base del ragazzo che entra nelle case le usa, mette a posto ciò che non va e poi sparisce mi piace tantissimo! :wub: Mi trasmette un senso di serenità in un certo senso vederlo all'opera in così buona fede!
 
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view post Posted on 31/3/2009, 20:06     +1   -1
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Ferro 3 è bellissimo!!! io ho visto sia "l'arco" che "primavera estate autunno inverno... e ancora primavera" di Kim Ki-duk ma ferro 3 resta il mio preferito!!!!!
e poi qui Jae Hee è veramente bravo!!!!!!
 
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view post Posted on 31/3/2009, 20:34     +1   -1
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Step ma tu mi vuoi morta ç___ç

io è una vita che voglio vedere sto film, ho sempre rimandato e ora che non ho più la possibiltà di "recuperarlo" mi hai fatto venire una voglia :sbav:

chiederò a qualcuno di procurarmelo :huhuhu:
 
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Misato-san
view post Posted on 31/3/2009, 20:39     +1   -1




:gnegne: :gnegne: :gnegne:
ma solo io l'ho trovato tremendo e pretenzioso e in generale detesto Kim Ki-duk?
L'ho visto al cinema (e' licensiato in Italia, occhio a che scrivete ^_- ), e ne ho un ricordo tremendo... di solito amo il cinema coreano e neanche poco, ma Kim Ki-duk con me non ne ha azzeccata una :mhuaua:
 
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_Step88_
view post Posted on 31/3/2009, 21:04     +1   -1




QUOTE (tsukushi*makino @ 31/3/2009, 20:29)
wow :spavento: grazie :spavento: :respect:

io non l'ho ancora visto, anche se scaricato un secolo fa (insieme a tanti altri di kim ki duk)... che dire :spavento: lo vedrò al più presto perchè mi hai messo davvero curiosità :cuute:
oltretutto... come resistere ad un tae-suk = piccolo principe *_*



ps: ho rimpicciolito la locandina perchè sformava la pagina ;)

:gnegne: XD Bene!

Voglio consigliare in ogni caso di cercare di non avere aspettative troppo elevate cosicchè l'opera vi possa meglio affascinare....io nel 2004 non avevo idea di come sarebbe stato il film, e forse anche per questo sono riuscita ad interiorizzarlo meglio... altrimenti può anche risultare lento...ricordo più spettatori della sala che erano uscito stralamentandosi mentre io li guardavo incredula...ero ancora sprofondata nell'atmosfera magica e ovattata, i miei pensieri vagavano ancora in cerca di carpire meglio i messaggi più velati....insomma ci ero proprio annegata dentro. Avevo pianto senza neanche riuscire a capire del tutto come mai mi avesse coinvolta tanto...ora, a maturità (almeno in parte) raggiunta, ci riesco un po' meglio.

se devo essere sincera credo che il paragone col piccolo principe sia molto personale, non credo che tutti possano essere d'accordo, però ho aggiunto lo stesso il commento perchè mi ha colpito... :lalala:

tsuku: hai fatto benissimo, non riuscivo a capire come fare! :inchino:

Edited by _Step88_ - 31/3/2009, 22:27
 
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view post Posted on 31/3/2009, 21:17     +1   -1
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한국인의마음을 가진 이태리인

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CITAZIONE (Misato-san @ 31/3/2009, 21:39)
:gnegne: :gnegne: :gnegne:
ma solo io l'ho trovato tremendo e pretenzioso e in generale detesto Kim Ki-duk?
L'ho visto al cinema (e' licensiato in Italia, occhio a che scrivete ^_- ), e ne ho un ricordo tremendo... di solito amo il cinema coreano e neanche poco, ma Kim Ki-duk con me non ne ha azzeccata una :mhuaua:

io la penso come te, in generale. Quello che finora ho visto di questo regista non mi ha entusiasmato. Mi mancano "primavera...." e l'ultimo "Bi-Mong".
 
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