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DRAMA CLUB 5, presentazioni, chiacchiere, OT... quel che vi pare!

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view post Posted on 29/7/2020, 19:08     +1   -1
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Auguri anche da parte mia Sunflower!
 
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view post Posted on 29/7/2020, 19:29     +1   -1
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Buon compleanno Sun! :cheer:
 
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view post Posted on 29/7/2020, 21:51     +1   -1
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Tanti auguri Sun :relax:

 
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view post Posted on 29/7/2020, 22:35     +1   -1
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Grazie a tutte di vero cuore!!! Questo è un forum che adoro e che mi fa tanta compagnia. :wub: :wub: :wub:
 
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view post Posted on 30/7/2020, 11:44     +1   -1
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Ciao ragazze, come state? Io sono sempre più fantasmina qui sul forum, ma sto bene :)
Spero che, nonostante il brutto periodo, stiate passando una piacevole estate :kiss:

Sun tantissimi auguri anche se in ritardo :cuore:
 
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view post Posted on 30/7/2020, 13:55     +1   -1
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Auguroni Sun! Scusa il ritardo! :amor:
 
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view post Posted on 30/7/2020, 13:56     +1   -1
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Yamashita Señorita

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<3 auguroni Sun, scusa il ritardo!
 
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view post Posted on 30/7/2020, 16:17     +1   -1
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Grazie a tutte voi dei graditissimi auguri!!! :amor:
 
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view post Posted on 31/7/2020, 08:38     +1   -1
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Fantasma dei kdrama passati

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Auguri Sun

:amor:

 
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view post Posted on 31/7/2020, 18:24     +1   -1
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Grazie mille Yeon Suk ! :wub:
 
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view post Posted on 1/8/2020, 09:30     +1   -1
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Ieri, noi italiani,abbiamo rischiato . . . . :uff: :gnegne: a causa della grande umidità che ha colpito la nostra nazione.In Italia, quando si parla di alte temperature si parla solo dei capoluoghi di regione mai delle povere province.La mia città,Foggia, è situata al centro del Tavoliere delle Puglie e le estati sono sempre più calde a causa anche del clima che peggiora.Le mie vacanze sono terminate da due settimane.Sono stata due settimane,giorno e notte,con le mie stelle Aurora e Manuel.La bimba di quattro anni alle quindici mi diceva :Nonna vediamo il film d'amore? Un drama turco che piace anche a lei.Sono rimasta sorpresa piacevolmente da quella richiesta.Non sapete cosa rappresentano i nipoti per i nonni.Aurora durante le videochiamate mi chiede :nonna mi fai parlare col mio amore (il nonno)?Non riesco a far breccia nel suo cuore a causa della mia carenza di pazienza e un po' sto a rosicà.
Shade sei sempre cara! :sbrill: Quando scrivo mi lascio andare tanto che credo di parlare faccia a faccia o al telefono e le mie ironie o sfumature nel tono di voce le sento solo io. :hua: Buon Week-End! :bye: :olè:


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Auguri Saia!

 
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view post Posted on 1/8/2020, 10:13     +1   -1
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Da me in Abruzzo non è tanto male da due giorni :emu: stiamo a 40° con umidità a palla, una delizia X) ormai mancano solo i cammelli e le sfere di sterpi rotolanti... :patpat:
Sia sempre lode all'inventore del condizionatore! :respect:
 
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view post Posted on 1/8/2020, 23:19     +1   -1
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O mio Dio...... Sole5454 la foto che hai messo viene dalla Tv???

E pensare che quest'estate è la più fresca degli ultimi 5 anni o qualcosa del genere.....
Io il condizionatore non ce l'ho e francamente non so neanche se prenderlo o meno; da una parte starei più fresca in casa è vero ma dall'altra non ho la minima intenzione di aumentare l'inquinamento!

Benvenuti nell'era del cambiamento climatico. E se non facciamo nulla tra poco queste temperature ce le ritroveremo per tutto l'anno.
 
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view post Posted on 2/8/2020, 07:13     +1   -1
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@moon-eo : Mio figlio vive in una città che è situata tra gli 800 / 900 m. d'altezza e nessun edificio pubblico e privato ha i condizionatori.Non so dove vivi,solo tu puoi sapere se è opportuno o no avere i condizionatori.Eugenio Montale Poeta e Scrittore Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 ha visitato la mia città in estate ed è rimasto colpito dall'afa della controra che ha descritto un primo pomeriggio (ore 15) con tanta minuziosità nei particolari e sono veri.Troverete quella descrizione ne La Farfalla di Dinard una raccolta di racconti brevi scritti in modo comune da Montale tra il 1946 e il 1950 e traggono spunto da personaggi o fatti reali.Il racconto sulla mia città è intitolato Il sogno di Clizia una donna ragno nel sole di Foggia .Per chi vorrà leggere il racconto lo posto tra lo spoiler .Una buona lettura non fa' mai male :clap: :cuute: :olè: :yes: :inlove:

Il sogno di Clizia una donna ragno nel sole di Foggia
I binari erano incandescenti sotto il torrido cielo di Foggia. Al di sopra del loro barbaglio i vagoni color vinaccia, la fontana secca, i tronchi d' albero legati insieme (assurda anticipazione dell' inverno) sembravano sul punto di sciogliersi come gomma. Balenò nitida per un secondo la visione dell' ultimo respingente del treno che si allontanava con dolcezza quasi per suggerire l' idea che una corsetta di cento metri avrebbe permesso di raggiungere il vagone di coda. Ma nel tempo che Clizia impiegò a valutare le forze che le restavano dopo due giorni passati nell' afa di Foggia, i cento metri s' erano fatti centocinquanta, duecento. Troppi. Erano le tre del pomeriggio. Clizia sedette con precauzione sull' orlo di un sedile della sala d' aspetto e aprì l' orario. Fino alle sette non c' erano treni, poi un accelerato l' avrebbe trascinata per venti ore verso il nord. Guardò in alto col gesto istintivo, rassegnato e disperato insieme, con cui negli ex-voto delle chiese di campagna coloro che sono in bilico sull' estremo pericolo cercano in cielo qualcuno che li aiuta, si afferrano quasi con gli occhi a qualche simbolo della loro interna fiducia. Ma il soffitto della sala d' aspetto non si schiuse ad alcuna consolante apparizione. Le apparve invece in tutta la sua lubrica e funebre pompa una lunga pavesata di acchiappamosche gialli, punteggiati di macchie nere, sibilanti, quasi urlanti dello spasimo di tante agonie riunite. Al centro della striscia più vicina un grosso ragno nero affondato in quella viscida superficie non si muoveva più. Come aveva potuto giungere fino al centro della striscia? Clizia si fermò su diverse ipotesi. Poi concluse che una corrente d' aria doveva essere stata la causa della sciagura; appeso al filo della sua bava il ragno s' era certo calato attraverso gli spazi della sua aerea architettura e il ciclone l' aveva sorpreso, spingendolo verso le sabbie mobili di quel fatale approdo. Esaurita l' indagine Clizia uscì sulla piazza.La valigetta di fibra era leggera ma le bruciava come un' ortica la mano accaldata. I bar della città non sono allegri, in piena estate, per le squadriglie di mosconi che succhiano voracemente clienti e consumazioni. E Clizia aveva disdetto la camera all' albergo. Provò un attimo di desolato smarrimento, poi la salvezza le si presentò improvvisamente nello spazio verde di un enorme manifesto murale. Nel salone del Municipio (che subito immaginò ombroso e ricco di morbide poltrone) i celebri professori Dobrowsky e Peterson, delle università di Baton Rouge e dell' Istituto Avatar di Charleston (Sud Carolina) avrebbero svolto un importante dibattito sulla metempsicosi. Se qualcuno del pubblico si fosse prestato erano previsti esperimenti pratici del più alto interesse. L' ingresso costava poche lire. Poco dopo Clizia entrò in un portoncino adorno di stenti limoni e di fronde di pino. Alcune frecce la guidarono fino al salone. Un' ombra di navata la accolse e la ristorò. Nella sala c' erano forse una quindicina di persone che si tenevano prudentemente discoste dal tavolo dei due oratori, già fermi, in attesa, al loro tavolo. Due uomini diversi; uno calvo, allampanato, occhialuto, vestito di nero, l' altro pingue, rossiccio, in shorts e camicia di seta cruda. Girava fra il pubblico un inserviente, o forse un discepolo dei due maestri, e distribuiva opuscoli a pagamento. Clizia ne acquistò uno. In prima pagina un disegno riproduceva Pitagora nel tempio di Apollo a Branchide. Dal pallio tendeva il braccio e l' indice verso uno scudo appeso a una parete.Dal suo viso maschio e quadrato come quello dei giovinetti che l' attorniavano usciva una nuvoletta bianca nella quale era scritto a grossi caratteri: «Ecco lo scudo che usavo quand' ero Euforbo e Menelao mi ferì!» Nell' interno dell' opuscolo l' episodio era spiegato minutamente e non mancavano cenni sulla vita e le opere del sommo filosofo. Clizia lesse due o tre pagine. La sua energia di neofita scemava man mano che dalle finestre aperte il fresco di navata cedeva al caldo e minacciosi si affacciavano i primi sciami delle mosche. Si spostò indietro di alcune file, nell' angolo più buio, sfuggendo allo sguardo indagatore del professor Peterson: e fu così che perdette a poco a poco contatto col mondo esterno, affondando per conto proprio in una palude nera ma non spiacevole. Le parve dapprima che al mondo non esistesse più alcuna forza di gravità. Si sentiva leggera, molleggiata su otto lunghissime zampe terminanti in soffici peli che attutivano dolcemente ogni passo: se così si può dire, perché di passi propriamente detti non si trattava nella sua marcia, bensì di frazioni di passi portati avanti ora da questa ora da quella zampa, in un ordinato movimento che si creava da sé, senza che lei si affaticasse a dargli impulso o direzione. Vedeva il mondo secondo una prospettiva orizzontale, non verticale come le pareva ricordare quella dell' uomo, piantato su due trampoli e procedente ad angolo retto con la terra. A questa nuova visione contribuiva certo la posizione del suo corpo prono in avanti, disteso sulle sue basi press' a poco come il soldato negli esercizi dell' «ordine sparso», ma anche la strana disposizione degli occhi, otto come le zampe e messi a semicerchio intorno al capo, tanto che - cosa sconosciuta agli uomini - una buona parte della pianura circostante le appariva simultaneamente accrescendo la sua illusione di spazio e di libertà. Degli occhi, poi, due erano come appannati, un po' miopi di giorno, ma pure in questo Clizia vide una ragione che tendeva a darle una libertà anche maggiore: e infatti, appena scesa la sera, furono essi a entrare in azione, a illuminarle le tenebre, a renderle più facile il lavoro della tela. La sua tela era bella, solida e ben tessuta, la più bella che riuscisse a scorgere lungo le quattro pareti di quel cortiletto di marmo bianco in mezzo al quale una piccola fontana cantava notte e giorno spandendo il suo getto su uno strato di muschio morbidissimo. Veniva talora a passeggiare nel cortile un giovane vestito di bianco (ma dove l' aveva già visto?); col braccio ripiegato oltre l' orlo del pallio sorreggeva un libro che scorreva passeggiando su e giù per il portico, assente da ogni altra cosa. E accadeva ch' egli si fermasse e guardasse attentamente la tela. Anche di notte venne una volta a guardarla, e a lei parve che il giovane si accorgesse del bell' effetto che faceva la rugiada lungo le sottili trame dell' ordito, illuminata dalla luna. Mentre guardava il lavoro l' enorme viso del giovinetto non perdeva la sua espressione assorta e intensa. Pareva che la tela continuasse quasi i suoi pensieri, s' inserisse negli argomenti del libro che leggeva camminando lungo il portico, dal mattino alla sera. A volte altri ragazzi venivano a trovare il giovinetto dal bel viso quadro. Sedevano con lui accanto alla fontana, o sullo zoccolo che circondava il portico, non di rado proprio sotto il capitello che Clizia abitava. Parlavano, sfogliavano libri e pergamene, spinte dai loro gesti piccole onde d' aria arrivavano alla tela facendola ondeggiare, il movimento ridestava ancora per un secondo le mosche invischiate e ormai intorpidite nell' agonia (qualcosa nella bava del ragno doveva toglier loro la vitalità, almeno a giudicare dalla poca resistenza che opponevano una volta cadute, facili prede ormai pronte ad essere abbracciate e succhiate). Spesso i giovinetti sbocconcellavano cibi e quando se ne andavano, il ragno scendeva a far bottino di briciole, di chicchi e talvolta di bucce dolciastre.Fu così che in un caldo pomeriggio egli avvistò appoggiata sullo zoccolo sottostante una fila di piattini colmi di una polpa dolce, bionda, odorosissima. Si appese alla tela e si calò, ahimè, con troppa furia per l' ingordigia, lungo il filo che si allungava man mano, sempre più: guardava il suo filo di sotto in su, stendersi stendersi così lucente e forte, con una specie di ebbrezza, di orgoglio. Quando si accorse di ciò che stava succedendo, era troppo tardi, il suo orrendo destino era segnato. Il nettare biondo e molliccio l' aveva afferrato per la peluria del dorso, si dimenò, si scosse, sputò fuori tutta la sua bava per rafforzare il filo e tentare di risalire. Nello sforzo il capo gli fu imprigionato, poco dopo anche una zampa affondò in quella viscida palude. Un odore dolciastro, nauseabondo si addensava su di lui, il corpo gli si induriva. In un anelito di suprema disperazione, di schifo senza limiti, stava buttando il capo indietro per affrettare la morte quando una mano posata dolcemente sul braccio la svegliò. Vide l' uomo in shorts e l' uomo in nero curvi su di lei. «Signora - disse il primo - lei è un soggetto veramente eccezionale. Voglia salire sulla cattedra ed esporre ciò che ha sognato. Vuol dirmi il suo nome, la sua professione, qualcosa di sé? di questa città? Lavora qui, studia, viaggia?»«No, canto - disse Clizia tanto per dire qualche cosa (e infatti canticchiava spesso per sé)». «Signore e signori - tuonò il prof. Dobrowsky in pessimo italiano, rivolto al pubblico - forse abbiamo qui una reincarnazione della Malibran o della divina Saffo. Ma no, è impossibile, sarebbe un salto troppo forte nel tempo. Vuol dirci signorina chi ha sognato di essere? Questo sogno dev' essere rivelatore della sua precedente esistenza. Si lasci andare, parli con abbandono.»Clizia guardò dinanzi a sé e vide che le quindici persone di prima erano diventate forse una trentina. «Ecco - disse in preda a un imbarazzo enorme che rasentava un sentimento di pudore offeso - ecco, io credo di aver sognato di essere un ragno, sì, un ragno nel cortile della casa di Pitagora, almeno mi pare di averlo riconosciuto dal viso.» Il pubblico scoppiò in un' enorme risata e il prof. Dobrowsky si fece rosso fino alle orecchie. «Signora - disse - lei si burla della scienza, non è degna della facilità con cui la mia ipnosi ha agito su lei. Si rende conto della perfezione che occorrerebbe per passare in un sol balzo dallo stadio di ragno a quello di essere umano? Parli sul serio, ci dica dunque chi ha sognato di essere.» «Un ragno nel cortile di Pitagora - ripeté Clizia, mentre le sghignazzate del pubblico salivano al soffitto e il professor Peterson la prendeva per un braccio e l' accompagnava alla porta ammonendola a non partecipare più a esperienze troppo più serie di lei.»Si ritrovò quasi di corsa nella strada, strinse con rabbia la valigetta, emise un piccolo gorgheggio per risentirsi viva e guardò l' orologio che portava al polso. Mancava appena un quarto d' ora alla partenza del treno, il pomeriggio foggiano era terminato. (tratto da "La Farfalla di Dinard" - Neri Pozza, Vicenza 1956; Mondadori, Milano 1960 - e ripreso dalla raccolta "Verso Sud. Diari, novelle e poesie sulla Capitanata dal Quattrocento ad oggi, ", a cura di Davide Grittani, collana di studi della Provincia di Foggia "Terzo Miillennio", Claudio Grenzi editore, Foggia, 2000, euro 16,53, pp. 77-81)

EUGENIO MONTALE
 
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view post Posted on 14/8/2020, 08:23     +1   -1
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Buon Compleanno KinAky !




BcqSoZa

 
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