Mi stupisce molto leggere che il drama non ti ha coinvolta e anzi più volte contrariata, Alannah!
Sinceramente io non ho versato solo un litro di lacrime, ma molte molte di più. A volte erano lacrime amare per l'ingiustizia della sofferenza che una malattia così terribile ha portato nella vita di Aya e della sua famiglia, a volte erano lacrime di commozione e grande ammirazione per la forza d'animo con cui queste difficoltà venivano affrontate.
Purtroppo anche io ho ormai dimenticato tanti particolari della storia, personaggi secondari ed episodi a cui fai riferimento, ricordo solo che a fine visione mi sono sentita veramente "più ricca" di nuove consapevolezze e sensazioni.
Difatti, io non apprezzo per niente i drammoni, evito come la peste tutte le storie che so avranno delle malattie o comunque pieghe terribilmente drammatiche ficcate dentro a forza, quindi capisco che ti abbia fatto storcere il naso se ti ha dato troppo senso di pietismo forzato, però invece io al contrario questo drama lo avevo amato proprio perchè mi aveva trasmesso un grande coraggio e attaccamento alla vita, alla dignità e al rispetto di tutti, piuttosto che sterile drammaticità.
Ennesima riprova che ognuno dà peso a cose diverse, in momenti diversi, per lo stesso identico prodotto!
CITAZIONE (Alannah @ 4/7/2016, 23:51)
mi scocciò non poco la faccenda iniziale del non dire ad Aya della malattia
Questo far passare per una sciocchezza una cosa non normale come se lei fosse stupida non l'ho condivisa. [...] Altra cosa che mi ha scocciata è questo nascondere la malattia di continuo. Passi con gli estranei, in fin dei conti non si deve sbandierare ai quattro venti le cose per forza, ma pure in famiglia?
Onestamente, discutibili o meno, queste reazioni mi sembrano assolutamente umane: i genitori, più che un senso di vergogna nei confronti della società -e la società Giapponese non è sicuramente la più aperta e disponibile verso la "diversità" con qualsiasi sfaccettatura, imho- devono prima far fronte ad un immenso dolore personale. Non è sicuramente facile e immediato accettare che il proprio figlio abbia una malattia terminale e per giunta così terribile nel suo corso, quindi in primo luogo devono trovare il coraggio di farsene una ragione loro -un minuto non basta e a volte nemmeno 10 anni bastano, dipende anche dalla sensibilità personale e dalla forza d'animo, ma credo sia assolutamente naturale- e poi di trasmettere questa verità di puro orrore ad altri figli che sono comunque ancora più piccoli! Sanno che la loro amata figlia morirà sicuramente nel peggiore dei modi, come fanno a raccontarselo e dirsi "vediamo un po' ora cosa fare"? C'è un abisso di disperazione da superare e il drama non poteva farlo vedere tutto. Ovvio che se tutti sapessero tutto sarebbe più facile, ma scaraventare in faccia anche dei bambini gli orrori e le ingiustizie della vita non è bello nè semplice nè naturale. Anzi.
Per questo non trovo affatto strane queste dinamiche che invece ti hanno colpita.
CITAZIONE (Alannah @ 6/7/2016, 14:03)
Manca una narrazione asciutta dei fatti e un dose equilibrata di tutto.
Il drama è tratto -con delle rivisitazioni- dal diario privato di Aya Kitō, non poteva certo esserci una narrazione asciutta dei fatti. Oltretutto a che pro? Una narrazione asciutta avrebbe previsto il degenerare della malattia e basta con i personaggi attorno che senza far vedere troppo i loro sentimenti, cercano di adattarsi alla situazione. Chi vorrebbe mai vedere una storia del genere? La vita sa essere atroce, si sa. Sono le emozioni, le gioie e i dolori dei personaggi a dare un senso alla trasmissione. Che talvolta si sia ecceduto per far immedesimare in modo più semplicistico lo spettatore, può anche essere, ma personalmente non me ne ricordo per niente, mi sono rimaste impresse altre cose che penso volessero essere proprio il fulcro della serie: un grido di speranza e di dignità.
CITAZIONE
1- L'amicizia che poteva nascere con la ragazza che ha la stessa malattia. Poteva essere un'occasione di confronto positiva e un modo per le due di supportarsi e di condividere qualcosa che solo loro comprendono. Invece no
La ragazza scompare nel nulla senza manco un "ciao" ed è servita solo ad Aya per dire: "Guardo lei e vedo quello che sarò"
be', avresti dovuto apprezzare questa cosa: niente di più realistico! La morte non chiede permesso e non dà il tempo di salutarsi, in più non è certo detto che l'altra ragazza fosse in grado di affrontare la malattia come ha fatto Aya, magari sul "lungo termine" (
) non sarebbe stata affatto in grado di supportarla e farsi forza a sua volta. Per Aya è l'ennesima prova per comprendere che la aspetta qualcosa di terribile e per questo ancora di più deve vivere il poco che le resta con grande amore e coraggio.
Molto interessante comunque gli spunti di riflessione circa la disabilità in Giappone. Secondo me non sarebbe, purtroppo, per nulla insolito se effettivamente si cercasse in tutti i modi di nascondere e fingere, nelle scuole, nei luoghi pubblici e ovunque, perchè è innegabile che la società giapponese sia di una ipocrisia incredibile e non sia molto in grado di affrontare situazioni di disagio
. Sto cercando di far mente locale, ma in nessuna delle mie tre permanenze in Giappone riesco a ricordare di aver visto disabili o aver notato -chessò- discese per le carrozzine o altri segnali che permettessero di agevolarne la vita. Sicuramente sarà dovuto alla mia disattenzione, mi piacerebbe sentire il parere di qualcuno che ne sa di più sull'argomento!
Ho la sensazione che, appunto, sia molto probabile che i disabili abbiano tutte strutture a parte, a iniziare dalle scuole, e non ci siano grandi occasioni di "integrazione" tra le parti.
Però è solo una mia sensazione, sono assolutamente impreparata sull'argomento!
OT- a parte i
tanpatsu della 24h terebi che, causa brevità, non penso siano molto attendibili, vi vengono in mente altri drama che hanno come protagonisti disabili e in cui si veda la loro situazione sociale? A me viene in mente solo
Orange Days, ma la sordità della prontagonista si cammuffava molto bene e non aveva bisogno di nulla in particolare! Sarebbe interessante fare dei confronti -anche se non so se ma la sentirei di imbarcarmi in altre visioni tanto dolorose