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Maou

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valinor
view post Posted on 16/7/2011, 19:39 by: valinor     +1   -1
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@ Cerry cara :cuore: io difficilmente mi sbilancio in giudizi forti, cerco sempre di trovare il lato buono delle cose, ma quì è molto difficile. Maou è un concetrato di banalità, assurdità, personaggi con lo spessore di un foglio di carta, nonchè storia confusa e pasticciata. Come rovinare una trama perfetta. Come non si deve girare un mistery.

Come si fa a credere realitico il fatto che Toma corra per 11 puntate (si badi bene, sempre al rallenty, che fa più figo), rigorosamente a piedi, in una megalopoli come Tokyo, e guarda caso arrivi sempre in tempo senza un capello fuori posto, ma che è l'uomo bionico? Capisco che le fan vogliono vederlo correre, però capperi, un pò di verosimiglianza, quello non è un paesello, è una città enorme. Non solo, ma nell'ultima puntata pure tutti gli altri corrono, proprio quando ci sarebbe stato bisogno di essere veloci. Persino l'avvocato si fa chilometri a piedi lungo i marciapiedi (e sappiamo bene qual'era la sua situazione) ma nonostante la scarpinata (in cui nessuno lo degna di uno sguardo) arriva tutto intero dove doveva andare. Sarà bionico pure lui, evidentemente. I mezzi pubblici dove sono? I taxi, gli autobus, le macchine di servizio, le auto private, mai che ne usino una. E io ci dovrei credere? Mi sento presa per i fondelli...

Non è un particolare secondario, ma se fosse stata l'unica cosa amen, l'avrei sopportato, invece la trama è diventata una barzelletta per riuscire a farcela stare in 11 puntate da 45 minuti (mentre la versione coreana ha 20 puntate da 1 ora), gli avvenimenti sono così affrettati che arrivano uno dopo l'altro, come una mitragliata, senza che ci sia il tempo materiale per analizzare la ricaduta sui protagonisti.

Succede una cosa >>> protagonista cattivo angsta >>> protagonista buono si commuove >>> vai col prossimo caso. E l'introspezione psicologica, lo scavo nell'anima dei personaggi dove sta? Questa storia è psicologica, deve esserlo, non possono banalizzarla così, ogni cosa prende 5 minuti poi si gira pagina, presto che è tardi, andiamo avanti.

Non mi piace fare paragoni, ma quì la storia è la stessa, è inevitabile. Il punto forse più alto di The Devil è proprio far vedere cosa i vari avvenimenti abbiano significato per i protagonisti, il mostrare il loro dolore, lo strazio che significa passare ciò che loro passano, il dubbio, la speranza, le cadute e il caparbio risollevarsi fino alla fine. Ed è così ben fatto che tu che guardi senti quel dolore sulla tua pelle, capisci, perdoni. Anche grazie a due interpretazioni magistrali da parte di Joo Ji Hoon e Hum Tae Woong. Non parlo di bellezza, che pure c'è, ma di bravura, sono stati perfetti, impeccabili.

Quì non c'è niente del genere, è tutto superficiale, e i poveri Ohno e Toma, con una trama ridotta ad un semplice giallo di vendetta personale (mentre in realtà c'è molto di più), che potevano fare? Si sono impegnati, però se la sceneggiatura e i dialoghi sono quelli, mica potevano fare miracoli, il paragone con la controparte coreana è impietoso su tutta la linea.

E poi l'idea assurda di dire tutto subito, la ciliegina sulla panna. Vabbè che il tempo era limitato, ma questo getta alle ortiche tutto il phatos e il gusto della scoperta che invece ci sono nell'originale. Ed è un peccato, perchè una storia così splendida meritava ben altro remake.

Comunque vediti The Devil, anche se forse (conoscendo la trama) ti sembrerà lento, vedilo lo stesso, vale la pena e capirai cosa intendo... :inchino:
 
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