DIC :: Forum ::

Minning Town

« Older   Newer »
  Share  
moon-eo
view post Posted on 21/4/2021, 13:57 by: moon-eo     +1   -1
Avatar

Member

Group:
Member
Posts:
749
Reputation:
+196

Status:


Appena ho letto la sinossi mi sono incuriosita subito ed ho guardato i primi 3 episodi. (Tra l'altro grazie Alannah che apri sempre schede di drama così particolari! :joy: )
Secondo me è un bel drama, ben eseguito ed il più possibile aderente alla realtà dei fatti; solo che può essere un po' difficile da capire data l'evidente differenza culturale, socio-politica ed anche storica che intercorre tra i nostri due paesi, con molti riferimenti alla loro cultura, alle loro pratiche governative ed alla loro geografia specifica – che, data la storia, conta moltissimo – non spiegate (perché chiaramente ritenute ovvie da uno spettatore cinese), e che quindi gettano un po' di confusione.
Per questo ho fatto qualche ricerca e voglio condividere qui quello che ho trovato, in modo da aiutare un possibile futuro spettatore che volesse provare a sperimentare questa serie.

PREMESSA
Prima di tutto questo drama appartiene al genere di recente escogitazione fúpín jù ( 扶贫剧 ) cioè “drama sulla riduzione della povertà”. Lo scorso marzo, difatti, il Partito Comunista Cinese legiferò che venissero prodotte serie televisive incentrate sul racconto della lotta alla povertà da parte del Partito, per celebrare i cinque anni della campagna anti povertà promulgata da Xi Jinping.
Solo nel 2020 sono stati mandati in onda 22 fúpín jù.
Quindi il nostro “Minning Town” è stato concepito per questo scopo, ed anche per celebrare il centesimo anniversario del Partito Comunista Cinese. Quindi sì, pura propaganda.

UN PO' DI CONTESTO
Siamo all'inizio degli anni '90 quindi sotto il governo di Deng Xiaoping, caratterizzato sopratutto dalla riforma economica a favore dell'apertura della Cina al mercato internazionale (Gǎigé kāifàng; 改革开放 ). La serie si focalizza sul conseguimento pratico di una delle ramificazioni di questa Gǎigé kāifàng: fúpín zhèncè ( 扶贫政策 ) ovvero la politica di riduzione della povertà. Questa politica, fúpín zhèncè, ha avuto tre fasi durate tutto l'arco governativo di Xiaoping (e anche un po' dopo) e che sono: prima fase (1978 – 1985) “riforma comprensiva del sistema”, seconda fase (1986 – 1993) “ sviluppo su larga scala”, terza fase (1994 – 2000) “fase della risoluzione dei problemi”.
Il tempo della storia è quindi situato fra la seconda e la terza fase.
In soldoni, avvenne la de-collettivizzazione dei terreni agricoli ed il permesso di avviare piccole imprese, oltre all'apertura di investimenti esteri. Di seguito si privatizzarono anche industrie un tempo monopolio di stato, fino all'ingresso della Cina nella World Trade Organization nel 2001.
Persone che non avevano niente (cioè tutti) poterono così mettere su piccole o grosse attività e trarci guadagno, riuscendo così ad emanciparsi da una condizione di assoluta povertà.
C'erano però (e ci sono tutt'ora) piccole o medie comunità impossibilitate a godere di questa ventata di “social-capitalismo” a causa del luogo isolato ed impervio nel quale vivono; luoghi in cui è difficile praticare l'agricoltura (e quindi è negato l'accesso al mercato del settore primario), e tanto meno quello al settore terziario. Per questi villaggi confinati in luoghi troppo aridi e duri per la vita, il governo promulgò diàozhuāng yímín zhèngcè ( 吊庄移民政策 ) cioè la politica di spostamento e re-insediamento di interi villaggi in luoghi fin ad allora disabitati ed incolti.

La narrazione comincia proprio così: siamo nello Xihaigu – zona un tempo rigogliosa e molto importante perché situata lungo la Via della Seta ma che, a causa di una massiccia deforestazione operata dalle dinastie Tang e Ming, è diventata una zona montuosa praticamente deserta ed inabitabile, arida al punto che è difficile farci crescere qualcosa – cioè la parte meridionale della regione autonoma Ningxia (piccola regione nel nord-ovest del paese, al confine con la Mongolia); e ad un villaggio è stato ordinato di andare a reinsediarsi in un luogo a nord della capitale Yinchuan, cioè a più di 400 km di distanza; un luogo al limine col deserto del Gobi e quindi, alla fin fine, ancor più inospitale del loro villaggio impoverito.
753px-Ningxia_in_China_%28%2Ball_claims_hatched%29.svgLa regione autonoma di Ningxia

Ningxia_Xihaigu_mapLo Xihaigu che comprende la parte meridionale della regione del Ningxia (7 contee per la precisione) e zona d'origine dei protagonisti

7163889984b942b387e4b280_528x353Yinchuan, la capitale della regione di Ningxia. La futura Min'ning è situata 35km a nord di questa, cioè più di 400 km dal villaggio natio dei protagonisti.

In realtà dopo molti sforzi e con l'aiuto di una squadra di agrotecnici proveniente dal Fujian (in seno ad un'iniziativa promossa dal governo di collaborazione fra regioni, in cui una regione ricca avrebbe scelto ed aiutato un'altra in difficoltà), quel luogo desertico ed inospitale si sarebbe trasformato nella contea di Min'ning, una redditizia zona agro-industriale specializzata nella coltivazione di funghi ed uva (e quindi vino).
753px-Fujian_in_China_%28%2Ball_claims_hatched%29.svgLa regione del Fujian è sempre stata una regione molto ricca, essendo sul mare.

Per darvi la stessa prospettiva che ha un cinese, la città appare oggi così:


Ora però, viene da chiedersi: di queste operazioni in forza alla diàozhuāng yímín zhèngcè ne vennero attuate tante, e di iniziative e strategie per implementare la fúpín zhèncè poi, ancora di più; quindi perché questo drama ha deciso di focalizzarsi proprio su quella comunità che, agli inizi degli anni 90', dal remoto Xihaigu partì per fondare la contea di Min'ning grazie sopratutto all'aiuto del governo regionale dello Fujian?
Beh, la risposta è semplice: perché all'epoca il vicepresidente del Comitato Provinciale del Fujian del Partito era niente popò di meno che Xi Jinping.

CONSIDERAZIONI PERSONALI
È chiaro come il sole che sia un prodotto altamente propagandistico e che la morale sia: “Ma come siamo fortunati ad avere un partito così? Grazie Partito!” e giù coriandoli e fuochi d'artificio.
Però anche se questo è il messaggio di fondo, non si può nemmeno negare uno spiccato realismo nel raccontare la Cina di 30 anni fa con i suoi usi e costumi; e sopratutto un'attenzione il più possibile obbiettiva all'onnipotente macchina burocratica cinese. Ma andiamo con ordine:
la primissima cosa che ci dice il drama è: “siamo nel 1991”. E fa benissimo a dircelo perché sarebbe stato altrimenti IMPOSSIBILE capirlo! Se non fosse stato per qualche camicetta scura o la bicicletta del protagonista in stile belle époque per me non saremmo stati neanche agli inizi del '900, figuriamoci alla fine! Per me poteva essere ambientato durante la dinastia Ming, o anche in un tempo precedente ed io non ci avrei visto nulla di strano, lo giuro.
La profonda arretratezza ed immunità al capitalismo imperante invece in tutti gli stati occidentali, vengono ritratte perfettamente; lo spettatore capisce subito di trovarsi in un “altro mondo” per così dire ed il suo smarrimento è immediato. Bisogna continuamente ricordarselo che siamo negli anni '90 perché ogni scena è maestra nel fartelo dimenticare.

L'altra cosa che va assolutamente a favore del drama è uno sguardo il più possibile realistico e sincero nei confronti della politica: una burocrazia infinitamente cavillosa, un dogmatismo assoluto, una classe legiferante completamente avulsa dalla realtà; sono queste le caratteristiche che ci appaiono fin da subito. Ed infatti nel primo episodio assistiamo al dialogo tra il signor Zhang, il responsabile del ricollocamento dei villaggi dello Xihaigu, ed il suo diretto superiore: il problema è che ben 7 delle famiglie già insediate nella futura Min'ning (cioè la maggior parte) sono scappate per ritornare a casa loro. Un completo fallimento della missione, quindi, e Zhang è tornato per fare rapporto ma anche per spiegare al suo superiore l'estrema difficoltà dell'impresa; al che quest'ultimo risponde: “Non è quello che mi avevi promesso. Avevi detto che pur di ricollocarli là te li saresti legati alla cintura”. Dunque, il punto è che il signor Zhang (come il suo superiore del resto) non aveva mai visto il luogo in cui sarebbero sorti i nuovi villaggi per volere del governo; nessuno aveva mai fatto alcun sopralluogo. Ed ecco quindi che ci si perde in chiacchiere, si fanno promesse da supereroi e altro; il tutto perché non si ha la benché minima concezione della realtà. Quando il signor Zhang torna a fare rapporto dopo, finalmente, esserci stato – tra l'altro tutto logoro dopo aver passato giorni e giorni su un camion del carbone perché ovviamente in quel posto abbandonato da Dio gli autobus, o qualsiasi mezzo pubblico, non esistono – ha capito che l'idea non solo è malsana ma anche assurda, che lì cresce niente, c'è solo sabbia che ti riempie la bocca, non c'è né acqua né elettricità; quindi come è possibile il solo pensare che delle persone vogliano andare a vivere lì? Ma ovviamente il superiore non sente ragione, questi sono gli ordini e bisogna ubbidire. Tanto non dovrà certo andare ad abitarci lei!
*E comunque per la cronaca, ecco cosa intendono i cinesi per “ricollocamento”: di solito, se c'è un esproprio da parte del governo, quest'ultimo chiaramente ti compra la casa cosicché tu possa comprartene una uguale (in qualche caso, te la costruiscono proprio loro). Qui no, è tutto molto più semplice: quei poveracci abitanti dello Xihaigu devono abbandonare la casa in cui sono nati e cresciuti, andare in mezzo al deserto, fare soldi da soli e costruirsi la casa da soli! Il tutto, chiaramente, senza acqua corrente né elettricità. Più che un ricollocamento sembra un esodo... :emu: *
Un'altro esempio lampante di amministrazione banana è quando, una volta stabilitisi nella futura Min'ning ed essendo piuttosto numerosi, il protagonista chiaramente va ad informarsi per l'installazione di centrali elettriche e condotte idriche e viene a sapere che per essere qualificato all'usufrutto di tali beni, un insediamento deve essere composto da minimo 60 famiglie. L'insediamento del nostro protagonista ne ha......... 59.
Sono vani tutti gli sforzi del ragazzo il quale cerca di far capire che in questo modo, per colpa di una persona fittizia, le altre 59 ci devono rimettere; e che se continuerà a mancare acqua ed elettricità ancora per molto, anche coloro che si sono insediati se ne torneranno, giustamente, a casa, mandando così all'aria il loro “grandioso” progetto.
Più che per il Partito mi sembra che tutto ciò sia stato possibile grazie alla pazienza infinita di quei santi degli abitanti del villaggio.

Ad ogni modo, come ho tentato di spiegare, il drama vuole indirizzare ad un certo tipo di pensiero, è vero, però è anche riuscito ad essere il più realistico possibile; senza contare che racconta comunque un pezzo di storia, il che è sempre interessante. E noi poi, che siamo liberi ed abbiamo un cervello autonomo, siamo capaci di trarne le nostre personali conclusioni; che siano in linea con la morale di fondo del drama o meno. :relax:
 
Top
1 replies since 19/4/2021, 11:08   342 views
  Share