Gli sceneggiatori sono dei matti. Partiamo da questo presupposto.
La storia era partita molto bene, e vorrei infatti cercare di riassumerla, perchè ho poca memoria ed è meglio cercare di raccapezzarsi:
MoonHyuk è orfano e delinque in Australia. Dopo esser stato sparato per difendere una donna che l'ha lasciato, e con pochi mesi da vivere, torna in Corea per cercare la sua vera madre. Scopre che è Audrey, un'attrice quasi "pensionata" che il successo lo vive grazie alla popolarità del figlio legittimo, Yoon. Scopre inoltre di avere una gemella ritardata. Odia/ama ferocemente sua madre, e tenta di vendicarsi portandole via il figlio. Quindi seduce la di lui amante con l'intenzione di essere scoperto, e per la disperazione, dopo averli visti insieme, Yoon si lancia in una corsa con l'auto che lo porta ad un incidente grave. In seguito all'incidente Eun Chae, sua amica d'infanzia infatuata di Moon Hyuk, decide di restare al suo fianco.
Bene, esattamente a questo punto della trama io ho cominciato a non capire più dove volessero andare a parare gli sceneggiatori. Il filone del rapporto madre/figlio illegittimo ha cominciato ad essere annacquato dal continuo, snervante, a tratti sinceramente incomprensibile tira e molla tra Moon Hyuk e Eun Chae. Il tutto condito da scene molto toccanti, a loro volta annacquate dal riproporsi di scene luuunghe e già viste, come le camminate di Eun Chae sempre zoppicante.
A un certo punto mi sono risvegliata dal torpore in cui ero stata gettata e ho iniziato di nuovo a capire che cosa stesse accadendo: MoonHyuk vuole donare il suo cuore a Yoon, dopo morto! E lo dice a Eun Chae! Ennesimo momento poco comprensibile, ma dopo qualche puntata vengo a scoprire che Eun Chae pensava fosse uno scherzo di cattivo gusto, e non che lui stesse per morire sul serio. Aspetta, forse non tutto è perduto: dopo aver superato mille ostacoli i sue innamorati sono di nuovo insieme! Scappano insieme! Si dicono cose dolcissime, ma a un certo punto lui ci ripensa.
Lei non può vederlo così, lei merita di essere felice. La riconsegna a Yoon. Ma lei con Yoon non può stare. (qui non ricordo se di tira e molla ce ne fosse un altro)... fatto sta che lei torna da lui, e lui pare ri-accettarla. E invece no, di nuovo mortificato per il suo stato di malessere e depressione, decide di allontanarla per sempre, scappa in piena notte dall'ospedale e si fa trovare dalla prima fidanzata di Yoon, già, proprio quella che voleva rubargli per ripicca. Vanno in vacanza insieme, ma lei capisce che lui continua a pensare a Eun Chae. La chiama, va via: glielo lascia. Eun Chae arriva, e i due sembrano finalmente essere di nuovo insieme, innamorati. Sembrano essersi arresi al fatto che passeranno gli ultimi giorni di vita di MoonHyuk insieme.
E INVECE ANCORA NO!Qui ammetto di non aver proprio capito una cippa: Yoon spunta e ci si ritrova di nuovo all'ospedale. A questo punto ho gettato la spugna e ho smesso di tentare di comprendere le vicende amorose, anche perchè non era per quelle che il drama mi aveva preso! Io ero interessata al rapport otra Moon Hyuk e sua madre, cavolo! E invece da metà serie in poi lei è relegata al letto di suo figlio ,e si esibisce solo in scenate isteriche contro Moon Hyuk.
Comunque, tentiamo di capire che succede nell'ultimo episodio. Yoon annuncia il suo matrimonio con Eun Chae, che però continua a farsi trovare sotto casa di Moon Hyuk. Ritorna dal nulla l'ex-moglie di Moon Hyuk: lui decide di partire con lei. E invece no! Torna, perchè ama troppo Eun Chae. Qui devo dire c' èstato uno dei pochi momenti che mi hanno davvero commossa nell'ultimo episodio, ed è quando Eun Chae grida una straziante litania di Ti amo all'uomo della sua vita che sta per lasciarla.
Scena davvero bella, purtroppo seguita da un ennesimo nulla di fatto.
Yoon nel frattempo si esibisce in un esame di coscienza in cui accusa il suo fratellastro di averlo trasformato in un mostro (non ho capito che ha fatto di tanto mostruoso, al massimo si è emancipato dal ruolo di bambinetto viziato!). Gli rivela inoltre che è stato adottato da sua madre, propri operchè lei non riusciva a superare il trauma del primo figlio perduto. Moon Huyk, venuto a sapere che la madre non aveva colpe e che i figli illegittimi le erano stati strappati via senza il su oconsenso, decide di non dire niente a sua madre per non infliggerle un colpo troppo grande.
Segue una scena che in molte avete lodato (quella in cui lui mangia gli spaghetti cucinati da lei) ma che io ho guardato con questa espressione:
anche detta MACHECAZZZZ??
Insomma, di grazia, perchè Audrey porta a casa e sfama un uomo che fino a pochi secondi prima voleva mazziare per aver fatto indirettamente del male al figlio? Pensavo che stesse per intuire qualcosa, e invece niente.
Lui muore (una scena più lame del
video dei Loveholic, Sky, e Eun Chae, novella Giulietta, si suicida sulla sua tomba kitsch con tanto di scritta "I'm sorry I love you", le ultime parole che lui le ha detto al telefono, lasciandola.
Sono sconvolta. E badate bene, la scena finale
mi è piaciuta. Pur essendo al limite del trash mi è piaciuta, perchè mostra l'ultima rivalsa di un'anima sola, Eun Chae, che sceglie di seguire l'unico uomo che abbia mai amato per non lasciarlo solo nella morte, e per non restare lei sola in vita. Rimarrano soli come hanno vissuto, ma insieme. Morti.
Meraviglioso, molto, molto romantico.
MA! Ma è un finale annacquato da ore e ore di svolte di trama
inutili. Annacquato da flashback infiniti (io odio i flashback, non li sopporto in nessun tipo di opera artistica
li tollero solo se istantanei!).
MiSa sarebbe stato molto bello se fosse durato meno e se i riflettori avssero seguito solo uno ,due rapporti massimo: quello tra MoonHyuk e sua madre e quello tra Moon Hyuk e Eun Chae. Troppo spazio destinato ai comprimari, che ne escono anonimi e dimenticabili. Troppo tempo "perso" in silenzi, in reazioni inumane (vedi scena in cui dormono insieme in albergo e lui ha paura di toccarla, o scena in cui nell'ultimo episodio lui torna da lei, nell'ultima puntata, e rimangono seduti a distanza di un metro, immobili, zitti, per minuti, senza neanche guardarsi). Espedienti teneri e intensi una volte, due volte. Tre volte. Non dieci, venti.