| Da quanto tempo non guardavo un lakorn? Evidentemente moltissimo perché mi ero quasi dimenticata del tasso di cose strane che si possono trovare in quindici puntate da un’ora e mezza. Questo è il terzo slap/kiss della mia carriera doramica e se la prima volta è una novità e la seconda volta è una riscoperta la terza è un domandarsi: “Ma se trasmettono un prodotto simile in prima serata, le donne tailandesi considerano uomini del genere dotati di un qualche fascino? Per loro deve essere la normalità…”
Ecco quindi che la visione del drama si è lasciata influenzare da questo pensiero. “Quindi per loro il problema dello spaccio di droga nelle piantagioni di tè è un problema serio, non lo inventano ai telegiornali. Buono a sapersi. La morale vuole che non si spacci anche lì, ed io che credevo fosse normale per loro”. Pensiero numero 1. Quindi in un certo senso questo lakorn mi ha dato uno spunto di riflessione niente male, volendo.
“Ma che vuol dire che quello in galera deve dimostrare la sua innocenza? Ma quindi in thailandia non esiste l’idea di «innocente fino a prova contraria»? è l’opposto? Ti credo colpevole quindi lo sei finché non dimostri il contrario. Ma hai solo quarantotto ore per riuscirci.” Pensiero numero 2. Ovviamente questo è un lakorn, quindi non credo sia effettivamente così, sono io a prendere troppo sul serio quello che vedo.
"Ma questi nelle piantagioni lavorano sempre?" Pensiero numero 3. Solitamente nei drama non lavora mai nessuno, manco i medici lavorano se non quelle due/tre orette al giorno. Qui lavorano tutti, sempre, continuamente. Sì, lo so che è un lakorn, quindi tutto quello che vedo potrebbe non essere reale, però il prodotto è destinato ad un pubblico thai che conosce quella realtà. Se da noi facessero un telefilm nei frutteti lavorerebbero comunque a stagioni, o no? quindi nulla, mi è molto piaciuta l'ambientazione non urbana inserita nella piantagione, l'attenzione al lavoro e l'importanza del sistema.
Non so perché ma il contorno di questo drama mi ha presa più della romance. Il che è incredibile perché fondamentalmente è una pezzenteria assurda, però per qualche strana ragione l’ho trovato avvincente.
Restano tutti gli elementi base di un lakorn classico: protagonista santa, buona fino a far schifo, madre Teresa di Calcutta levate che le fai ombra; protagonista maschile pazzo, uomo delle caverne, si salva solo perché almeno non le mette mai le mani addosso; second lead odiosa sul fronte femminile e second lead maschile carinissimo fino a che non impazzisce anche lui (ma resta molto carino ugualmente); madre di lei pazza e madre di lui stranamente carina; padre di lei persona stranamente normale per essere un uomo.
Comunque c’è una costante dei lakorn che ho visto: lui DEVE essere ricco e lei DEVE essere povera (e se non è povera nei primi trenta secondi di certo lo diventerà per una crisi economica o per qualche altro motivo). lui DEVE avere brutte esperienze passate con donne e lei DEVE avere solo idee positive sull’ammmore. pian piano arricchirò il mio corollario, stay turned.
Altra cosa che ho apprezzato di questo lakorn: lui non è del tutto pazzo, lei è effettivamente facilmente fraintendibili, fa cose che farebbero dubitare a chiunque della sincerità dei suoi intenti, e lui non ha nemmeno reazioni così esagerate, in fin dei conti (oppure sono io che sto impazzendo).
Altra cosa bella: Ken. Quando è carismatico? Lo adoro. È il mio attore thai preferito ed è l’unico che quando parla mi dà idea che la lingua thai non faccia poi così tanto schifo.
Preferisco le prime dieci puntate, quando lui è ancora un pazzo ossessionato piuttosto che le ultime 5 quando tutti e due diventano melensi da far vomitare.
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