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Bridal Mask

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view post Posted on 20/10/2016, 15:42     +1   -1
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My dear, leggere il tuo commento è pura gioia per me! :sbrill:

Gaksital è un capolavoro, come se ne fanno davvero pochi (magari uno l'anno, meno...) in cui ogni elememnto è al posto giusto, perfettamente calibrato, senza sbavature.
C'è tutto quello che ci deve essere nel modo migliore, non è un drama che si dimentica.

Per me sarà sempre uno dei migliori in assoluto, poi Joo Won è il mio TeSSSoro (come direbbe Gollum ^^) attore bravissimo, versatile, perbene e umile, non fa la primadonna, lui.
Ma quì ho enormemente apprezzato anche Park Ki Woong (Shunji), sono stati un duo spettacolare!

Sulla bellezza di trama e personaggi abbiamo scritto fiumi di parole, quindi non mi ripeterò, ma vogliamo dire QUANTO JW stesse bene con quella divisa bianca da poliziotto? :shifty:
No, perchè non so se l'hai notato, è tutto figo, ma il suo Lato B è davvero perfetto! *censura* :ghgh:

@Flower, se non li hai visti ti consiglio Chuno e The Devil! :cuore:

*felice* :wub:
 
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view post Posted on 20/10/2016, 17:11     +4   +1   -1
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Fantasma dei kdrama passati

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CITAZIONE (valinor @ 16/8/2014, 21:16) 
E se pensate che magari i coreani abbiano "esagerato" la crudeltà nipponica di quei terribili decenni, leggetevi il libro STORIA DELLA COREA (Bompiani tascabili) di uno dei maggiori esperti mondiali, Maurizio Riotto, l'unico non coreano, e italiano per giunta, e mi direte se era TROPPO. Dopo averlo letto, ho capito che quello che hanno fatto vedere nel drama è addirittura POCO al confronto della realtà.

A rischio di riaprire la nostra lunghiiiissima diatriba svoltasi durante la visione del drama, ma a beneficio delle giovani doramiste, non posso esimermi dal far sentire un'altra campana. :smoke:
Personalmente ho variamente apprezzato Gaksit'al come drama (a parte il personaggio di Mokdan la cui presenza, imho, sarebbe stata più pregnante se l'avessero fatta secca entro il quinto-sesto episodio :gnegne:), ma sotto il profilo storico è una baggianata.

Gaksit'al non è affatto una rappresentazione accurata o realistica del periodo coloniale giapponese.
Questo non perché i giapponesi abbiano fatto di peggio, ma perché il drama prende dei fatti e li distorce fino a stravolgerne la portata, quando non mette in scena situazioni completamente falsate, inoltre ignora accuratamente tutti i fatti che smentiscono una versione bianco/nero della storia coloniale.

Mi secca un po' fare quella che sale in cattedra, ma siccome sono a Seoul a specializzarmi in storia del periodo coloniale, devo togliermi qualche sasso dalle scarpe!

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¡ Avvertenza papiro !


Quando si studia il periodo coloniale, va tenuta presente una serie di cose:
Il cosidetto "periodo coloniale" va dal 1910 al 1945; si tratta quindi di 35 anni in cui il mondo è cambiato completamente, ed anche le politiche giapponesi in Asia sono state in costante trasformazione. Generalmente la storia coloniale viene divisa in tre periodi molto diversi fra loro:
Periodo del governo militare (1910-1919) > fu in sostanza una dittatura militare il cui governo semplicemente imponeva le proprie politiche con l'uso della forza; finì con l'insurrezione del 1 marzo 1919.
Periodo del governo culturale (1919-1937) > si tratta di un periodo molto complesso nel quale il governo coloniale, che aveva comunque come priorità lo sviluppo e lo sfruttamento della penisola all'interno del blocco economico dell'impero giapponese, era consapevole di non poter fare a meno di un certo consenso da parte coreana. Quindi furono istituiti consigli consultivi locali composti da residenti giapponesi e coreani, e fu dato impulso alla costruzione di infrastrutture (strade, ferrovie, scuole, ospedali), anche se non riuscivano a soddisfare la domanda, soprattutto lontano dalle città. La cultura coreana fu lungi dall'essere repressa: in questo periodo si stabilizzò l'hangul grazie alla cooperazione di glottologi giapponesi e coreani, fiorì il cinema (bilingue) e si diffuse la radio (due canali ufficiali, uno in giapponese ed uno in coreano). Non era un sistema democratico, naturalmente, e i coreani erano cittadini di serie b rispetto ai residenti giapponesi, ma non era neanche un regime poi così repressivo.
Periodo della mobilitazione bellica (1937-1945) > in questo periodo i giapponesi, che erano in guerra con la Cina, avevano bisogno di estrarre maggiori risorse dalla Corea, che fino a questo momento era stato un paese principalmente agricolo. Per risorse bisogna intendere per prima cosa prodotti industriali, e poi uomini da mandare a lavorare nelle industrie e, solo verso la fine della guerra, da arruolare nell'esercito. Risale a quest'ultimo periodo anche la questione delle donne di conforto, che è molto complicata e sulla quale non mi addentro qui. È in questo periodo che il governo coloniale assume contorni più simili ad un regime di stampo para-fascista, come era già accaduto in Giappone.

Non è vero che il governo coloniale giapponese cercò di cancellare la cultura coreana e di imporre la sola lingua giapponese. È vero che negli anni '40 il coreano fu eliminato dai programmi scolastici, ma la gente continuava a parlarlo; continuava la programazione di film e programmi radio in coreano; continuava la pubblicazione di opere in coreano - anche se non su riviste prestigiose. La corea continuò a parlare coreano, e non poteva essere diversamente visto che i 4/5 dei coreani non imparò mai più giapponese di un arigato.
Anche la questione dei nomi giapponesi è molto controversa, perché solo nell'ultimo periodo fu fatta pressione sui coreani affinché si registrassero all'anagrafe anche con un cognome giapponese. Però i giapponesi non volevano che i coreani scegliessero nomi che suonassero veramente giapponesi (tipo Tanaka o Suzuki), perché a quel punto i coreani sarebbero stati indistinguibili dai giapponesi ed avrebbero potuto esigere gli stessi diritti (tipo il voto ed il welfare). Perciò ci fu un fiorire di nomi scrausissimi che si pronunciavano "alla giapponese" ma erano ricalcati dal coreano. :mhuaua:

Non è vero che la maggior parte dei coreani partecipò a movimenti di liberazione. La maggior parte dei coreani fece di necessità virtù, ovvero si adeguò alle richieste del governo coloniale quel tanto che bastava per non avere guai, e continuò a farsi gli affari propri, soprattutto dopo il 1919, quando l'indipendenza non sembrava più una prospettiva realistica. Gli stessi nazionalisti coreani, che pure erano attivi sia sui giornali che nelle sedi istituzionali, premevano piuttosto per la parificazione dei diritti politici e civili coi giapponesi.

Quello che hanno fatto gli autori di Gaksit'al è stato un cherrypicking di singole politiche (generalmente le più oppressive) di periodi diversi e spalmandole sull'intero drama (la cui scansione temporale è indefinita) creando una falsa impressione che la politica giapponese fosse perlopiù repressiva uniformemente durante tutto il periodo coloniale.
Inoltre nel drama (essendo una storia di azione e suspense non poteva essere diversamente) la polizia non fa altro che inseguire criminali politici. In realtà la polizia coloniale aveva per almeno metà personale coreano con nomi coreani e la sua attività principale era fare multe e censimenti (gli amministratori giapponesi erano ossessionati dalle statistiche :nfg: ).

Consigli di lettura
Mi permetto inoltre di sconsigliare la lettura di Storia della Corea di Maurizio Riotto per quanto riguarda il periodo da metà '800 in poi.
Maurizio Riotto è un generalista, non uno specialista di storia coreana moderna, e trae le sue informazioni sul periodo coloniale e postbellico dagli studi di storici coreani ultranazionalisti ormai screditati nella stessa Corea del Sud.

Purtroppo in italiano non c'è niente di valido, ma se ve la sentite di cimentarvi con l'inglese, consiglierei:
⇒ Carter J. Eckert, Korea Old and New. A History [amazon] [bookdepository] >> introduzione complessiva alla storia della Corea.
⇒ Mark Caprio, Japanese Assimilation Policies in Colonial Korea, 1910-1945 [amazon] [bookdepository] >> studio sulle diverse politiche di integrazione dei coreani nell'impero giapponese nei diversi periodi, comparandole con la situazione di altre colonie europee e sui territori perifierici dello stesso Giappone (es. Okinawa, Hokkaido).
⇒ Gi-wook Shin e Michael Robinson, Colonial Modernity in Korea [amazon] [bookdepository] >> raccolta di saggi sul periodo coloniale come occasione di accesso al mondo moderno sotto il profilo economico, legale, culturale, sociale - con tutte le contraddizioni del caso.
⇒ Jun Uchida, Brokers of Empire: Japanese Settler Colonialism in Korea, 1876-1945 [amazon] [bookdepository] >> studio sulle dinamiche fra autorità coloniali, residenti giapponesi in Corea e coreani, e sulle politiche di inclusione tentate dalle prime e osteggiate dai secondi.

Nessuno di questi saggi celebra il periodo coloniale o ne nega gli aspetti repressivi, ma non si fermano ad una visione bianco/nero mostrando invece come si sia trattato di un periodo molto complesso, con elementi di continuità sia con il regno coreano indipendente che c'era prima, sia con i regimi instauratisi a Nord e a Sud dopo la guerra.

In sintesi
La ricostruzione storica in Gaksit'al fa schifo.
 
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flower girl
view post Posted on 20/10/2016, 20:11     +1   -1




@Valinor voglio solo dirti che da quando ho visto questo drama adoro il bianco :cuute: :huhuhu: :huhuhu: saprai ovviamente il motivo xd!
@Yeon Suk è stato molto interessante leggerti, è sempre un piacere conoscere più cose! kiss2
Non ero a conoscenza che la storia fosse stata stravolta dagli autori in questo modo :nfg: :nfg: però il drama merita sempre per come è stato fatto nel complesso...giustamente bisogna sapere che i fatti non sono avvenuti esattamente così :smoke: :smoke:
Per Mok dan volevo dirlo pure io...come darti torto :ehm: :ehm:
io avrei preferito di gran lunga che Kang To si frequentasse con la giapponese :cuore: :cuore:
 
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view post Posted on 21/10/2016, 12:40     +1   -1
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Fantasma dei kdrama passati

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CITAZIONE (flower girl @ 20/10/2016, 21:11) 
Non ero a conoscenza che la storia fosse stata stravolta dagli autori in questo modo :nfg: :nfg: però il drama merita sempre per come è stato fatto nel complesso...giustamente bisogna sapere che i fatti non sono avvenuti esattamente così :smoke: :smoke:

Massì, in parte si sono presi libertà per esigenze di copione: se si vuole creare un thriller con un supereroe, ci vuole un antagonista all'altezza; e cosa di meglio se non un'organizzazione criminale o un oscuro regime? Non so se qualcuno l'ha già sottolineato ma, sotto questo profilo, Gaksit'al assomiglia molto a V per Vendetta.
In parte invece gli autori vellicano sciovinismo antigiapponese, che è sempre un modo per spostare l'attenzione quando si parla di periodo coloniale e di responsabilità condivise. In altre parole, è più comoda un'autoassoluzione generale (giapponesi tutti oppressori, coreani tutti vittime) piuttosto che aprire un discorso oggettivamente difficile e spinoso come quello sulla collaborazione.

Quindi da un lato è inevitabile semplificare - anche perché giustamente si sta facendo un prodotto di intrattenimento, mica un trattato di storia - dall'altro gli autori hanno cercato la via più breve alla poplarità, perché sulla questione coloniale i coreani reagiscono molto di pancia, e per dei produttori televisivi cinque o sei punti di rating valgono bene un po' di panzane.

CITAZIONE
Per Mok dan volevo dirlo pure io...come darti torto :ehm: :ehm:
io avrei preferito di gran lunga che Kang To si frequentasse con la giapponese :cuore: :cuore:

Anch'io anch'io :ioio: come ripiego a Kangto x Shunji. :shifty: :gnegne:
 
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