| Sono davvero contenta che il drama ti sia piaciuto, io lo adoro, e il finale, così spiazzante, è forse la cosa migliore, ma ha bisogno di un pò di tempo per essere metabolizzato. ATTENZIONE!!! SPOILER PER CHI NON LO HA VISTO TUTTO!!!In effetti, come dissi altrove, le puntate più intense e di svolta sono la 7 e la 8 (le ultime due), intense in maniera diversa, ma davvero splendide. La 7 perchè vengono fuori, in modo violento, tutti i timori, le paure e i traumi dei ragazzi (non solo per quello che accade lì, ma anche per il loro passato), e quindi, come ne Il Signore Delle Mosche, iniziano a lottare tra di loro più che contro lo psiclogo. A cui non posso dare tutte le colpe, molte sì, ma non tutte, perchè questi ragazzi erano già *al limite* prima del suo arrivo, bombe innescate in attesa solo di qualcosa che le facesse esplodere. E questo qualcosa è lo psicologo. Però, già dalla puntata 4, i ragazzi iniziano a mostrare comportamenti compulsivi, eccessivi (quando cercano Cameraman ritenendolo colpevole senza prove, solo per un sospetto), già dalla 4 prendono le mazze e vanno in giro per la scuola come dei vigilantes. E in quei momenti lo psicologo ha la febbre alta, non ha ancora fatto nulla. Poi è chiaro che, quando si riprende, inizia i suoi giochetti, ma su chi li fa? Su ragazzi *normali*? No, sapeva (da persona intelligente) che certe cose, certi discorsi possono fare presa solo su alcune menti, quelle predisposte, ed è perciò che li fa. Se fosse finito in una scuola diversa, tra ragazzi qualunque, magari pure bulli, ma comuni, avrebbe giocato con loro? Ovviamente no, un discorso come quello che fa a Cameraman o a Peste, su un tipo normale, non avrebbe alcuna presa, e lui lo sa. Se fosse stata un'altra scuola, lui si sarebbe fatto curare le ferite, e una volta capito che *non c'è trippa per gatti* si sarebbe squagliato senza dare nell'occhio. Un pazzo anche lui, certo, ma lucido e consapevole a differenza degli altri.
La 8 mi è piaciuta per cose diverse, più che adrenalinica è angosciante, claustrofobica e triste, vedi il passato miserevole e le famiglie indegne di questi ragazzi, e capisci perchè sono diventati così; vedi una madre donnaccia (per non usare il termine che si merita, ma è quello che inizia per "p") che fino alla fine mette se stessa davanti al rischio di morte di sua figlia, vedi genitori del tutto anaffettivi come quelli di Angelo, che anche dopo quello che è successo non riescono a dargli nessun calore e aiuto, e così di seguito. Tristissimo il suicidio di Angelo, ma ci sta tutto, non è forzato, è semplicemente psicologia. Lui, da tutti creduto il più debole, si dimostra alla fine il più forte, lottando contro il suo mostro interiore nell'unico modo che riesce a trovare nella propria solitudine, uccidere il mostro uccidendo anche se stesso. Non era la soluzione, lo sappiamo noi, ma lui lo sapeva? Chi lo ha mai aiutato, chi gli ha mai dato fiducia e affetto, di cui era tanto bisognoso? I genitori? Gli amici? La scuola? No, nessuno, quindi Angelo reagisce nell'unico modo che conosce, perchè il concetto di speranza gli è sconosciuto. Lo so che a noi pare *troppo* il suo gesto, ma la mente umana a volte reagisce così, in modo eccessivo, specie se è già fragile e sofferente.
E poi il finale. Devo dire che non me lo aspettavo in quei termini, messo in tal modo non è nè felice nè buonista nè consolatorio, ma invece duro e amaro. Davvero ben fatto. Mi aspettavo, avendo visto millemila dorama, che la scena sul tetto dell'ospedale si concludesse con il bel discorso della ragazza, con l'odio gridato dai ragazzi verso il killer, e lui sconfitto. Tutti o quasi felici e contenti, la loro moralità salva e lo psicologo a marcire in galera (con la montagna di prove che c'erano, comprese ore e ore di registrazioni delle telecamere, nemmeno Perry Mason avrebbe potuto farlo uscire pulito, e lo sapevano). Bel finale, ma usuale, comune, deludente in una storia fino ad allora coraggiosa.
Senonchè questi *bravi* ragazzi buttano giù il killer dal cornicione e restano a vederlo morire. Freddi, inespressivi, consapevoli. Dei mostri? No, solo degli assassini, essere mostro vuol dire altro, la loro è comunque la si voglia vedere una vendetta personale, per se stessi e per Angelo. Come se fossero Dio giudicano ed eseguono la sentenza, scavalcando la Giustizia. Quello che fa star male chi guarda, un effetto voluto dalla sceneggiatura, è non tanto il gesto in sè, ma il momento in cui accade. Se loro avessero agito così a scuola, o nell'immediatezza della liberazione, non avrebbero avuto critiche, sarebbe stato comprensibile e giustificabile. Ma invece fanno quel che fanno dopo, a giochi ormai finiti, quando la polizia stava arrivando e per il colpevole la fuga era impossibile (poi lui non ha mai voluto davvero scappare, o avrebbe potuto farlo mille volte), è questo che mette i brividi. La consapevolezza del gesto e delle sue conseguenze, Leader che spranga l'ingresso, loro che rimangono a guardare, le menzogne concertate alla polizia, l'agire da gruppo unito, quando fino ad allora non lo erano mai stati. Un gran bel finale che non ti lascia tranquilla, una conclusione coraggiosa e scomoda, che di solito non si vede. Lode a chi ha pensato e realizzato così bene questo gioiellino.
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