| PRIMA PARTE Mi sono precipitata a guardare questo drama dopo aver letto i bei commenti qui sopra, i quali dicevano come quest'opera fosse molto attinente alla realtà storica dell'Impero Cinese. Ora io, essendo molto appassionata di storia cinese, non potevo perdere questa occasione e mi sono fiondata a guardare questo lungo drama senza tanti pensieri. Ho deciso di dividere la recensione in tre paragrafi: IL TITOLO (che da solo dà il tema dell'opera), I PERSONAGGI e L'ALFABETO; quest'ultimo un paragrafo un po' particolare, che vuole mettere a fuoco le caratteristiche del drama come opera e della trama in sé, cioè quegli elementi che possono essere ridotti a comune denominatore. Ho deciso di servirmi di un alfabeto particolare appunto, per poter inquadrare meglio questi elementi e fare ordine. Come riferimento riguardo alla cronologia della narrazione, ho usato la divisione della storia in archi temporali operata dal sito DramaPearls perché mi è sembrata molto accurata ed originale, solo che ne ho cambiato un po' i titoli: Parte Prima [ep 1-4]: InfanziaParte Seconda [ep 5-22]: AdolescenzaParte Terza [ep 23-35]: Verso la maturità mentre le ombre del passato si allunganoParte Quarta [ep 36-40]: Il matrimonio di Ming LanParte Quinta [ep 41-67]: Vita da sposa o delle 100 fatiche di Ming LanParte Sesta [ep 68-73]: EpilogoChiaramente questi “archi narrativi” non vanno intesi come dei compartimenti stagni autoconclusivi nei quali la storia inizia e finisce per poi ricominciare, nell'arco successivo, in modo totalmente indipendente da quello precedente. La storia è una sola e avanza in modo continuativo per tutto il drama; questa divisione semmai può rappresentare dei piccoli cambiamenti, piccoli sviluppi della storia dovuti a cambiamenti che avvengono nella vita stessa della protagonista, quindi leggerissimi cambi di ritmo se vogliamo, e per questo difficilmente individuabili. Anzi, penso che l'autrice del sovra citato blog abbia avuto davvero occhio per riuscire a coglierli; io, per dire, non ce l'avrei fatta. (P.S questa la dedico a @Misachan che mi aveva detto che la voleva leggere; non so se si aspettava un triplo mattone come questo (non credo! ) però.......ora te la leggi! MUAHAHAHHAHAHAH ) IL TITOLO Innanzi tutto voglio un'attimo parlare del titolo di questa fiction, del titolo originale, perché dice molto; sullo scopo e la visione della trama in sé ma anche della cultura cinese in generale. (* nota: chiaramente niente di tutto questo è farina del mio sacco ma proviene dalla spiegazione di questa Signora cinese su youtube: link) 《如梦令》 [宋] 李清照
昨夜雨疏风骤,浓睡不消残酒。 试问卷帘人,却道海棠依旧。 知否? 知否? 应是绿肥红瘦。
< ru mèng lìng > [sòng] li qing zhào
zuo yè yu shu feng zhòu , nong shuì bu xiao can jiu . shì wèn juan lian ren , què dào hai tang yi jiù . zhi fou ? zhi fou ? ying shì lù féi hong shòu
TRADUZIONE < stile ru mèng lìng > [dinastia Song] Li Qing Zhao
Ieri notte diradata la pioggia si è levato il vento, il denso sonno non ha snebbiato la mia ebbrezza. Ho chiesto alla fanciulla che arrotola le tende, mi ha detto: “il melo fiorito è ancora come ieri”. Non s'è accorta? Non s'è accorta? Che il verde si è addensato e assottigliato il rosso. (Traduzione di Anna Bujatti, dal libro Come in sogno, 1996.) Dunque; questa poesia molto famosa (che non ha titolo, quindi come per le nostre poesie si usa il primo verso per intitolarla) è stata scritta da Li Qing Zhao (1084-1155), poetessa vissuta durante la Dinastia Song (la stessa del drama quindi) tra le più famose (se non LA più famosa) e studiate in Cina oggi. Era specializzata nello 宋词 (sòng cí); dove 词 indica un tipo di componimento caratterizzato dalla diseguaglianza nel numero di caratteri fra i vari versi (al contrario dello stile 诗 [shi] che invece aveva un numero di caratteri uguale per tutti i versi), e 宋 , che sta ad indicare proprio la Dinastia Song perché questo è il periodo nel quale questo tipo di far poesia divenne celebre. Potremmo chiamarlo quindi più o meno “ stile Song in versi liberi” o qualcosa di simile. Gli ultimi due versi, quelli colorati di rosso, son quelli che appunto danno il titolo al romanzo dal quale questo drama è tratto, ma anche al drama stesso nella versione chiaramente non internazionale (la bellissima sigla finale invece la canta tutta; nell'ultima parte della canzone). Ora, l'interpretazione del suo significato, soprattutto di questi ultimi due versi, è lasciata a discrezione del lettore ma non c'è dubbio che la poetessa attribuisca un significato particolare alla TEMPESTA che infuriava la notte precedente (le dà quindi un significato metaforico), al contrario della cameriera che non trova nulla di strano al fatto che il melo abbia ancora intatti tutti i suoi fiori. Di letture ne ho viste tante ma, come detto prima, mi attengo a quanto spiegato dalla Signora di Youtube (ormai la chiamo così ) che ci illustra come il componimento 宋词 si possa dividere in due tipi: lo 豪放牌 (háo fàng pái), “ stile coraggioso, sfacciato e disinvolto” che ha per tema guerre ed atti eroici e cavallereschi, il tutto condito da un certo sapore cameratesco; e lo 婉約牌 (wan yue pái), “ stile liscio e cortese” che invece si concentra sulla vita domestica, casalinga. La poesia di Li Qing Zhao appartiene chiaramente a quest'ultimo gruppo, gruppo dallo stile spesso triste e malinconico perché parla della brevità della giovinezza e della vita stessa, di come i momenti di felicità siano pochi e brevi, e quelli di libertà ancor più rari; soprattutto se scritti da un punto di vista femminile, tanto era rigidamente controllata e facilmente tacciata di “non appropriatezza” la donna medioevale nell'Impero Cinese che doveva sempre sottostare al volere maschile, del padre o fratelli in gioventù, del marito da sposata. Ecco quindi che, in questa chiave di lettura, possiamo riuscire a comprendere un po' meglio il significato di questa poesia; di questa tempesta che non vuol essere solo un temporale vero e proprio ma che può rappresentare qualunque “temporale” della vita, la perdita dell'innocenza e della giovinezza magari, o la perdita della libertà cioè il matrimonio; e quindi, per via di questi eventi ecco che il “ rosso si assottiglia”, il rosso dei fiori, cioè il “fiore della giovinezza” o la donna vista come un fiore lei stessa: bellissima, sgargiante, piena di vita e di attrattiva ma che poi con gli eventi, con la vita, con la società direi, non può far altro che sbiadire ed appassire piano piano. Dunque, ecco che si capisce come il titolo originale ( 知否?知否?应是绿肥红瘦 “ Non lo sai? Non lo sai? Che il verde si è addensato e assottigliato il rosso”) benché un pochino più complicato da capire, sia però molto ma molto più appropriato perché riesce a descrivere l'ampio respiro e la vastità del tema dell'opera: ovvero descrivere in modo generale ma verosimile la vita domestica, familiare; cioè concentrarsi su ciò che accadeva in famiglia, tra le mura di casa piuttosto che in guerra o nella vita politica per esempio, con un occhio di riguardo chiaramente per la condizione femminile. Non ho voluto, cioè, soffermarmi su questo titolo semplicemente per una questione estetica, perché è oggettivamente assai più bello del banale “ Story of Ming Lan”, ma perché quest'ultimo è, prima di essere brutto, sopratutto ALTAMENTE FUORVIANTE. Mi spiego meglio: benché Ming Lan sia indubbiamente la protagonista (difatti più saranno presenti nella sua vita e più i personaggi avranno spazio nella storia), al tempo stesso non è detto che sia per forza il personaggio più importante né tantomeno l'opera si concentrerà su di lei in modo particolare rispetto a tutto il vasto ensemble del resto dei personaggi che compone la trama, come invece il titolo inglese sembra far capire. Questa non è assolutamente la storia di Ming Lan e neppure di un altro personaggio in particolare; qui il romanzo, che è un romanzo storico, ed il drama si prepongono di riportare il più verosimilmente possibile la vita a quel tempo nel loro intimo quotidiano; ci vogliono spiegare COME si viveva in queste famiglie allargate e perciò dettate da ranghi e anzianità, e soprattutto COSA voleva dire il termine stesso di famiglia. Non è perciò un opera o la vita di un solo particolare personaggio in realtà ma una più ampia opera corale, atta ad illustrare il mondo e la vita a quel tempo; specialmente le relazioni interpersonali che, all'ombra della storia, andavano a formare la società cinese del X/XI secolo. Oltretutto, questo ruolo di protagonista assoluta, di “eroina” che il titolo inglese sembra voler affibbiare a Ming Lan stona anche con il personaggio stesso: Ming Lan non è un'eroina e non è “il personaggio buono a tutti i costi” della situazione; difatti, come già scritto, la storia vuole essere il più storica e verosimile possibile e quindi i personaggi stessi sono né più né meno persone 'normali' del loro tempo, strettamente legate alle loro usanze ed alle loro credenze; incapaci di uscire del tutto dalle logiche sociali che il secolo imponeva loro, con tutti i difetti che ciò comporta. Lo stesso discorso vale esattamente anche per la protagonista che, pur essendo più intelligente e acuta rispetto alla media, non può per forza di cose essere completamente estranea o al di sopra di certe logiche o di certi modi di pensare. Anche lei, con tutta la sua bontà, sarà una normalissima donna della Cina medioevale con tutti i difetti che ne conseguono; anche lei farà percepire molto chiaramente allo spettatore tutto il baratro che intercorre tra il pensiero di oggi e quello di una volta. Questo drama quindi, proprio per questi motivi, richiederebbe una visione da parte dello spettatore, una posizione il più oggettiva e distaccata possibile, senza dover propendere per forza per “l'eroina della storia”; questo atteggiamento provocherebbe soltanto delusione – come difatti è successo a me all'inizio – poiché è appunto la posizione sbagliata da assumere di fronte a questa opera. Spero quindi davvero che chi vorrà accingersi a guardare questo bellissimo drama, legga anche soltanto questo mio piccolo consiglio (non dico la recensione intera, ci mancherebbe); ma proprio per fare una favore a sé stesso, per evitarsi inutili problemi e fraintendimenti quali ho provato io. Bene; dopo aver lovvato con tutto il mio lovvvvvvvvv la Signora di Youtube passiamo al prossimo paragrafo. I PERSONAGGI Per prima cosa chiarisco che mi è impossibile parlare di TUTTI i personaggi, tanto il cast è enorme e variegato; in secondo luogo, non posso neanche parlare di loro in modo approfondito (se non sotto spoiler) poiché questo drama abbraccia un arco temporale piuttosto lungo – si comincia con la protagonista che è bambina e ce la ritroviamo alla fine sposata e con dei figli – e poiché, come già detto, la storia si premura di essere il più realistica possibile (non solo da un punto di vista storico), i personaggi durante il corso della trama cambieranno, matureranno e ciò che era vero agli inizi della storia non lo sarà più a metà inoltrata o viceversa. Per parlarvi di un particolare personaggio quindi, dovrei parlare di quello specifico arco temporale per sezionare via via tutto il drama, andando a complicare la cosa e sopratutto riempendovi di spoiler. Quindi protagonisti a parte (mi riferisco a Ming Lan, Ting Ye e Yuan Ruo) coi quali posso essere un pochino più prolissa, gli altri personaggi trattati saranno solamente i componenti della famiglia Sheng, la famiglia di 'partenza' e con la quale trascorreremo una buona metà dell'opera; ai quali farò una breve introduzione giusto per capirci qualcosa. SHENG MING LAN | | | \/ GU TING YE / ZHONGHUAI<-------- vs-----------> QI HENG/ YUAN RUOEcco, secondo me è COSI' che ciascun protagonista sta, si pone, è nei confronti degli altri due. Ho letto spesso (praticamente dappertutto) di come Ming Lan e Ting Ye vengano considerati i due esatti opposti; due individui accomunati da un intelligenza sicuramente notevole ma che poi, nel loro approccio alla vita, si servono di questa in modi totalmente antitetici: baldanzoso e diretto lui, timida e ritrosa lei. Invece il mio giudizio è diverso, ho trovato molte più similitudini fra questi due personaggi che non diversità. Personalmente non li definirei affatto gli opposti ma anzi, credo che siano molto più affini di quello che vogliono farci credere. Prendiamo Ming Lan: lei è la sesta figlia (l'ultima) del funzionario Sheng Hong e della, ormai deceduta, seconda Concubina Wei; essendo orfana di madre e trovandosi in una posizione assai più debole degli altri suoi fratelli e sorelle poiché non gode della protezione di qualcuno, non ha “agganci” diremmo noi, al contrario degli altri, è costretta a farsi furba e, pur di sopravvivere, cercare il meno possibile di apparire, di farsi notare, di essere più brava o più abile, così da lasciar risplendere di luce le sorelle e non attirare su di sé gelosie o odio e poter cercare di vivere una vita la più “tranquilla” possibile. Lo dirà diverse volte a storia inoltrata, da grande, che “fingevo di essere stupida”. Dunque, sicuramente la giovinezza della protagonista è caratterizzata dalla dissimulazione delle sue grandi abilità intellettive ed analitiche a favore del “quieto vivere” ma io credo che il protagonista maschile non sia poi tanto da meno, che anche la sua adolescenza non sia stata poi tanto differente in questo senso. Il fatto che abbia un atteggiamento esuberante e che non sembri mai prendere nulla sul serio non c'entra nulla: prima di tutto dobbiamo considerare la sua differente posizione sociale (lui è un uomo e può permettersi di essere più diretto con molte meno conseguenze) e poi vitalità non è sinonimo di intelligenza; nulla, infatti, dà indizio sulle reali capacità di questo personaggio all'inizio della storia, basti pensare al risultato che il ragazzo riesce ad ottenere al 科举 (ke ju) l'Esame Civile Imperiale; risultato, almeno per me ma credo per molti spettatori, totalmente inaspettato. Ma chi è Gu Ting Ye? Intanto cominciamo col dire che è il secondo figlio del Marchese di Ningyuan, grande casata di stampo militare che ha dato nel tempo una lunga serie di generali importanti. E' il secondo figlio e per questo in teoria non destinato ad ereditare il titolo di Marchese alla morte del padre ma in pratica invece sì perché suo fratello maggiore, Ting Yu, è sempre stato estremamente cagionevole di salute e quindi (a patto che non muoia ovviamente) non adatto ad assumere il titolo di capo-clan, con tutte le responsabilità e i doveri gestionali che ne conseguono. Continuo, dicendo che i figli del Marchese sono tre, in ordine di decrescenza Ting Yu, il nostro protagonista Ting Ye ed il minore Ting Wei, tutti avuti da tre donne diverse e due delle quali decedute quando i rispettivi figli erano piccoli; la Nobile Signora in carica, quindi, è la madre del figlio minore Ting Wei. Forse già da queste premesse si può capire come questa sia una famiglia estremamente complicata, probabilmente più complicata e tragica anche di quella della protagonista. Concludo dicendo che Ting Ye ed il padre non vanno d'accordo, o meglio, hanno un rapporto complicato per ragioni complicate (non può che essere così in questa famiglia); cosa questa, che sarà alla base del mascheramento delle proprie abilità e doti di cui parlavo all'inizio. Se Ming Lan infatti è letteralmente costretta a farlo per cause di forza maggiore, nel caso di Tinge Ye saranno la disillusione, questo amore filiale che non sente venir ricambiato e quindi la rabbia, una rabbia fortissima, che lo porteranno, nella sua prima adolescenza, a peregrinare in cerca di guai, di problemi, di scuse che lo possano allontanare dalla famiglia e al tempo stesso macchiarne pesantemente il nome. Son tutti lì i nostri personaggi, lì a pensare costantemente all'onore della famiglia, alla posizione, alla dignità, alle virtù e ad i vantaggi a queste associati; Ting Ye, invece, su tutto questo ci sputa. Ming Lan, dopotutto, sa che l'unica persona che l'amava è morta e, dopo il dolore straziante, non si aspetta più nulla da nessuno; sa chi le voleva bene e sa il motivo per cui questo amore non può più riceverlo. Oltretutto non è vero perché di amore ne riceve molto, da una persona che oltretutto non avrebbe niente a che fare con lei, la “nonna”, la Nobile Matriarca. Una donna che prenderà a compassione la ragazza e le darà protezione, in modo del tutto inaspettato per la protagonista ma verso cui sarà sempre infinitamente grata. Per quanto riguarda Ting Ye invece, suo padre è lì, vivo e vegeto davanti ai suo occhi quindi perché......perché non sente niente? Questo sarà uno dei vari segni distintivi, dei vari punti cardine che vanno a segnare la storia e la persona di questo gran bel personaggio; personaggio che, come dicevo prima, ce la mette tutta per collezionare una cattiva reputazione dopo l'altra; e sarà così bravo che, una volta ritornato nella capitale Kaifeng, è già diventato famoso e la sua fama sarà tale che, quando cercherà moglie, nonostante sia un nobile di prim'ordine e che con tutta probabilità erediterà il titolo, non lo vorrà nessuno! Perché sta qui il punto: non è conosciuto come “ il nobile”, “ l'abile”,” l'eccezionale” ecc ma piuttosto come “ il poco di buono”, “ il combina guai”, “ lo svergognato” che getta fango sulla sua famiglia e sui suoi poveri genitori; nessuno sa e nessuno vede le sue reali capacità e molti lo disprezzano, ma lo fanno anche perché è stato proprio lui stesso a far di tutto per svilire le sue grandi doti sotto ad una facciata di 'uomo rozzo ed incivile'. Alla fin fine, non è esattamente la stessa situazione in cui si ritrova la nostra Ming Lan? Le cause che portano i due protagonisti a questo comportamento saranno sicuramente molto diverse è vero, ma l'effetto che sortiscono è lo stesso. Molto più affini che opposti. Se ci deve essere un opposto invece, un personaggio del tutto contrario a Ting Ye, quello è per forza di cose Qi Yuan Ruo. Quest'ultimo è figlio unico del duca Qi e della principessa di basso grado PingPing, quindi non sarà un reale ma poco ci manca; rappresenta veramente la creme de la creme della società e della nobiltà stessa. Ho letto che nel libro per diverse volte i personaggi faranno un gioco di parole col suo nome chiamandolo “Yuan Bao” che indica una specie di scarpetta dorata (Ming Lan nel drama gliela cucirà nelle ginocchiere) ma che in generale significa “tesoro”. Ecco, si può dire che questo soprannome gli calzi a pennello perché il ragazzo, in poche parole, è davvero il “ yuanbao” della sua famiglia. Essendo figlio unico, i genitori hanno riposto in lui tutte le loro speranze ed i sogni di gloria, ed il ragazzo si è praticamente imposto di essere “il figlio modello”, il figlio “da manuale” cioè bravo, coscienzioso, intelligente, devoto, ubbidiente; tutto per non deludere le aspettative dei genitori. Quindi una situazione familiare agli esatti antipodi rispetto a quella di Gu Ting Ye che, per forza di cose, risulterà in un modo di pensare completamente diverso; questi due caratteri così diversi si mostreranno in tutta la loro antitesi sopratutto alla fine della seconda parte dove ad un “ lotta con tutto te stesso per ciò che vuoi e ciò in cui credi!” dell'invincibile e ramingo Ting Ye, si contrapporrà un “ mi ritiro e rinuncio a ciò che voglio per non far del male a nessuno” del gentile e fragile Yuan Ruo. Un modo di pensare, quest'ultimo, col quale lo spettatore si può facilmente immedesimare; un personaggio che, a differenza del primo, mostra tutta la sua fragilità e la sua impotenza di fronte all'accadere degli eventi ai quali non potrà opporvisi ma solo subirli. Sicuramente un personaggio maschile singolare che, a differenza di praticamente il 99% degli altri uomini del cast, vede l'amore in modo molto puro, che si innamora per davvero e che considererà sempre, l'amore, una parte importante della sua vita. Su MING LAN nella quinta parte Ming Lan nel frattempo è cresciuta ma in realtà non riesce ancora ad andare avanti per quanto successo alla madre. Dice che “sto cominciando a scordarmi il volto di mia madre” e, nel bel dialogo con Yuan Ruo dirà finalmente quello che tiene dentro: “ Tutti dicono che, adesso, sto vivendo una bella vita. Come se fossi caduta in un vasetto di miele. Ci sono persino persone che dicono < una figlia illegittima come me, allevata da sua nonna, è in questa posizione perché sua madre in passato ha acceso molti bastoncini di incenso alle divinità>. Ma sarei disposta ad abbandonare questa vita lussuosa. Cosa sono un titolo nobiliare ed una carrozza, un titolo conferito e delle proprietà? Sarei disposti a usarli tutti in cambio della vita di mia madre. Se solo potessi riportarla in vita, sarei disposta a rimanere per sempre in quella stretta stanza nella dimora degli Sheng. Starei bene anche senza avere cibo o vestiti buoni, senza il caldo del carbone, se solo lei potesse ritornare. Se solo mi fosse permesso posare di nuovo la testa sul suo grembo, sarei disposta a fare qualsiasi cosa.” E proprio per questo sviluppa una strategia diciamo, una convinzione, cioè quella del 'non guardarsi mai indietro, in nessun modo' e di andare avanti forzatamente; non tanto per un attaccamento ed amore per la vita, ma proprio perché il non farlo sarebbe completamente inutile, il passato è passato ed è impossibile cambiarlo, tanto vale proseguire oltre senza stare a rimuginarci troppo sopra. Una visione della vita molto pratica e pragmatica, si può dire, che non lascia molto spazio per le emozioni o sentimentalismi, derivata da tutto il dolore provato; una visione che spicca in contrasto con l'età della ragazza ed anche con quella di Qi Heng, molto più sentimentale ed incapace di lasciar andare quello che è stato; difatti proseguendo nel dialogo, quando lui le risponderà di capire il suo dolore, lei replicherà: “Voi non capite. Mia madre non tornerà mai più. Non può più tornare. Lei non può essere riportata in vita. Non importa quello che faccio, è impossibile che torni. Io ho ancora molti giorni da vivere. Quando una persona muore, non può essere riportata in vita. Quando il tempo passa, anche lui non tornerà mai più.” Quando il tempo passa lui non tornerà mai più, questo è il credo che Ming Lan ha formulato dopo anni e anni di sofferenze e travagli; che sia la vita spezzata della madre od il loro amore mai compiuto, ciò che è stato, proprio perché è stato nel passato, non c'è più, se n'è andato, e per questo è impossibile manovrarlo in modo che cambi. E' un vento già passato per queste valli e che, trascorrendo il suo corso, da qui non tornerà. E' inutile piangere e pregarlo di ritornare almeno una volta; dal momento che lo si piange, lui è già per altri lidi. E' insieme rassegnazione e totale realismo, un pragmatismo assoluto che non lascia spazio per sentimenti. Per Ming Lan si deve andare, andare, sempre avanti, cercando di restare impigliati il meno possibile nei rovi di problemi e sentimenti. Più o meno lo stesso pensiero trasparisce dal dialogo con la Nobile Signora Zhang; lei, depressa per il fatto che il marito, al suo posto, ha nel cuore la concubina, si chiude in camera e paragona sé stessa ad un piccolo pruno che tiene nella sua stanza: “Guarda quel pruno [dice a Ming Lan]. E' così testardo. L'ho innaffiato e gli ho dato dei fertilizzanti, ma non sbocciava. Il giardiniere un anno fa si è stufato ed ha smesso di occuparsene. Ma in inverno, è sbocciato da solo. Vivendo in modo naturale, potrei riuscire a continuare a vivere. [….] Se potesse scegliere, non vorrebbe stare in questa stanza. Se io potessi scegliere, non vorrei essere come un oggetto e non mi sarei sposata in questa famiglia.” Ma Ming Lan vuol farle capire che quel “potessi” e quel “sarei” fan già parte del passato, di un tempo ormai impossibile da modificare; lei oramai HA SCELTO e si E' SPOSATA, questo è il presente attuale; lei si deve muovere da qui, da questo ORA, andando avanti, il più lontano possibile. “Ormai ti sei sposata in questa casa. Essere amareggiati o felici, sarà per tutta la vita. Se ti angoscerai nel risentimento per tutta la vita rimarrai davvero intrappolata in questa disperazione. Perché non fai come la Nutrice Fang, e non lotti per andare avanti?” 'Perché non lotti?' chiede Ming Lan alla Nobile Signora Zhang; per lei che ha già assaggiato più volte il sapore amarissimo della vera disperazione, quella nella quale si rimane impigliati come dice lei, non lottare per non cadervici dentro è un totale controsenso. Per quanto riguarda la vita di coppia, il mio parere è che non fosse per niente pronta all'inizio, ed il suo continuo menzionare al marito di come “avrebbe voluto essere sua figlia/ nella prossima vita vorrà essere sua figlia” secondo me dice molto: fa capire come in realtà Ming Lan lo consideri una specie di guardiano, un padre si può dire, una persona della quale si fida; ma non un'amante. Infatti il loro matrimonio non è stato esattamente un matrimonio d'amore (almeno da parte della ragazza); se Ting Ye, avendo già capito il vero carattere della ragazza e conoscendo le sofferenze che li accomunavano, si era ormai innamorato di lei, credendola quella giusta, e difatti, nel loro rapporto, lui trarrà sempre grande forza da lei; per Ming Lan non è stato tutto sempre così chiaro e rettilineo. La ragazza è abituata a non fidarsi di nessuno, figuriamoci ad amare. Ha sempre dovuto vivere consapevole di avere “la spada di Damocle” penzolante sopra la sua testa, ha sempre dovuto stare circospetta e misurare ogni sua parola in ogni momento; quindi quanto dice a Xiao Tao, Dan Ju e Cu Wei (senza sospettare che il marito la stia sentendo): “Nessuno in questo regno è affidabile. Lui è un brav'uomo e si prende cura di me. E' grandioso, ma è meglio non riporre troppa speranza su di lui. Ognuno ha le sue difficoltà. Anche se si vogliono riporre le proprie speranze in qualcuno, non si deve fare troppo affidamento su nessuno. Più speranze si nutrono e più si viene delusi. Se si viene delusi troppo, poi giunge il rancore. Se si serba rancore per tutta la vita, questo si trasforma in odio e poi non si riesce più a vivere. [….] Ora siamo appena sposati. Certo che mi trova ancora interessante, ma non staremo insieme solo per pochi mesi. Ci sono ancora molti anni a venire. In ogni caso, se ponessi troppe delle mie speranze su di lui, potrebbe, un giorno, trovarlo troppo pesante”, ha un senso. Si veda come Ming Lan praticamente sezioni i sentimenti e le loro fasi in maniera quasi chirurgica: “più speranze si nutrono, più si viene delusi; dalla delusione poi arriva il rancore; e dal rancore giunge l'odio che rende impossibile la vita”; questa precisione maniacale può avercela soltanto chi, queste cose, le ha provate sulla propria pelle. Quindi è normale che lei non voglia e non sappia allo stesso tempo come aprirgli tutto il suo cuore; avendo già sofferto è chiaro che non voglia gettarsi a capofitto tra le braccia del marito, e che quindi non sappia gestire le “faccende amorose”, non riuscendo a provare né gelosia per eventuali concubine del marito (scatenando l'ira di lui) né alcunché. In un certo senso, anche se giovane, Ming Lan è già una donna vissuta che sa cos'è il dolore perché l'ha conosciuto svariate volte; e che dunque non vede il matrimonio come un coronamento di tutti i sogni fatti da ragazzina, un sogno sommerso di rose e fiori profumati; no, Ming Lan vede il matrimonio come un passo da fare forzatamente, un dovere da compiere perché non può farne a meno conoscendone tutti i rischi e tutti i dolori che questo comporta; perciò è pronta ad affrontarlo senza troppi sentimentalismi e senza troppe emozioni coinvolte. Senza aggrapparsi a nessuno, appunto. Ancora una volta vediamo come Ming Lan segua la via del realismo e del pragmatismo estremo. Su TING YE nella quinta parte Ma Ting Ye questo non lo capisce, soprattutto lui che è sempre stato circondato da persone false e doppiogiochiste, persone in verità grette e banali ma che si sono finte per decenni il completo opposto. Quindi ecco che lui odia con tutto se stesso la finzione, la non-genuinità; anzi, si può dire che ne abbia paura. Aveva scelto la moglie proprio per la sua forza e la sua grande capacità empatica, pensare che anche lei si nasconda dietro una maschera lo fa andar di matto. Quindi ecco che dice a Ming Lan di non trattenersi, di dire sempre quello che pensa, di non celarsi dietro l'archetipo della moglie perfetta; ecco come pensa sempre di non essere amato se la moglie non riesce a “sciogliersi” del tutto ed essere la Ming Lan genuina che lui vorrebbe; ecco che della moglie comincia ad essere un po' scontento e a dire che “vuole di più” (a chi 'o dici Ye, a chi 'o dici.......). Questo è quello che, a pranzo, un giorno, racconta alla moglie: “Nonostante mio padre sia sempre stato duro con me, quando mi amava o mi odiava, era sempre sincero. Non come quella mia matrigna, che indossava sempre una maschera. Ma per quale motivo nei confronti della mia matrigna non sono stato spietato quanto lo ero verso mio padre? [Minglan: perché era un'estranea] [….] Era così piena d'odio, ma visto che sapevo che era un'estranea, non soffrivo poi tanto. [Minglan: ma il Marchese era vostro padre.] Sì. Fin da bambino, mio padre è sempre stato il mio universo. Era come una divinità. Lo amavo e rispettavo. A prescindere da come mi trattasse, speravo sempre. Pensavo che, un giorno, mi avrebbe capito. Ma fino alla fine, quando la mia speranza era ormai sparita del tutto, ho sempre sofferto così tanto...........perché pensavo dovesse essere naturale per lui amarmi.” Come Ming Lan con Yuan Ruo, anche qui Ting Ye racconta di un passato doloroso per intendere in realtà altro: Pensavo dovesse essere naturale per lui amarmi, frase, questa, tesa a descrivere il padre ma anche diretta indirettamente verso Ming Lan. Ting Ye ha per tutta la vita vissuto con la consapevolezza di non esser ricambiato dell'amore filiale dal proprio stesso padre e quindi, come conseguenza naturale, ha subito un forte trauma in quanto non è possibile non essere amati proprio da coloro che ci hanno messo al mondo; anche se il padre non c'è oramai più, le conseguenze di questo trauma infantile rimangono ancora, le ferite non ancora risarcite, e dunque al Generale Gu, nonostante le apparenze, permane sempre la sua paura, paura di non essere amato dai suoi cari, di non esser amato da “chi dovrebbe amarmi per natura”. Gu Ting Ye ci fa capire che non è tanto l'odio in sé a distruggere un individuo, anche se l'odio in questione può raggiungere livelli estremi ( lui dice che la matrigna l'ha sempre voluto uccidere); ma più che altro è da chi proviene questo odio che fa la differenza e può davvero compromettere la vita di una persona distruggendola psichicamente: in quanto estranea, la matrigna non è tenuta ha provare nessun amore materno nei confronti del ragazzo, ed il ragazzo stesso ne è consapevole; ma il padre, come primo familiare, come genitore, non può non farlo; e se lo fa, ecco che si viene a formare una spaccatura insanabile, ecco che la mente del ragazzo non riesce e non può riuscire a compiere il ragionamento, rimanendo costantemente con una specie di “buco nero” dal quale proverrà sempre la stessa domanda “Perché?”, senza riuscire a rispondersi e quindi andare oltre. Nonostante i numerosi tentativi (sappiamo come Ting Ye abbia condotto una giovinezza un po' sregolata e tentasse ad ogni occasione di deludere il padre appositamente) sarà costretto ad un amore a senso unico, in quanto, come figlio, gli sarà impossibile dimenticare il padre e smettere di amarlo, “a prescindere”, e sperando sempre, continuamente, fino alla fine (perché non si può non sperare) che il padre si rinsavisse e lo accogliesse a braccia aperte. Pensavo che alla fine mi avesse capito. Le famiglie, quindi, sono il vero punto di partenza; sono dei legami, nel senso che siamo annodati loro strettamente senza che mai lo avessimo deciso veramente, e non si può far altro che restare impigliati, ricavandone felicità se si è fortunati, venendo costantemente feriti, se invece non lo si è. Gu Ting Ye è destinato a rimanere impigliato in quel rovo infernale, anche ora che ha assunto il comando della casata, per via della moglie? Quando Ming Lan non gli racconta tutto e sembra nascondersi dietro un velo di gentilezza che lui crede ipocrita, certamente possiamo ben immaginare come a lui ricordi molto di più la sua matrigna che non quel suo vecchio padre a volte crudele ma a suo dire “sempre sincero”. Sarà però Ming Lan a dire una grandissima verità. Quando in casa Gu arriverà un tumulto poiché i due cugini (ed in seguito anche Ting Wei, il fratello minore) della quarta e quinta casa verranno arrestati sospetti di aver macchinato all'epoca con il Principe Yong, (colui che comandò la ribellione per usurpare l'imperatore), le zie, ovviamente, non si faranno attendere e cercheranno in tutti i modi di ottenere l'aiuto di Ting Ye, il quale ovviamente non ne vuole sapere, anzi ne è contento perché in tal modo piano piano comincia a compiersi la sua vendetta. Ma ecco che, ad un Ting Ye divertito e appagato, Ming Lan dirà questo: “Non vi divertiva il fatto che vi stessero implorando? [ Ye: Perché non dovrebbe. Ho persino aumentato la posta in gioco, in modo che mi pregassero con ferocia!] Non volete che vi chiedano favori. Volete semplicemente che ammettano i loro errori. [….] Chiunque sia stato offeso vorrebbe che la verità, un giorno, venga fuori. Sperando che tutti capiscano il suo dolore e le sue sofferenze. Io farei lo stesso. [….] Quando si è vivi, si vuole solo essere tranquilli. Se si è tranquilli, tutto è quieto e stupendo. Ma se si ha rancore e odio nel cuore, anche se il sole splende in alto e c'è una leggera brezza che soffia sul viso, quella lama che si sente in cuore non cesserà di far male.” Che belle parole, le quali ancora una volta dimostrano come questo drama abbia premura principalmente di riportare la realtà, così com'era e così com'è sempre stata; poiché nella realtà chi è stato offeso, in verità, non vuole chissà quali cose, chissà quali giustizie divine, neanche quella famosa vendetta così ritrita ed elogiata in ogni opera; no, vuole semplicemente sentirsi dire “Scusa. Ho sbagliato.” Ming Lan fa notare giustamente al marito che, senza queste due brevissime parole, anche la più trionfante vendetta (a patto che l'avesse ottenuta) sarebbe risultata inutile ai fini di una pace interiore e di un cessato rimorso. “Tutto sarà bello e tutto sarà perfetto ma la lama non cesserà di far male.” Non c'entra niente la vendetta. Arrecare danno ad altri è inutile se questi altri non riconosceranno mai, fino alla fine, il nostro dolore. Perché nell'ammettere i propri errori c'è implicito il riconoscimento delle sofferenze che questi errori hanno provocato. E basterebbe davvero solo questo.......due misere parole ma, a conti fatti, così difficili da ottenere. E così l'eroe, prima ancora di cominciare la sua opera di rivalsa, posò cappa e spada e si mise a riflettere.......... Su YUAN RUO nella terza parte Con la triste storia dell'amore irrealizzabile fra Ming Lan e il Giovane Duca Yuan Ruo ci viene mostrato meglio quest'ultimo interessante personaggio: Qi Heng è probabilmente il personaggio maschile più puro e onesto della storia, ama Ming Lan in modo totale e assoluto, quasi cavalleresco direi, mai offendendola e rispettandola e sopratutto ASpettandola, e su questo ne sarà onestamente puro e schietto con lei, farà di tutto per avvicinarla, lotterà in tutti i modi contro i genitori (la madre sopratutto) per averla come moglie tanto da smettere di mangiare e bere per ricatto, eppure........eppure Yuan Ruo farà a Ming Lan molto molto male. Come è possibile, proprio LUI che la ama più di tutti? Qui si vede proprio il “salto”, la incompatibilità che c'è a volte tra gli INTENTI che stanno a monte delle nostre azioni e invece poi gli EFFETTI REALI che le nostre azioni producono. Potremmo chiamarli forse effetti collaterali?! Si, perché il Giovane Duca è onesto e molto innamorato e quindi insiste insiste, si fa avanti, si spinge avanti e sopratutto promette, fa promesse molto grosse il nostro duca quando dice che senz'altro riuscirà a convincere i genitori a prenderla come moglie legittima, e questo per rassicurare la ragazza, per farle vedere che in lui non c'è neanche una briciola di cattiva intenzione, per fare in modo che si fidi di lui. Ma Ming Lan, che non si sarebbe mai sognata di andare in sposa ad una persona del suo rango figuriamoci come moglie legittima (tant'è vero che quando lui per la prima volta le dice di “prenderla in casa” lei intende come concubina dicendo una cosa come: “ho promesso a mia madre che sarei andata in sposa ad un contadino piuttosto che diventare la concubina di un nobile”), che si sarebbe accontentata di vederlo da lontano e parlargli ogni tanto, lei che ha già sperimentato la durezza della realtà e che quindi non si sogna nemmeno di fare voli di fantasia, con l'insistenza del duca ad ogni sua promessa rinnovata così vigorosamente Ming Lan spera, per la prima volta osa sperare, che anche per una bastardella come lei il futuro non le riserverà per forza solo giorni spiacevoli; e più Yuan Ruo insiste e più la ragazza spera, salendo salendo sempre di più sorretta da queste false speranze, per poi cadere rovinosamente a terra. Come si dice “più si è in alto e più la caduta fa male”. La tragicità del personaggio del Giovane Duca Qi che è costretto a scegliere tra l'amore e la vita dei suoi genitori (e anche di Ming Lan) è altissima, raggiungendo il picco nel bellissimo monologo fatto al sostituto del suo amico ormai morto Buwei: “Le persone all'esterno ci guardano. Credono che possiamo smuovere mari e monti. Ma quando noi guardiamo al palazzo imperiale crediamo che sia l'Imperatore quello potente e forte. Però siamo tutti solo esseri umani. Non siamo dei santi. Anche l'Imperatore soffre in cuor suo. Anche gente come noi......prova dolore. Di questo dolore.....non possiamo fare menzione. Questo è un dolore......che non si ferma con le parole. Anche se tremila stelle si specchiassero nel fiume.....non sarebbero mai brillanti quanto la luna.” Da una parte ha ragione e da una parte ha torto Gu Ting Ye quando lo esorta a dare il tutto per tutto e combattere fino alla fine per quello che si vuole e per quello in cui si crede. Forse è un'affermazione un po' sommaria questo sì. C'è da dire che questi due ragazzi che si trovano ai lati opposti del tavolo si trovano anche agli opposti di personalità ma non è solo questo, Qi Yuan Ruo ha visto cosa succede quando prova ad uscire dai ranghi, a seguire il cuore, e cioè che tutte le persone a lui vicine, tutti quelli intorno a lui muoiono, vengono feriti, o sono scampati alla morte per miracolo. Lui non possono toccarlo, lui è l'erede della chiarissima e illustre casa ducale Qi, ma nonostante questo esoso rango, è totalmente impotente di fronte al dissolvimento di tutto ciò che gli è più caro, di tutto ciò che gli sta intorno, fino a rimanere completamente solo. Ma, come dice lui stesso, di questa solitudine estrema, di questo dolore, non ne può far menzione assolutamente con nessuno. Perché lui è un Duca, è un potente. Ed i potenti rimangono soli. Soli, ma con buon viso a cattivo gioco. Non lo biasimo se dopo essere arrivato ad un passo dal perdere tutto e far del male a veramente tutti, Qi Heng decide di fermarsi. Nobile Matriarca Sheng: l'unica figlia del Marchese di Yongyi, è cresciuta ed è stata educata a palazzo. A differenza delle altre suocere tende a non impicciarsi molto di quello che fa la nuora (purtroppo) e con il figlio ha un rapporto un po' altero, quasi distaccato. Il perché ci viene detto praticamente subito nella serie: la Nobile Matriarca non è la vera madre di Sheng Hong, in quanto nato da una concubina del marito. La donna però lo adottò e gli diede tutti i mezzi necessari a farlo studiare per passare il 科举. A inizio drama ci appare come una donna molto rigida ed un po' gelida anche, molto ligia nell'osservare il vegetarianismo e le virtù confuciane di parsimonia e rettitudine ma, andando avanti con la storia e sopratutto con “l'adozione” di Ming Lan, scopriamo invece una donna molto affezionata alle persone cui vuole bene e sopratutto molto molto intelligente; i suoi insegnamenti saranno preziosissimi per Ming Lan quando questa diventerà grande. Praticamente l'unica con un po' di sale in zucca nella famiglia Sheng. Sheng Hong: il capofamiglia. Personaggio a mio parere particolarissimo perché, per esempio, io l'ho odiato a morte ma allo stesso tempo non poteva fare a meno di farmi ridere e, in fin dei conti, resta un personaggio di cui non smetterei mai di parlare, tanto è sfaccettato e al tempo stesso semplicissimo. Cominciamo col dire che a Sheng Hong interessano due cose soltanto: l'ONORE e l'ONORE (oops, è una sola ma con Sheng Hong si duplica....se non triplica! ); essenziale per la sua carriera politica e quella dei figli. Infatti lui è un mandarino, un “funzionario-letterato” e l'onore (inteso come “ buona reputazione” come specificherò dopo) è ciò che lo LEGITTIMA come tale. In poche parole, è interessato solo e soltanto all'apparenza, a ciò che gli altri (e magari il governo) vedono e sanno di lui. E basta. Per le questioni interne, familiari, (quindi per ciò che accade realmente) è invece il perfetto uomo di casa: cerca di avere meno rogne possibili. Sempre preso tra due fuochi, la moglie focosa e la convincente e tenera concubina, darà ragione ora a l'una ora all'altra a seconda del vantaggio, per essere poi perseguitato da queste il meno possibile ma rendendo così l'atmosfera di casa Sheng una perenne polveriera pronta ad esplodere in qualsiasi momento. Insomma, un uomo dai principi saldi il nostro Sheng Hong; saldi quanto una canna di bambù durante un tifone grado 5. Possiamo dire che gli spetta il ruolo dell' egoista, del pavido ma senza per questo essere il cattivo o l'antagonista della situazione; per esempio non è affatto un uomo crudele che vuole il male degli altri, e avremo anche modo di scoprire qualche suo lato positivo: per esempio, è grazie alle sue disposizioni che possiamo assistere ad una situazione in casa Sheng del tutto anomala per l'epoca anche se a noi appare assolutamente normale, ovvero il fatto che i figli vengano allevati ciascuno dalla propria madre. Questa è una cosa del tutto eccezionale (difatti sentiremo qualche volta Wang Ruo Fu lamentarsene) poiché in realtà tutti i figli dovevano venir allevati soltanto dalla moglie ufficiale, la Nobile Signora, la quale doveva venir considerata la vera madre. Un figlio quindi che si fosse ritrovato davanti alla madre Concubina, pur essendo essa la vera madre, avrebbe dovuto chiamarla (almeno in pubblico) “signora”. I figli “non ufficiali”di Sheng Hong, invece, possono godere del diritto di essere cresciuti dalla propria madre poiché, come detto prima, Sheng Hong stesso è figlio di una concubina e, pur essendo stato baciato dalla fortuna essendo stato preso a ben volere dalla sua Nobile Signora (ovvero l'attuale Matriarca), si ricorda benissimo tutte le tribolazioni che lui e la madre dovettero sopportare; è quindi deciso a non far passare ai suoi figli ciò che lui a suo tempo patì. Quindi vediamo come anche questo personaggio abbia assolutamente dei lati positivi; è semplicemente............solo interessato ai propri interessi. E questa sua visuale estremamente ristretta genererà forte ilarità, perché lo rende molto stupido e facilmente manipolabile; però io credo che questo drama al tempo stesso ci voglia far capire che, sì, questo personaggio può essere anche buffo ma le conseguenze del suo comportamento che, per forza di cose, si riversano poi sugli altri sono tutt'altro che ilari. Un tale comportamento egoistico genera condizioni serie, molto molto gravi per chi deve orbitare intorno a lui. Verso la 'madre' prova sì affetto, ma soprattutto tanta tanta soggezione. Quando lei lo chiama nelle sue stanze per rimproverarlo del modo in cui gestisce la casa, vedremo Sheng Hong perennemente a testa all'ingiù come uno struzzo con la testa sotto la sabbia, capace solo di dire tre parole: o “ sì” o “ ho sbagliato” o “ avete ragione”. Wang Ruo Fu: la Nobile Signora di casa Sheng, cioè la moglie legittima. Di lei ho sempre letto che è “irruenta ma dal cuore tenero”; sulla prima affermazione non posso che dargli ragione ma è con la seconda che ho qualche problema. Le si può dare dell'ingenua, della sempliciotta e dire che è facilmente manipolabile (sopratutto dalla Concubina Lin), che parte in quarta come un treno senza pensare a quello fa creando solo danni (irruenta appunto) ma “dal cuore tenero” direi proprio di no; lei che è interessata solamente al bene dei suoi figli (suoi in senso proprio stretto, quindi Hua Lan, Chang Bai e Ru Lan) mentre gli altri potrebbero morire affogati e lei non batterebbe ciglio. A Chang Feng ha dato del “bastardo” quando era soltanto un bambino, a Mo Lan non ricordo se le abbia dato direttamente della “sgualdrina” ma ci sono buone probabilità che l'abbia fatto. Ha un nemico giurato: la Concubina Lin, che ad ogni piccola, buona occasione (per esempio l'assenza del marito) cercherà di vendere al mercato o da qualche altra parte. E' capricciosa, è infantile, insomma, una vera spina nel c....ehm, volevo dire nel fianco. Hua Lan: la Prima Signorina cioè la primogenita in assoluto di casa Sheng, figlia della moglie legittima Wang Ruo Fu; il drama inizia con il suo matrimonio. Molto gentile e generosa spesso è lei a consolare la madre e non viceversa, nonostante nella sua famiglia acquisita non se la passi benissimo. E' molto legata a Ming Lan. Chang Bai: il Secondo Signorino, figlio di Wang Ruo Fu. Lo conosciamo ad inizio serie intento a studiare e lo ritroveremo a fare la stessa cosa; difatti è un grande studioso e diventerà un uomo molto erudito. Arriverà infatti tra i primi 100 nel 科举 e sarà quindi ammesso alla 翰林院 (hàn lin yuàn) “l'Accademia della Foresta dei Pennelli”. (*nota: non era una vera e propria accademia ma faceva parte a pieno diritto della macchina burocratica, infatti era situata all'interno del palazzo imperiale e aveva il compito di redigere tutti i vari documenti. Chi usciva da qui avrebbe ottenuto una carica tra le più importanti dell'Impero.) In quanto a sale in zucca e integrità di carattere quindi, è a pieno titolo il successore della nonna. E' il miglior amico di Ting Ye. Ru Lan: la Quinta Signorina, l'ultima avuta dalla moglie legittima. Che dire di lei... “ E' capricciosa, è infantile, insomma, una vera spina nel c....ehm, volevo dire nel fianco.” Ma dove l'ho già scritta questa frase? …. Ah sì, nella descrizione di Wang Ruo Fu! Ma per forza! Madre e figlia sono spic- ci-ca-te. Pappa e ciccia come si suol dire. Ed anche lei ha un nemico giurato: Mo Lan, la figlia della Concubina Lin. Che strano eh? Queste due saranno agguerrite rivali, però ad un certo punto Mo Lan sarà impegnata a farsi una vita sua (sai com'è...) mentre nel caso di Ru Lan, sembra che l'unica cosa che le dia piacere nella vita sia sfottere la sorellastra sul fatto che è figlia di una concubina e farle notare ogni santo minuto la sua superiorità ed il baratro che intercorre tra le loro posizioni sociali in quanto figlia della consorte legittima. Inutile dire che l'avrei presa più volte pesantemente a pedate nel c........ehm, nel viso. Concubina Lin: di lei parlerò meglio dopo, in ogni caso è l'esatto opposto di Wang Ruo Fu: bella, elegante ed estremamente furba ed intelligente. Ha doti recitative che avrebbero fatto svilire, che so, un Vittorio Gassman o chi per lui; in particolare si è specializzata in: svenimenti a comando per impietosire Sheng Hong, piagnistei con molto pathos (sempre per impietosire), finta ingenuità e finti bontà e compatimento per le altrui sofferenze. Ovviamente Sheng Hong ci cascherà sempre, in scene che fanno cascare dalla sedia dal ridere. In realtà è estremamente scaltra (uno dei personaggi più scaltri della serie) e sa che deve prestare attenzione ad ogni suo minimo movimento poiché in quella casa, in famiglia Sheng, non è ben voluta da nessuno, Matriarca compresa, e quelle sue poche carte che ha a disposizione se le deve giocare non bene, benissimo. In fin dei conti anche lei non desidera niente di più che assicurare un futuro luminoso ai suoi due figli, un futuro che non sia come il suo. Chang Feng: il Terzo Signorino ed il primogenito della Concubina Lin. Lo conosciamo al matrimonio della sorellastra Hua Lan che, ubriacatosi, sta dando via i regali di nozze portati dal neo-marito ad uno straniero poiché con quest'ultimo sta perdendo una scommessa e beh.... lo ritroviamo in seguito non molto cambiato. Possiamo dire che sia l'opposto del fratellastro: poco serio, tendente a bighellonare e a fare altre cose tipo ubriacarsi e l'altra la lascio alla vostra immaginazione. Anche lui sogna di passare il 科举 (ke ju) ma non riesce ad impegnarvisi seriamente. Mo Lan: la Quarta Signorina e l'ultima figlia della Concubina Lin. La rivale di Ru Lan e, come questa, anche lei è la copia carbone di sua madre: bella, maliarda, elegante ed un po' manipolatrice (anche se in realtà non arriverà mai a sviluppare l'intelligenza e la scaltrezza della madre). Le piace molto la poesia, è versatissima nella letteratura ed ha la sindrome de “la prima della classe” volendo sempre primeggiare per mostrarsi così superiore alle sorelle a discapito del suo status. Per questo il suo sogno è di poter un giorno sposare un nobile, così da potersi vendicare delle sorelle e di diventare più importante di loro. Con la madre condivide un rapporto profondo, quasi moderno direi, fatto di assoluta complicità ed amicizia più che il solito rapporto madre/figlia distaccato e formale. Concubina Wei: la madre di Ming Lan e la seconda concubina di casa Sheng, quella meno importante e meno favorita. Fin quando è viva lo spettatore capisce subito come questa sia una donna estremamente gentile e retta, che tratta anche i servitori con umanità e rispetto e che, nonostante le sue condizioni precarie, insegna alla figlia che “ bisogna essere contenti di quello che si ha, senza volere di più”. Ma via via che la storia avanza, scopriamo (dalla bocca della protagonista) che l'intelligenza e la grandezza di questo personaggio non si fermano qui; anzi, apprendiamo come la Wei fosse una donna tutta particolare: l'unica cosa che riesce a lasciare in eredità alla figlia per esempio, è un arazzo da lei accuratamente ricamato riproducente il dipinto “ La Dama Li sorveglia il passo Niangzi”; dipinto che raffigura la principessa Zhao di Pingyang (figlia dell'imperatore Li Yan della dinastia Dang), anche detta “Generale Zhao” perché riuscì a conquistare il potere per suo padre guidando un esercito di sole donne, il così detto “ Esercito delle Dame”. Un dipinto quindi, che rappresenta senza ombra di dubbio il potere femminile ed il fatto che la Concubina Wei tenesse in gran conto questa figura storica tanto da farne un arazzo e donarlo alla figlia, dice molto. E ancora, da un dialogo tra Ting Ye e Ming Lan apprendiamo come la madre di questa le abbia fatto studiare, da piccola, il 战国策 (zàn guó cè) “ Strategie degli Stati Combattenti”; libro che racconta di e analizza le strategie adottate da questi stati in lotta fra loro nel periodo appunto chiamato “degli stati combattenti” (V-III A.C) subito antecedente cioè alla formazione dell'Impero. Il fatto che solitamente non sia un libro da far leggere ad un bambino, sopratutto se femmina, ce lo riprova la faccia esterrefatta di Ting Ye il quale non crede alle proprie orecchie; ma ecco cosa afferma Ming Lan: “ dopotutto, quello che succede all'interno di una casata non svilirebbe davanti ad un campo di battaglia”. Questo è il personaggio della Concubina Wei, una donna che è stata capace di andare oltre le mere distinzioni di sesso e sopratutto di scavalcare i pregiudizi e le convinzioni sociali dell'epoca, credendo quindi nell'importanza della donna come individuo e nella sua autonomia; che potesse essere il più possibile libera e non dipendente ed asservita al volere ed al potere degli uomini, che la vogliono come persona-oggetto. Un personaggio praticamente avanti mentalmente di secoli quindi, e si capisce il perché debba esser venuta a mancare così presto: con un personaggio di tale levatura intorno, non ci sarebbe stata storia. Ecco svelato il mistero della super intelligenza della nostra protagonista. *nota: durante la visione, in caso vi perdeste con tutti i personaggi ed i loro nomi (cosa che accadrà praticamente al 99%) consiglio di consultare la pagina di Wikipedia. E' fatta benissimo, con una tabella con tutti (e dico TUTTI) i personaggi che appariranno nel drama divisi a seconda della famiglia di apparteneza! L'ALFABETO F e L = come FAMIGLIA e LEGAMI L'alfabeto di Ming Lan non può che cominciare con la lettera F perché FAMIGLIA ne è in assoluto la parola più importante, il fulcro di tutta la storia. Se mi venisse chiesto: “descrivi con UNA parola questo drama” io risponderei appunto famiglia. Lo ricordo; questo drama, avendo affidato al titolo il compito di esporci il tema principale, non poteva trovare modo più esplicito per segnalarci il suo oggetto di interesse: 婉約牌 (wan yue pái) è lo stile della poesia di Li Qing Zhao che fa da titolo e, in un certo senso, 婉約牌 (wan yue pái) sarà per conseguenza lo stile dell'opera tutta; stile che si concentra sulla vita domestica, familiare, sui legami che intercorrono tra i componenti di questo universo a sé; universo che si muove principalmente all'interno di quattro mura. Poco importante per gli altri e per il resto del mondo? Forse. Ma a dire il vero, niente è più importante per noi stessi: la famiglia è il terreno sul quale germoglierà ogni uomo o donna che viene al mondo; se questi diventeranno una buona pianta, sana e forte e se sarà capace di dare buoni frutti un giorno, gran parte della responsabilità la porta il terreno stesso. Tutto parte dalla terra. La famiglia poi, è IL legame per eccellenza; il primo in assoluto con cui veniamo a contatto ed in assoluto quello più difficile da recidere. E' il legame nel senso che vi ci siamo annodati e attorcigliati fin dalla nascita, senza però che MAI lo avessimo voluto veramente; può essere un bel legame, uno dal quale ne traiamo vantaggio; o può essere un legame orribile, uno che farà patire per tutta la vita. E allora la famiglia, non è essa stessa l'espletazione del destino sulla terra?Tutti i personaggi, le loro vite, non faranno altro che girare in torno a questo, a questo micro-universo: “ cos'è la famiglia, cosa VUOL DIRE?” C'è chi risponderà dando la sua vita per essa, chi invece cercherà di conservarsi come individuo e lasciare che la famiglia (che vede come una massa informe) si disgreghi, c'è chi le darà massima importanza nel pensiero ma nei fatti, senza saperlo, si comporterà in tutt'altra maniera, c'è chi la considera un mezzo e chi il fine. C'è chi la odia perché non se ne sente parte e chi non ne è parte ma la ama lo stesso. C'è chi se ne vuole liberare, chi soccomberà ai suoi legami e chi riuscirà a districarsene per trovare se stesso e rinascere. C'è chi quindi si vede solo come una parte in funzione del tutto, che è la famiglia, e chi dispera nel trovare la sua identità, il suo vero io, determinato da questo spazio e questo tempo. Assisteremo dunque tutti questi personaggi nel loro personale percorso familiare; percorso che però, è bene sottolinearlo, si rifletterà anche al di fuori nella vita pubblica; perché spesso il pensiero che si riflette sulla famiglia si riflette come a specchio sul resto della società. La famiglia come il mondo intero, dunque.Sul dialogo tra Ting Yu e Ting Ye nella sala ancestrale (quinta parte) Dunque la famiglia è la vera espletazione fisica del destino, poiché vi ci possiamo solo adattare, senza possibilità di scelta. Sorge allora spontanea una domanda: si può scappare dal destino? A me questo destino, così crudele, non piace e me ne voglio allontanare. Posso? E quindi per estensione: posso recidere i legami con la mia famiglia? Posso fuggire da essa? Veniamo a sapere cosa Ting Ye ne pensa in merito durante il corso del drama, ma in questo arco narrativo anche il fratello maggiore, Ting Yu, darà il suo parere a proposito, e sarà negativo. Nella sala degli spiriti ancestrali della casa Gu, ha luogo un lungo dialogo tra i due fratelli, due fratelli che incarnano ciascuno un'idea, una concezione sul significato di cosa vuol dire famiglia molto diversa l'uno dall'altro; in una scena lenta, eloquente e di non troppo facile lettura, nella quale, come sempre in questo drama, i personaggi si prendono il loro tempo, per intessere i loro argomenti, per discettare, per spiegarsi: [….] YU: “Posso capire che il rapporto con tua moglie non è male. Continui a difenderla. Temi che la nostra famiglia Gu possa ferirla. Lascia che ti chieda questo: se oggi il nostro clan si trovasse di fronte ad un grande pericolo e tu fossi costretto a divorziare da tua moglie per sposarne un altra, cosa faresti?” YE: “Stai suggerendo che io divorzi da Ming Lan solo per le persone chiamate Gu, come te? Cosa pensi?” YU: “Sto parlando della tua stessa famiglia! Tua figlia, tuo figlio, il tuo Shi Tou, quella Nutrice Chang che ti ha visto crescere, i tuoi amici, come quel secondo giovane maestro della famiglia Sheng, o Sua Altezza il Principe Huan, quei compagni con cui hai combattuto sul campo di battaglia; se ad esempio solo per preservare la vita di queste persone dovessi rinunciare a tua moglie, cosa faresti?” YE: “Non penso mai a “cosa succede se”. Anche se, un giorno, perdessi tutti i beni della mia famiglia, non userò mai mia moglie come capro espiatorio. Anche se finissi con niente e la mia reputazione fosse totalmente distrutta, mi affiderei a me stesso per risollevarmi.” YU: “Hai evitato la mia domanda. Non mi hai risposto. Bene. Questa è una domanda molto difficile. Nostra madre, una volta, ha scelto. Anche nostro Padre scelse. Non sei in grado di scegliere. Va bene se non mi rispondi.” < Il fratello maggiore, Ting Yu, improvvisamente pone a Ting Ye una domanda quasi assurda, nella quale viene prospettato uno scenario futuro ipotetico in cui esiste solo una possibilità di scelta, fra due opzioni proposte estremamente ardue. Ma, non è difficile capire perché proprio questa domanda e come, in realtà, essa non sia poi così assurda: il loro padre si ritrovò ad essere esattamente a questo bivio “ipotetico”, a dover prendere una decisione così drastica; in realtà è proprio di lui ciò di cui i due fratelli stanno parlando. Quando Ting Yu dice “nostra madre ha scelto, anche nostro padre ha scelto” vuol esporre al fratello come, di fronte a questo dilemma, la scelta che si può fare, è che è già stata fatta, porti a conseguenze molto diverse: la matrigna per esempio, la Nobile Signora Qin (altrimenti non mi spiego quel “nostra”), in realtà ha scelto già da tempo, ed ha scelto decisamente di pensare a sé ed alla sua progenie più diretta (il figlio), incurante del benessere di tutto il clan e di ciò che non fosse suo in senso stretto; il padre, d'altro canto, a suo tempo fece la scelta opposta, cioè quella di sacrificare le proprie mogli, una delle quali amava moltissimo, per salvare la famiglia tutta in un momento di piena crisi. Forse con le madri ha sacrificato anche la felicità dei loro figli, e forse ha sacrificato anche la sua di felicità, ma per il vecchio Marchese Gu questo ed altro poteva essere fatto per la propria famiglia; ciò che, in questo dialogo, Ting Ye in altre parole definisce come atto “ipocrita” in quanto il padre non fu capace di risolvere la questione da solo, con le sue sole forze (“mi affiderei a me stesso per risollevarmi”), ma dovette sacrificare altri innocenti (“non userò mai mia moglie come capro espiatorio”). > YU: “ [….] Conosco i tuoi piani. Mio padre ha infatti sposato tua madre per salvare la casata, e sei nato tu. In seguito, ha causato la morte di tua madre ed è stato persino duro con te. Hai sviluppato rancore ed odio. Volevi vedere la caduta della casata del Marchese, che essa perdesse il suo titolo nobiliare e che i suoi relativi documenti andassero distrutti. Lasciare che quelli che dovrebbero essere imprigionati, siano imprigionati. Quelli che dovrebbero essere esiliati, siano esiliati. Vuoi vendicarti di tutti questi anni di odio accumulato, ho ragione? [….] Quando il nuovo imperatore era appena salito al trono, hai solo portato una piccola truppa per prendere il controllo del tuo posto. Ma diversi ed enormi campi militari hanno ascoltato, sottomessi, al tuo comando. Ci sono molti parenti imperiali dalla parte dell'Imperatore che furono anche decretati e muniti di un sigillo militare per occuparsi degli affari militari; ma a parte il cognato dell'Imperatore a cui era stato dato un certo prestigio, chi tra loro è stato in grado di prendere facilmente posto nella corte interna? E' perché il tuo cognome è Gu.” YE: “Da quando mi sono arruolato nell'esercito ho cambiato il mio nome e cognome. A quel tempo, il mio cognome era Bai. [il cognome della madre]” YU: “Guarda la tua faccia. Guarda....il tuo stile diverso in tutta Yuzhou. Pensi che, avendo cambiato il tuo nome, le persone nell'esercito non ti avrebbero riconosciuto? Semplicemente non lo hanno detto. Diverse generazioni della famiglia Gu sono state sepolte nell'esercito. Unirsi al campo di battaglia per uccidere i nemici è un compito che può costarti la vita. Era perché il tuo cognome è Gu, è per questo che hanno consegnato le loro vite nelle tue mani. La tua attuale fama e posizione, questa veste ufficiale che indossi, sono state ottenute attraverso combattimenti ed uccisioni. Ma non sarai in grado di gettare, sbarazzarti o recidere il sangue ed il destino di essere un membro del casato Gu!” < Dunque, Ting Yu sta morendo, ha i giorni contati (lo dice dopo) e vuol sapere, vuol essere sicuro che Ting Ye sia pronto per farsi carico dell'intera famiglia, in quanto spetta a lui ereditare il titolo di capo-clan, di Marchese, e che sia pronto a metterla al primo posto, a sacrificarsi per essa. Ha anche dei motivi personali in realtà, poiché cedergli l'intera famiglia vuol dire mettere nelle sue mani la vita di sua moglie e di sua figlia piccola che, alla sua morte, diventeranno vulnerabili. Ma Ting Ye questo non lo vuole fare, proprio per tutti i motivi citati dal fratello. Per lui la casata Gu ha significato sempre e solo umiliazioni e grandi sofferenze, per questo era fiero, anzi fierissimo, del fatto di esser stato capace di “farsi da sé” arruolandosi nell'esercito con un altro nome, proprio per non avere alcun tipo di favoritismi e non aver nessun legame con la famiglia, e lavorando onestamente, via via scalando i ranghi grazie soltanto alle sue capacità, fino ad arrivare persino a sventare una rivolta a danno del vecchio imperatore ed a proteggere quello nuovo, e quindi poi a riuscire ad entrare a far parte della corte interna come ministro. Tutto questo grazie solo e soltanto a se stesso. Lui è lui, è semplicemente Ting Ye e nient'altro, non importa quale cognome gli affibbino; dalla famiglia non ha mai avuto nulla e lui non deve nulla a loro, lui il destino se l'è creato con le proprie mani, senza chiedere niente a nessuno; ciò che succederà al casato dei Gu non è affar suo poiché lui, a questo casato, non appartiene più. Ed è in questo contesto che le parole del fratello si fanno pesanti, come delle grosse pietre scagliate dentro ad un lago che ne vanno ad intorpidire ed agitare la calma superficie: Ting Ye riusciva a trarre grande orgoglio e serenità dal fatto di esser riuscito a plasmare la sua vita con le sue sole forze e di aver finalmente reciso i legami che lo tenevano stretto all'odiata famiglia d'origine, ma adesso il fratello maggiore scuote questa certezza fino a negarla. Per Ting Yu, la ragione del successo del fratello è da ricercarsi, ancora una volta, nel sangue che porta dentro, nel suo cognome. Altrimenti, dice, com'è possibile che, nonostante i tanti parenti imperiali ai quali, come a te, era stato dato il comando militare, fosti solo tu a riuscire ad entrare a palazzo come ministro, proprio perché avevi l'appoggio del maggior numero di soldati? Perché l'esercito scelse proprio te, perché affidare le loro vite a te? Non importa quanto Ting Ye si sia voluto nascondere, quanti cognomi abbia cambiato; il portamento, la fierezza e l'abilità di un membro della casata Gu sono facilmente riconoscibili, sopratutto ai componenti dell'esercito che, per generazioni, dai loro membri sono stati guidati. All'esercito, un Gu (generali da generazioni) non può passare inosservato. Ting Yu pronuncerà poi la sentenza finale: “Non sarai in grado di gettare, sbarazzarti o recidere il sangue ed il destino di essere un membro del casato Gu”; la famiglia resta per sempre la famiglia e non è possibile abdicare ad essa e rinunciare a prendervi parte. Si può solo condividerne il destino, nel bene o nel male, per l'eternità. E' per questo che fa leggere al fratello minore i 4 ideogrammi, il “motto” della famiglia scritti sul retro di una tavoletta di ferro, i quali vanno a comporre il significato: “fondare lo stato ed assistere al suo progresso”. Non basta fondarlo lo stato, bisogna poi concorrere al suo mantenimento, aiutarlo nel suo sviluppo. E per la famiglia è la stessa cosa; una volta fondata, i suoi membri con al vertice il capo devono cooperare e sacrificarsi affinché essa possa mantenersi forte e nei secoli, prosperare. Generazione dopo generazione. > Sul Mini Arco Narrativo (ep 62-64) della quinta parte (lungo, scusate) CITAZIONE Tre puntate molto particolari (anche dal fatto che finora, nessun episodio riprendeva la narrazione esattamente da dove l'episodio precedente l'aveva lasciata, di solito in ogni nuovo episodio la trama ripartiva sempre un po' più in là da dove era stata sospesa, a volte dai discorsi dei personaggi si capiva che erano passati anche mesi; qui no, questi 3 episodi sono uno di seguito all'altro) ed all'insegna dell'adrenalina, nelle quali, una volta per tutte ed in modo assolutamente perfetto e dettagliatissimo, viene messa in scena ed illustrata tutta la complessità di quell'universo a se stante che è la famiglia e dei suoi intricatissimi e fin troppo complicati legami che vi intercorrono. [dai miei appunti] ATTO PRIMO Dopo che il dottore ha assicurato che la Nobile Matriarca è stata avvelenata e che la causa sono dei dolcetti portati dalla Nobile Signora, Ming Lan quella notte stessa con l'aiuto degli uomini del Marchese fa serrare tutta la dimora Sheng in modo che nessuno possa scappare. La mattina va ad interrogare Wang Ruo Fu e in camera c'è anche Sheng Hong. Dal suo dialogo con Sheng Hong, Ming Lang (ed anche noi spettatori) può già capire benissimo come la cosa andrà a finire: l'unica preoccupazione di Sheng Hong è sempre stato l'onore e la reputazione della famiglia, e l'importanza che dà a queste non vacillerà nemmeno di un centimetro neanche quando l'anziana madre è in fin di vita. A lui in realtà non interessa chi sia il colpevole, come e cosa sia successo davvero, quindi fare giustizia; no, a lui interessa soltanto che questa vicenda sconvenientissima non si venga a sapere così da non minare la reputazione della famiglia. Ming Lan difatti dirà due cose molto importanti. Inanzi tutto dirà che: “ A proposito della vostra reputazione, state facendo come quando morì mia madre. Cosa volete fare? Quindi ora volete prendere questa faccenda e renderla insignificante, quindi renderla nulla?” Questo è il metodo che Sheng Hong usa, sopprimere le situazioni, i torti, ma non con la forza, in modo del tutto naturale, lasciando che vengano dimenticate naturalmente, senza dargli troppo peso. In questo modo l'onore della famiglia rimarrò specchiato......ed anche le ingiustizie impunite. E poi l'altra cosa che la protagonista dice è: “Padre. In questa casata siamo tutti consanguinei......ad eccezione della nonna! [….] Nessuno di noi è suo consanguineo. Voi non siete suo figlio naturale ma putativo! La Nobile Signora ha la sua Prima Figlia come sostenitrice. Ma per quanto riguarda la nonna? [….] Colui che ha usato il veleno ha già contato su questo. Sperava che voi, Padre, pensaste < Sì, la nostra Casata Sheng è così importante ora. Come possiamo permettere che una cosa così meschina.....porti lo scompiglio? >” La Nobile Matriarca, difatti, non è la vera madre di Sheng Hong (lui è nato da una concubina) ma solo sua madre putativa, quindi tecnicamente non ha legami di sangue con nessuno di loro. Ming Lan vuol far capire come il colpevole si sia approfittato di due particolari essenziali, e cioè del fatto che la Matriarca sia l'anello debole in quanto ormai anziana e al “margine” della famiglia, non essendo in teoria veramente imparentata, e del carattere di Sheng Hong stesso, propenso ad insabbiare anche il crimine più aberrante pur di salvarsi la faccia. Il criminale quindi, grazie a questi due fattori, era sicurissimo di salvarsi. Si noti come Sheng Hong sia come un cane su una trottola che non ci capisce più nulla: l'unica parola che sente è “ onore della famiglia”, “ reputazione”; quindi se è la moglie a pronunciare queste parole, il capofamiglia si scaglierà contro Ming Lan; se è la ragazza a dirle, toccherà a Wang Ruo Fu ricevere le ire del marito. Sarà possibile uscire dal pantano creatosi solo grazie alla determinazione ed all'agguerrimento di Ming Lan, che minaccia severamente di andare a comunicare tutto in tribunale se non viene investigata seriamente la questione e trovato il colpevole; Sheng Hong pur di non far trapelare tutto all'esterno si farebbe crocifiggere e quindi, vedendo la figlia così irremovibile, indirizza tutto il suo odio verso la moglie, minacciandola di divorziare/ripudiarla se non ammettesse tutto. L'episodio finisce con la Nutrice Liu (la cameriera fidata di Wang Ruo Fu) che, saggiamente, esorta la padrona a rivelare di come sia stata manipolata dalla malvagia sorella, la “zia Kang”, la vera colpevole e mente del piano. ATTO SECONDO Scoperta tutta la verità, Ming Lan con l'inganno fa arrivare alla dimora Sheng la zia Kang ed i suoi servi più fidati che 'avrebbero' potuto aiutarla nella sporca impresa o almeno saperne qualcosa, li fa rinchiudere separatamente in dei magazzini o in delle stanze abbandonate e li tortura (la zia no, ci mancherebbe...)per avere quante più prove possibili. Da questa parte si evince che: a) sono sempre i servi a rimetterci. Vengono torturati arbitrariamente che neanche il KGB e da questa colpa non è esente neppure Ming Lan, disposta comunque a tutto pur di ottenere giustizia, anche facendo cose ingiuste e ed efferate. Sembra che per lei davvero valga la frase “ il fine giustifica i mezzi.” b) dal momento che Wang Ruo Fu ha confessato, per Sheng Hong la questione si conclude qui. E' tutto risolto. Dice addirittura a Ming Lan: “ora che tutto è stato chiarito, non avercela con tua madre putativa, va bene?”, come se si trattasse di una caramella rubata o di un giocattolo rotto; ed ancora, quando Ming Lan gli fa sapere che, giustamente, vuole far arrivare la zia Kang, il capofamiglia basito risponde: “come? La vuoi fare venire qui?” …............. la strada per la giustizia è molto lunga e tortuosa. c) Ming Lan impartisce una bella lezione alla superficiale Wang Ruo Fu. Quest'ultima, difatti, ha combinato tutto questo guaio solo perché si sentiva maltrattata dalla suocera poiché quest'ultima le aveva tolto il potere di amministrare la residenza; allora la Nobile Signora si era andata a lamentare dalla sorella, la quale aveva promesso che le avrebbe fatto avere una 'pozione' in grado di debilitare temporaneamente l'anziana matriarca, così da renderla insicura e farle riavere il sigillo gestionale della casa. In realtà la sorella Kang complottava, con quel liquido, di uccidere definitivamente la vecchia Sheng così da avere in pugno tutta la casata, dato che lei non sarebbe mai risultata colpevole e la famiglia, pur di non far condannare la loro Nobile Signora e infangare la propria reputazione, avrebbe assecondato ogni sua richiesta. Wang Ruo Fu dunque, solo per superficialità ed orgoglio personale, è stata disposta a far del male ad una persona anziana (la quale oltretutto è sua suocera) ed a mettere in serio pericolo la carriera ed il futuro dei propri figli. Questo è quello che le dice Ming Lan una volta che la quasi-assassina è stata “catturata”; e così, la lascia: “ Quando ero bambina, chiesi alla Nobile Matriarca perché vi avesse scelta come nuora nonostante il vostro carattere. Lei mi rispose che, nonostante i vostri innumerevoli difetti, avete il pregio d'esser di buon cuore. Anche se vi venisse dato un coltello, mai pensereste di uccidere qualcuno. Ma questo è lo stesso motivo per cui siete facilmente malleabile. Vista la presenza al vostro fianco di una persona malvagia quanto vostra sorella, la Nobile Matriarca è sempre stata preoccupata. Se, in futuro, capirete ogni cosa, e riuscirete ad allontanarvi da quella sinistra donna, la Nobile Matriarca non avrà problemi a cedervi l'amministrazione della dimora. Vi permetterà anche di vantarvi del vostro status di suocera. L'intera famiglia vivrà una vita piena d'agi”. Parole candide e dolci come il miele che, proprio perché dette in una simile circostanza, diventano delle frecce infuocate che lacerano il cuore. Wang Ruo Fu capisce, in questo modo 'gentile', di aver commesso l'errore più grave della sua vita e si rende conto finalmente, tutt'a d'un tratto, della sua enorme stupidità. La matriarca non le aveva mai voluto del male ma anzi, l'ha sempre apprezzata molto per il suo buon cuore, sperando che un giorno diventasse un po' più accorta e matura. La Nobile Signora, lasciata sola, non può far altro che cadere a terra e piangere disperata. ATTO TERZO - PREPARAZIONE Preparazione al combattimento: il giorno dopo, non vedendo tornare la Kang, arrivano alla dimora Sheng i rappresentanti della famiglia Wang, la sua famiglia da nubile (quelli che arrivano sono: la madre, il fratello e la moglie del fratello). Avrebbe dovuto esserci anche la famiglia Kang appunto (la famiglia da sposata), ma siccome il marito la odia, non si presenta nessuno tranne il figlio. Prima dell'incontro Ming Lan cerca di dare qualche istruzione al padre, cercando di prevedere le intenzioni degli avversari. Le sue previsioni sono queste: 1. Lo zio Kang non è venuto per uno di questi due motivi: A: Sa di questa storia e non gliene importa nulla, e non è disposto a difendere sua moglie.B: Non ne sa proprio nulla ed è tenuto all'oscuro appositamente dalla famiglia della moglie, la famiglia Wang.2. Il cugino Jin (il figlio della Kang che è venuto) addurrà una di queste due scuse per giustificare l'assenza del padre: A: Il padre è malato e non può venire.B: Ci sono questioni importanti da gestire nella residenza Kang e non può demandarle ad altri.3. Il motivo per cui i membri della Casata Wang sono venuti è: A: Non conoscono per niente le azioni diaboliche della zia Kang e sono semplicemente venuti per interessarsi delle condizioni della Matriarca Sheng.B: Sanno tutto e vogliono discutere con Sheng Hong su come poterla risparmiare.C: Nutrono cattive intenzioni e vogliono incolpare di tutto Wang Ruo Fu, gettando gettando tutta la colpa sulla Casata Sheng.Inutile dire che Sheng Hong, nonostante cerchi di mantenere una faccia seria per tutto il tragitto, non ci abbia capito una cippa lippa... Quando Xiao Tao chiederà a Ming Lan se riusciranno a fare giustizia alla Nonna, Ming Lan risponde: “ A questo mondo, tra le persone, è sempre una prova a chi è più disposto a sacrificare tutto. Mio padre. La Nobile Signora. La Casata Kang. La Casata Wang. Nessuno di loro è disposto a rinunciare a tutto. Ma io oso.” ATTO QUARTO - PREFAZIONE ALLA BATTAGLIA Tutti si sono riuniti nella sala principale, così schierati: AL CENTRO DELLA SALA: Wang Ruo Fu (sinistra) - Sheng Hong(destra) A SINITRA: la famiglia Wang, dall'alto verso il basso: La Nobile Matriarca Wang Figlio maggiore (fratello della Kang e di Ruo Fu) Moglie del fratello maggiore Cugino Jin (figlio della Kang) A DESTRA: Ming Lan - opposta alla Matriarca Cominciamo dalle (poche) cose certe che sappiamo: 1. L'opzione esatta alla previsione 2 è la A poiché Sheng Hong, dopo i saluti di rito, chiede al cugino Jin il motivo dell'assenza del padre e questo gli risponderà, infatti, che suo padre è malato.2. Dalla reazione a questa risposta dell'uomo Wang, e dall'imbarazzo dello stesso cugino Jin, possiamo dedurre quasi con certezza che l'opzione giusta alla previsione 1 sia la A: sa di questa storia e non gliene importa nulla; altrimenti non si spiegherebbe la quasi risata dell'uomo Wang (infatti se la sua famiglia fosse colpevole, avendolo tenuto all'oscuro, non avrebbe certo quasi riso). Le cose di cui possiamo essere certi praticamente in modo assoluto per ora finiscono ma c'è un'alta probabilità (niente di questo viene specificato apertamente) che: 3. L'ipotesi giusta alla previsione 3 sia proprio la peggiore, la C: vogliono incolpare di tutto Wang Ruo Fu e gettare tutta la colpa sulla sola Casata Sheng. Questo perché appena Sheng Hong e Ming Lan entrano in sala, Wang Ruo Fu è abbracciata alla madre (la Nobile Matriarca Wang), dicendole tra le lacrime che ha sbagliato, che si sente in colpa; e la madre come risposta le fa una grossa (e teatrale) ramanzina, (sembra proprio che lo faccia apposta per farsi sentire bene da tutti e per far intendere loro come sia gravemente contrariata dagli atti della figlia). Quando Wang Ruo Fu le chiederà di punirla corporalmente per far in modo di farle espiare i torti commessi, la madre le dirà che non è lei quella che ha subito un torto, lei, in quanto sua madre, può facilmente perdonarla; ma ha paura che sia suo marito e la famiglia Sheng tutta coloro che non la vorranno perdonare, essendo loro le vittime. Insomma, in tutto questo commovente teatrino familiare manca però un particolare importante (o forse, sarebbe meglio dire una persona importante), forse proprio quella PIU importante: la zia Kang. Ovviamente Ming Lan, ma stavolta anche Sheng Hong (sicuramente grazie alle precauzioni di prima della figlia), non si faranno raggirare e le faranno notare subito questa “mancanza”. Comincia la battaglia. BATTAGLIA - prima mossa Ming Lan comincia con il “botto”, difatti non poteva fare cosa migliore: portare PROVE SCRITTE, TANTE PROVE SCRITTE. Questo ci fa capire come la Cina medioevale tanto poi medioevale non fosse se intesa come “arretrata”. Infatti era un'impero ed una società estremamente burocratizzata, dove ogni cosa, per essere valida, aveva bisogno di una prova tangibile, su carta. Ed ecco che ogni mossa, ogni movimento fatto dai due figli della Nutrice Qi (la cameriera della Kang) per procurarsi questo benedetto veleno, lascia un segno, lascia una traccia scritta e firmata. Quindi inconfutabile. O almeno così Ming Lan credeva...... sembra che, se l'avversario non vuole muoversi sulla strada della legalità e della ragionevolezza, questi documenti importantissimi e schiaccianti.......... diventino carta straccia. seconda mossa La moglie del maschio Wang propone di “zavorrare” la Kang considerandola solo come una Kang appunto e non una Wang, lasciando così pulita la famiglia. terza mossa Le sorelle continuano a scaricarsi la colpa l'un l'altra, la Nutrice Qi (cameriera della Kang) adduce il fatto che, essendo stati forzati sotto tortura, i servi potrebbero aver detto cose false quarta mossa Per chiudere definitivamente la 'porta della scusa' della colpevolezza di Wang Ruo Fu, Ming Lan propone di accordarsi definitivamente al fatto che solo una “Wang” può venir considerata colpevole; e “siccome nessuno conosce i figli più della loro madre”, spetta alla Nobile Signora Wang decidere chi delle due sia colpevole. quinta mossa La Kang si mette a pregare la madre di salvarla, seguendo NON il principio della ragionevolezza nè della legge stessa (sono state presentate prove scritte inconfutabili) ma: 1. seguendo il ragionamento del “ a chi nuocerà di meno”: la famiglia Sheng infatti è ora in una buona posizione, e la stessa Ruo Fu va d'accordo con i familiari, riceverebbe dunque, al massimo, una pena lieve; al contrario la Kang è odiata dal marito e da tutta la Casata, che potrebbe sfruttare la situazione per ripudiarla definitivamente. 2. Passa poi a rinfacciare alla madre il fatto di averla costretta a sposarsi nella sua attuale famiglia e di averla fatta perciò vivere malissimo, “all'inferno”, perché estremamente infelice. 3. Poiché la madre non cede, la accusa di essere un'ipocrita e doppiogiochista: difatti non starebbe salvando lei, non perché è la colpevole a tutti gli effetti (ripeto, ci sono le prove!) e quindi per una scelta morale; non la salva perché lei è quella che ha minor prestigio tra le due, essendo ora la famiglia Sheng piuttosto in alto tra il marito ed il Secondo Figlio ufficiali a corte, il genero Marchese e la Prima Figlia sposata in una famiglia di Conti. La madre quindi, secondo la Kang, sta pensando soltanto alla reputazione ed alla faccia, sacrificando quindi la figlia meno importante.quinta mossa - continuo La Kang dunque, tenta di “morire” prendendo il veleno, va fuori di testa e la Nutrice Qi ne approfitta per proporre di riportarla a casa visto il suo stato. sesta mossa Ne approfitta subitissimo anche la Nobile Matriarca Wang che giustifica la cosa dicendo che altrimenti, con il caos che fa la figlia, loro sarebbero impossibilitati a ragionare. Dunque consiglia di rimandare lei a casa mentre loro resteranno lì a discutere. settima mossa Sheng Hong ci casca, intenerito dalle lacrime della suocera; ma Ming Lan lo contraria temendo che la Kang possa scappare e gli fa cambiare idea (indovinate come?) …...... sempre facendo leva sulla reputazione della famiglia: “ se scappasse, noi dovremmo forse appendere manifesti per tutta la città per trovarla? Che figura ci faremmo!”. Sheng Hong quindi media, acconsentendo di lasciar riposare la Kang......ma in una stanza degli ospiti della Residenza Sheng. ottava mossa Comincia la recita appassionatissima e molto convincente della Nobile Signora Wang. Superficialmente elogia Sheng Hong grandemente, ricoprendolo di complimenti (dice, per dire, che lo considera migliore di suo figlio stesso), mentre, contrita, piange incapace di sopportare la vergogna ed il rimorso (addirittura fa menzione di come avrebbe voluto essere al posto della Matriarca Sheng, morendo felicemente per lei, pur di non esser costretta a vederla in questo stato). Ma questa è solo apparenza. In realtà questa pantomima spettacolare cela principalmente 3 significati: 1. Gli ricorda come lui provenga da una famiglia molto più umile della loro e come questa famiglia fosse oltretutto problematica; facendolo maritare con sua figlia, gli è stato fatto un grandissimo favore quindi, un favore tale da potersi dire che tutto il prestigio che ha ottenuto fin ora con la sua carriera politica, Sheng Hong lo debba solamente a loro e a quel matrimonio. 2. Cerca di umiliarsi provando ad inginocchiarsi, facendolo sentire ancora più in colpa. 3. Gli ricorda come la loro alleanza familiare sia soprattutto un'alleanza politica, che può portare benefici solamente se le due famiglie sono appunto unite; se esse si dividessero, questo darebbe modo ai loro nemici di sconfiggerli politicamente. Sottolinea in modo chiaro, quindi, come neanche la Nobile Matriarca Sheng vorrebbe che accadesse ciò. Gioca quindi la carta del “ qui prodest?” nona mossa Sheng Hong praticamente è in trans (con una recitazione così sublime ed esperta, era impossibile che non lo fosse); quando l'incantesimo viene sciolto da Ming Lan, dicendo questa frase (la devo riportare, è troppo forte e poi parla da sé): “ Nobile Matriarca Wang, solo dopo avervi sentito parlare oggi di questi eventi passati capisco la gratitudine che vi deve la nostra famiglia Sheng. Siete stata voi a crescere mio padre sino all'età adulta, pagando per lui un tutore cosicché passasse l'Esame Civile, gli avete trovato moglie e permesso di avere dei figli che continuassero la nostra linea ancestrale.” Al che Sheng Hong, alterato, le risponde (anche questa la devo scrivere, non posso non farlo): “ Ma che sciocchezze vai dicendo? E' stata mia madre putativa a farlo!” Signori, un applauso, veramente, a quest'uomo, per favore. Un genio. Manco Diabolik era così sveglio. Così acuto. La risposta di Ming Lan? (Io gli avrei detto: Buongiorno Hong! Benvenuto sulla Terra! Terra-chiama-Hong! ): “ Giusto. Dato che è stata la Nonna a crescervi, dovreste essere grato a lei.” nona mossa - continuo Sheng Hong quindi cambia di nuovo opinione, e stavolta è irremovibile: il colpevole va punito. Il problema adesso è: come? Quale punizione?Qui si apre la fase finale: a questo punto Sheng Hong analizza (finalmente!) la situazione e dice: se si venisse a sapere di questo scandalo, ne verrebbe intaccato l'onore di tutte e tre le famiglie (Sheng, Kang, Wang), ma il grado di discredito e di perdita sarà per ognuno diverso, ovvero: 1. la famiglia Sheng, in fondo, è quella che verrà intaccata di meno essendo la vittima, e dato il ruolo minore giocato da Wang Ruo Fu. 2. La famiglia Kang, in teoria, è quella che dovrebbe rimetterci di più data l'appartenenza a questa casata del colpevole; in realtà, visto il pessimo rapporto dei due coniugi Kang, il marito sicuramente ripudierà la Kang, lavandosene così le mani lui e la famiglia tutta, estraniandosi completamente dalla vicenda 3. dunque, quella che ne uscirà più lesa sarà per forza di cose la famiglia d'origine delle due sorelle, la famiglia Wang. Dunque per risolvere del tutto la cosa e far uscire pulite tutte e tre le famiglie (soprattutto la Wang, lieve minaccia!), non c'è altro da fare se non quello di punire privatamente con la morte (l'aveva suggerito Ming Lan) la colpevole, come vogliono le leggi familiari e statali. Se la Nobile Matriarca Wang non acconsentirà a questo, allora non c'è altra scelta se non andare in tribunale, e quindi far sapere tutto a tutti, e quindi rovinare la famiglia Wang. decima mossa - mossa finale Ma ecco che la Matriarca Wang riesce a ruotare completamente la cosa, rigira il fatto di andare pubblicamente in tribunale a proprio favore, ne dà un'interpretazione del tutto diversa: se si andasse in tribunale, al contrario di quanto detto da Sheng Hong, la peggior condanna sarebbe riservata proprio alla famiglia Sheng; difatti per la Matriarca Sheng, la zia Kang è soltanto cognata e quindi più vicina ad un'estranea. Le sarebbe riservata una punizione minore; inoltre con l'influenza della famiglia Wang, riuscirebbero di certo a far abbassare ulteriormente la severità della pena, non più dell'esilio. Al contrario, Wang Ruo Fu è la nuora della Matriarca Sheng, la moglie del figlio, quindi parente strettissima, la quale verrebbe accusata di mancanza di pietà filiale (cosa gravissima); e la punizione per le nuore che uccidono le suocere è se-ve-ris-si-ma: morte per decapitazione. Ed inoltre, la cosa non finirebbe con la sola morte della Nobile Signora Sheng; ovviamente rimarrebbe lo scorno che la famiglia Sheng dovrà sostenere per tutta la vita, rovinando definitivamente le carriere politiche dei figli, e le reputazioni delle figlie in casa dei mariti. Dunque, la famiglia Wang sicuramente avrebbe aiutato a vivere la famiglia Sheng se solo la Kang fosse stata liberata. - SCACCO MATTO. RISOLUZIONE DELLA BATTAGLIA L'unico modo per vincere contro uno scacco matto.......è prendere l'intera scacchiera e buttarla giù dal tavolo. Smettere di stare al gioco. E questo è più o meno quanto succede quando, ora che tutto sembrava perso, arrivano all'improvviso Ting Ye e Chang Bai. Qualcuno, infatti, era stato più previdente di tutti quei signori riuniti messi insieme: la moglie di Chang Bai, prevedendo il caos, aveva mandato una lettera in tutta fretta al marito, nella quale veniva descritto tutto in modo dettagliato e nella quale si raccomandava di tornare al più presto. I due, che erano lontani per investigare sulle mancate tasse sul sale per conto del governo, appena ricevuta la lettera, si sono precipitati a tornare a casa, anche se ciò di fatto è illegale. Mi voglio concentrare un'attimo su uno scambio di battute fra Chang Bai e la Nobile Matriarca Wang: N.M.WANG (sicura che Chang Bai, essendo il più ragionevole, cercherà la via meno dolorosa, quella della mediazione, e cioè vorrà salvare la sua famiglia e quindi la zia Kang): “Giusto. Chang Bai è tornato. E' ovvio che......” CHANGBAI: “ Fra i dieci crimini imperdonabili, c'è il tentativo di una nuora di voler uccidere la propria suocera. Secondo la legge, la punizione più leggera è la decapitazione; la più pesante è la morte dalle mille ferite.” N.M.WANG (di scatto si alza in piedi): “Cos'hai detto? E' tua madre legittima!” CHANGBAI: “Ma colei che ha usato del veleno per uccidere mia nonna non è stata mia madre. E' stata la zia Kang! Conosco bene la legge. Sarò onesto.....dovremmo essere chiari in merito alla questione. [….]” N.M.WANG: “Tua madre ha commesso un infido crimine! Potrà non venire giustiziata, ma soffrirà. Vedremo come un figlio come te, sfuggirà alle conseguenze del crimine commesso da sua madre.” CHANGBAI: “Certamente non mi è possibile. Mentre venivo qui, ho già scritto la mia lettera di rinuncia all'incarico. Appena risolto il problema delle tasse sul sale, la consegnerò.” RUOFU: “Tu...! La tua carriera politica in questo momento è all'apice! Tu...! Non puoi rinunciare.....Non puoi lasciare la tua posizione, mio bravo figlio, non puoi. Hai iniziato a studiare a quattro anni. Hai studiato diligentemente giorno e notte. [….] E' tutta colpa mia. Ho sbagliato! Ammetterò il mio crimine. Accetterò la mia punizione. Esilio, bastonate o prigione, accetterò qualunque cosa.” N.M.WANG: “Sciocchezze! Come puoi andare al tribunale locale! Non puoi! [….] Tu sei la mia carne. Come potrei tollerare di vederti giudicata in un processo? Non vorrai....davvero vedermi morta?” Ho citato questi pezzi di un dialogo molto più lungo per sottolineare i cambiamenti di reazione della Nobile Matriarca Wang: fino ad ora, sembrava volesse buttar tutto all'aria pur di salvare la propria figlia maggiore (la Kang), e la stessa Wang Ruo Fu, in questo dialogo, “ripudierà” la madre dicendole di non voler essere più sua figlia, poiché era disposta a sacrificare lei stessa, suo figlio e la sua famiglia tutta, pur di salvare la sorella maggiore. Ma da queste frasi, si capisce come, in realtà, ciò non sia esattamente vero e come le intenzioni della Nobile Matriarca Wang fossero un po' diverse. Appena Chang Bai menziona la legge che concerne la punizione per le nuore “inadempienti”, sembrando di far capire di voler seguire tale legge, la Matriarca, colta di sorpresa, si agita, non volendo che la figlia subisca niente. Ma quando sempre Chang Bai appare intenzionato, invece, a voler punire la zia Kang, l'anziana Matriarca subito si infervora, sottolineando il grave crimine della madre del ragazzo e spaventandolo, facendogli notare come anche lui stesso dovrà subire le conseguenze da lei commesse. Ma, di nuovo, quando Wang Ruo Fu decide volontariamente di accettare le punizioni per salvare la carriera del figlio, ecco che l'anziana Wang, nel panico, si dispera, pregando la figlia di non andare. Tutto questo fa capire come fin dall'inizio, l'intenzione della Nobile Matriarca Wang fosse quella......di salvare entrambe le sue figlie. Tutte quelle minacce (velate e non) verso Sheng Hong ed anche Ming Lan, nelle quali si palesavano punizioni cruentissime, scotti da pagare per l'eternità, gli sforzi di una vita, in un attimo, andati tutti in frantumi ecc servivano soltanto per spaventare la famiglia Sheng, cosicché si dissuadesse dal prendere decisioni drastiche; la Nobile Matriarca Wang in tribunale NON ci sarebbe MAI andata, l a sua strategia era quella di spaventare gli avversari cosicché cedessero per primi e tutt'e due le sue figlie fossero salve.La battaglia si CONCLUDE con Chang Bai che mette la parola fine una volta per tutte: 1. la zia Kang verrà bastonata e poi rinchiusa in prigione. 2. Wang Ruo Fu, per riflettere sul peccato commesso ed imparare a discernere il giusto dallo sbagliato, verrà mandata a stare per 10 anni nella Prima Casa del Casato Sheng a Youyang (quello visto in precedenza) a pregare nella sala degli antenati tutti i giorni, salvo quelli di festa; perché quella regione è lontana, lei lì non conosce nessuno ed inoltre ne disprezza la Nobile Signora poiché proviene da una famiglia di mercanti. Stando in un luogo a lei non gradito, imparerà la rettitudine. – CONSIDERAZIONI – 1. Solitamente, in un giallo od in una qualche opera nella quale c'è un delitto e bisogna scovarne il colpevole, la PROVA è l'elemento schiacciante che incastra definitivamente l'assassino, e per questo, la suddetta prova arriva sempre alla FINE dell'opera, quale elemento determinante. Qui invece, se ci avete fatto caso, le prove arrivano subito: Ming Lan non ci metterà molto a scovare il colpevole ed a trovare TUTTE le prove necessarie; arriveranno quindi all'INIZIO dello scontro. Perché questo? Perché tanto saranno completamente inutili. In un certo senso, gli spettatori sono come Ming Lan, sicurissimi di avere la vittoria in pugno grazie a delle testimonianze scritte incontrovertibili ed assolutamente inconfutabili. E' scritto tutto lì, su quelle ricevute, sui quelle fatture, nero su bianco. Cosa serve di più? E quindi, lo spettatore come Ming Lan stessa, si illude. Si illude perché quella a cui sta (stiamo) assistendo è una GIUSTIZIA PRIVATA dove i panni sporchi si lavano in casa; non interessa a nessuno la GIUSTIZIA vera e propria, i FATTI VERACI così come sono. Ognuno dei familiari si è presentato alla discussione con già una verità tutta sua in mente, con dei fatti fabbricati; pronti cioè a distorcere la verità reale secondo i propri interessi. Diciamo un giallo all'incontrario quindi. Dove lo scontro COMINCIA proprio con le prove stesse (e ripeto, prove impossibili da smentire), ma che serviranno quanto un fazzolettino di carta, dato che nessuno darà loro importanza poiché nessuno dà peso alla legge ed alla morale. Ciò che riuscirà a far volgere lo scontro dalla parte dei “giusti” invece, sarà l'abilità oratoria, la parlantina, che ogni volta riesce a modellare i fatti ed a distorcere la realtà a piacimento dell'oratore stesso. Questo scontro, dunque, non si baserà mai, dall'inizio alla fine, sulla realtà dei fatti e sui doveri della legge, ma sulle capacità argute dei parlanti. E la legge verrà messa in un angolino, da parte, come i fogli di Ming Lan. 2. Quel “ conosco bene la legge” di Chang Bai, in realtà, non è la prima volta che viene pronunciato; anzi, sarà già stato detto 3 o 4 volte, ogni volta da persone diverse. Nella sala principale di casa Sheng tutti sembrano conoscere la legge a menadito, a detta loro. Anche se ogni volta il principio di una legge viene ribaltato. “Io conosco la legge” sentenzia uno, e dice una cosa, “io conosco la legge” sentenzia un'altro e dice la cosa opposta. Ma allora, viene da chiedere, com'è 'sta legge? E' così o cosà? E' come ha detto lui, o come ha detto lei? Di sicuro possiamo esser certi di una cosa: per i signori lì presenti, la legge è quella cosa che è come vuoi tu, che è in un modo o in un altro a seconda di come ti serve. Tipo un vestito va'. E qui sta la gravità della cosa. Come si fa a chiedere giustizia a chi di giustizia non interessa niente?3. Citando DramaPearls: “ Ciò che mi è piaciuto particolarmente di questo arco narrativo è il sottile messaggio che dà a proposito di cosa voglia dire essere una famiglia. Ming Lan ed il suo Secondo Fratello esprimono la loro posizione molto chiaramente quando ignorano ogni richiesta di favore sulla base che colui che lo sta chiedendo è il loro 骨肉 (Gǔròu – carne e sangue.)” Chang Bai e la Nobile Matriarca Wang incarnano proprio questi due ideali contrapposti, due visioni di vedere il mondo totalmente diverse: il primo infatti, è ligio nel seguire il più attentamente possibile la legge perché crede nella sua giustezza e nelle sua obbiettività. La legge è la giustizia stessa e pertanto va osservata, se si vuole che ci sia un qualche ordine fra gli uomini. La Matriarca Wang è tutto l'opposto. Si è detto che non segue né la verità fattuale né la via della legge 'burocratica', poiché crede nella legge della familiarità, la legge di sangue che vuole che persone legate dallo stesso sangue o facenti parte della stessa famiglia, si debbano difendere e proteggere a vicenda, indipendentemente se è stato commesso un torto oppure no. Ciò che conta è la parentela, non il dato di fatto; non importa, dunque, quanti crimini osceni abbia perpetrato la figlia Kang a danni di altri, essendo figlia e cioè 骨肉 (gu ròu), la madre la deve proteggere e salvare a qualunque costo, che sia nel giusto o no. Lo si capisce bene in questo scambio di battute tra Chang Bai e la Nobile Matriarca Wang: CHANGBAI: “ Fra i dieci crimini imperdonabili, c'è il tentativo di una nuora di voler uccidere la propria suocera. Secondo la legge, la pena più leggera è la decapitazione; la più pesante è la morte dalle mille ferite.” N.M.WANG: “Cos'hai detto? E' tua madre legittima!” CHANGBAI: “Ma colei che ha usato del veleno per uccidere mia nonna non è stata mia madre. E' stata la zia Kang! Conosco bene la legge. Sarò onesto....dovremmo essere chiari in merito alla questione.” N.M.WANG: “Ma è.....sangue del tuo sangue!” CHANGBAI: “ A questo mondo, è davvero arduo capire chi è nostro parente. Per così tanti anni, mia nonna, la Nobile Matriarca, ha fatto di tutto per una famiglia con cui non condivide una goccia di sangue. Ha un cuore benevolo ed amorevole, puro ed onesto. E vostra figlia, la zia Kang? E' sangue del nostro sangue. Eppure, pur sapendo che se fosse stata scoperta, mia madre avrebbe ricevuto una punizione estrema, l'ha comunque ingannata per avvelenare la Nobile Matriarca. Una volta scoperta la verità, mia madre sarebbe stata il suo capro espiatorio. Nobile Matriarca Materna, i Cieli esistono. Volete davvero che gli Dei nei Cieli sappiano tutti quanto siano ingrati gli abitanti di questo mondo?!” N.M.WANG: “ Tu.....stai distruggendo la tua famiglia in nome della rettitudine.” Per Chang Bai, un parente e quindi la famiglia è colei che ti fa del bene, che ti ama, che ti protegge e ti fa sentire al sicuro, che ti mette al primo posto sacrificandosi. Non centra nulla la parentela o l'affinità di sangue, è una questione di atteggiamento o meglio, di sentimenti. Il parente è colui che ti vuole bene punto. Questa è, per lui, la corretta definizione. Se poi sia un parente di sangue o, dal punto di vista genealogico, un completo estraneo, non fa alcuna differenza. E comunque, in ogni caso, sia estraneo, parente o quant'altro, se la persona in questione è colpevole davanti alla legge, davanti ai Cieli (come dice alla fine), non c'è nulla da fare se non punirla secondo la legge stessa. Non a caso la prima cosa che questo personaggio fa appena entrato in scena è recitare la legge che concerne il caso, come a dire che le opinioni soggettive e personali sono inutili, ed è inutile chiederle, c'è già la legge che decide sul da farsi in casi come questi e quindi ogni nostro tentativo di resisterle, non solo è vano ma anche eticamente sbagliato. La Matriarca, si vede bene dal dialogo, la pensa in modo totalmente opposto, tanto da non capire affatto il punto di vista del nipote; per lei, condannare un parente è sbagliato per principio, è questo il vero male, tant'è vero che, furiosa, taccerà Chang Bai di “voler distruggere la famiglia” solo perché un solo membro della casata deve essere punito per i crimini commessi; ed inoltre dirà: “ in nome della rettitudine”. Per lei, giustizia, legge, verità ed ora rettitudine sono valori che non contano niente di fronte alla famiglia, che deve venire prima di tutto il resto.4. Ma il drama fa capire sostanzialmente come quella legge della famiglia e del sangue alla quale la Matriarca Wang tanto crede, sia sostanzialmente un pensiero egoista ed ipocrita, che non si basa su nessun fondamento o principio reale. I componenti della Casata Wang sono tutti ipocriti, a cominciare dalla nuora della Matriarca Wang che vuole subito liberarsi della Kang considerandola tale appunto, e non più una Wang, così da lasciare pulita la casata. Oppure suo marito (il figlio maggiore Wang) che, senza ritegno alcuno, quando Ming Lan propone sul da farsi dicendo: “chi ruba denaro deve restituirlo. Chi uccide deve morire. (Lei che segue la legge del taglione)”, gli risponde: “ [….] Anche se mia sorella morisse centinaia di volte, temo che tua nonna non si riprenderà tanto facilmente!” Certo, se tutti i crimini fossero visti così....'siccome ormai lui è morto, a che serve punire il colpevole? Tanto vale lasciarlo andare'....... Ma, ipocriti ed egoisti, lo sono anche Sheng Hong, che più di una volta sarà ad un passo dal passare dalla parte opposta per convenienza; e la stessa Wang Ruo Fu, alla quale non interessa ottenere giustizia per la Nobile Matriarca Sheng, lei vuole solo scampare alla punizione, e se l'unico modo per farlo è salvare anche sua sorella, ben venga, visto che il marito non sembra poi molto contrariato e la madre ne sarà pure sollevata; quindi, in poche parole, tutti felici e contenti (ed ingiusti). Se non ci fosse stata Ming Lan che, tignosa, ogni volta faceva rinsavire Sheng Hong, senza alcun dubbio sarebbe andata così. E quindi che dire della scena in cui tutti accorrono dalla Matriarca che è sopravvissuta e si è appena svegliata, tutti lì in piedi davanti al letto sorridenti, con la Nobile Matriarca Wang che gli stringe le mani mentre, in lacrime, le dice di esser contenta del suo risveglio........una scena, felice perché comunque l'anziana è viva, ma allo stesso tempo triste e che fa riflettere molto sulla natura delle persone......l a fiera dell'egoismo e dell'ipocrisia dove tutti sorridono contenti, senza poter distinguere chi sta facendo finta o chi ne è felice per davvero, il vero dal falso.....ma gli ipocriti sono proprio come mostra questa scena, difficili da distinguere (se non dopo che si è provata sulla propria pelle la loro cattiveria), sono come lupi travestiti da agnelli, si mescolano tra la folla pronti a trarne vantaggio. Ed è perciò alla fine di tutto questo polverone, nel piagnisteo finale, che si rivela tutta la fallacia del loro credo: tutti piangono o si disperano; Wang Ruo Fu piange tra le braccia del figlio perché con la sua stupidità ha creato seri danni al futuro del figlio, Sheng Hong che si dispera in disparte perché il figlio si vuole ritirare dalla politica e perché non sa cosa accadrà alla sua casata, la Matriarca Wang perché le sue figlie verranno punite e quindi decide di voler morire (pure lei), il figlio che piange perché la madre vuol morire, la nuora prega in lacrime la suocera di “zavorrare” la Kang per non farci rimettere l'intera famiglia, il nipote (il cugino Jin) prega, anche lui in lacrime, di salvargli la madre; insomma, in tutto questo gran caos, ecco che Ming Lan commenta al marito (gli unici a rimaner seduti composti): “ Lo vedete....fin quando non si provano le bastonate sulla propria pelle, non si capisce quanto facciano male. Finché a rischiare di morire non è un membro della propria famiglia, il dolore altrui sembra esagerato. Ma se ad essere coinvolto è un proprio caro, spariscono leggerezza e superficialità. Non è divertente?” Che credo, che principio, che legge è, se vale solo finché non mi riguarda? Ogni legge, ogni principio è e deve essere OBBIETTIVO per natura. Altrimenti non è una legge, è soltanto ipocrisia. Edited by moon-eo - 5/4/2020, 07:07
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