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Air City

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Bradamante_
view post Posted on 23/6/2007, 11:39 by: Bradamante_     +1   -1




Ieri notte, è stata lunghissima per me.
Per finire di vedere l'ottava puntata, ho fatto le due di notte e non sono pentita della fatica, nè delle occhiaie di questa mattina, perchè quanto ho visto mi ha ripagato di tutto.
Credo di poter dire che sia stata la più bella puntata insieme alle prime quattro, ottimamente diretta e interpretata da tutti con un protagonista che svetta come Lee Jung Jae.
Ma andiamo con ordine.
SPOILER (click to view)
Non sono stata molto tenera con Choi Ji Woo, lo dico con molta franchezza, però la sua Han Do Kyung alle prese con il dopo arresto è stato un momento che non lascia indifferenti.
Non è colpevole, ma si sente, l'hanno fatta sentire, gli inquirenti, come una persona indegna di qualsiasi fiducia e credito, per non parlare delle disgustose insinuazioni sulla sua vita privata (la reazione di Kim Ji Sung nell'ufficio del procuratore era stata più che legittima. Un cazzotto l'avrei tirato pure io a quell'insolente poliziotto).
Ritrovata la libertà senza essere stata ancora scagionata ed affrontare lo sguardo indagatore di tutti, la mostrano fragile come un fuscello e demotivata nello spirito e non bastano le rassicurazioni dei colleghi e del suo capo per renderle l'animo più sereno.
Sola ancora volta, emblematica la scena del bagno immersa nel silenzio più profondo, ma soprattutto ferita nell'anima per quell'amico che l'ha tradita infliggendole la peggiore delle pugnalate.
Quando scopre che Kang Ha Joon ha messo in gioco anche la sua vita per aiutarla, non esita ad andare anche ad Hong Kong e ad affrontarlo duramente.
E poi, l'incontro con Kim Ji Sung al quale confessa di sentirsi in colpa per la sua sospensione dal servizio attivo, ma lui la rassicura dicendole che è la sua indole a metterlo nei guai con i superiori.
Sofferto l'incontro con l'ex amico responsabile dei suoi guai giudiziari, perchè doveva poterlo guardare negli occhi per capire come la sua fiducia potesse essere stata così calpestata e ridotta a niente.
Infine, quel finale notturno con altri occhi che la cercano..... E ci arriverò piano, piano.
Insomma, ieri notte, Choi Ji Woo mi è piaciuta a 360°, perchè toccando il fondo ha mostrato un lato del suo personaggio meno esposto alla luce delle parole, la sua umanità fragile come il cristallo.
Dopo questo effluvio di lodi incontrasto, vorrei scrivere due righe per esprimere la mia sorpresa per il cambio di registro perpretato dagli autori, con nostro vivo entusiasmo e compiacimento, sulle spalle del personaggio di Lee Jin Wook.
La buona volontà tradotta in action allo stato puro.
Temo che la giacca e la cravatta saranno un ricordo lontano per questo ragazzo scopertosi investigatore per amicizia, e forse poteva essere qualcosa di più....
Si merita un bacio in fronte solo per quel rimbrotto conclusivo ai danni di Kim Ji Sung e non aggiungo altro, perchè chi ha visto mi potrà dare soltanto ragione.
Ora, c'è lui.
Non so da dove cominciare, perchè mi ha letteralmente stesa dal principio alla fine.
Lui non interpreta un agente governativo, lui è un agente governativo.
Passiamo dall'essere determinato, indomito, implacabile, fino alla vulnerabilità del suo cuore, alla tenerezza, alla paura del sentimento.
Durante quel pestaggio, ho tremato per lui.... Non riuscivo a guardarlo, eppure sentivo il suo corpo martoriato dai quei fendenti criminali.
La sua voce, flebilissima, che non voleva arrendersi.
Non so come ho fatto a reggere.... E' stata una sofferenza tremenda.
Lui però non si arrende proprio mai e l'energia che pervade il suo spirito sembra inesauribile e allora, eccolo di nuovo sulle tracce del killer tautato, diventato il capo della gang malavitosa, altri inseguimenti, altri salti, altri corpo a corpo.
Il climax arriva in quel monologo di Kang Ha Joon, quando alla domanda "Perchè sei venuto fino a qui? Lo hai fatto per lei (Han Do Kyung)?", vacilla e la sua anima, dietro i colpi virtuali di quelle accuse, "Non devi ferirla o illuderla. Scegli se vuoi lei o l'altra", traspare senza difese nel suo suo viso in una variazione continua di sentimenti contrastanti, di pensieri infiniti come quella sera sulla pista numero due, quando lei gli aveva dato l'indirizzo della sua abitazione, dove si trovava ospite per la notte Seo Myung Woo, perchè potessero ritrovarsi.
Ritrovarsi dopo quella confessione in mezzo agli aerei che sfrecciavano nel cielo, "Ho passato tre anni a cercare di dimenticare tutto, ma oggi, ai miei occhi, lei è apparsa bellissima e il mio cuore ha ripreso correre".
Questo passaggio è fondamentale, sarà fondamentale, nei rapporti tra Kim Ji Sung e Han Do Kyung e lo vediamo già in quel finale notturno, lui è ferito e la cerca con gli occhi nell'oscurità della banchina del porto.
E' cambiato tutto, lo dicono i suoi occhi che la cercano, bellissimo il rallentato delle immagini su di lei che lo cerca a sua volta, e quella mano nervosa appoggiata a quelle assi da imballaggio con la consapevolezza che il cuore può aprirsi di nuovo a un altro sentimento.
Eppure si sottrae, forse è spaventato e non sa come affrontare questa svolta, e rientra in patria senza volerla vedere.

Mi sono emozionata e non lo nascondo.
Quando la recitazione diventa impalpabile come il volo di una farfalla, quando puoi dire l'inesprimibile con il solo movimento degli occhi e il tuo corpo che diventa come le corde di un violino, quando le tue emozioni incontrano quelle di un attore, si compie un piccolo miracolo.
L'ho goduto e avrei voluto non finisse mai.
Non m'importa che il contesto sia un capolavoro, Air City non lo è nel modo più assoluto, l'importante per me sono le emozioni.
E quando le emozioni arrivano dritte al cuore, rimangono, sempre.
Ho finito.
Ho scritto tantissimo e questo ha un solo significato.
Non lo dovevo a nessuno, se non a me stessa e questo mi ha reso felice.
Aspetterò con ansia la prossima puntata.

Edited by Bradamante_ - 8/7/2007, 07:23
 
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