Bene. Ho visto la prima puntata hardsub del "The quiz show" 2 (va bene, lo sapevo di dover aspettare lo Stormy ma alla fine non ho resistito e la prima versione che mi è arrivata papabile l'ho presa).
E la cosa che mi ha presa subito è lo spaesamento. All'inizio non si capisce nulla.
E questo mi era stato detto, arcidetto, ma presumo che la tendenza andrà aumentando (ed è più che un'impressione)...
Va bene, me l'hanno voluto far capire subito. Kamiyama e Honma hanno un qualcosa che li lega. E Kamiyama e le sue caratteristiche da marionetta in mano alla persona da cui ha dipendenza sono palesi fin dall'inizio.
Quando il gioco sta scappando dalle redini e Andou decide di andarsene, Honma dice: "Fidati". E Kamiyama annuisce.
E quando sono in quella stanza alla fine dell' episodio (che cos'è? Un ospedale? Un manicomio? Una prigione?
) lo incita ancora dicendo: "Devi avere fiducia in me", con una risposta netta: "Ci credo".
Poche parole ma significative. E che creano le solite domande di rito:
chi è questo Kamiyama?Da dove l'hanno preso?
Cos' ha il suo passato di così utile per Honma?
Perchè ci mostrano un Kamiyama sorridente -con alle spalle una ragazza non ben precisata- così diverso da quello di oggi?
Perchè non fa mezza piega quando sta' lì a chiamare "Andou" sul palco, pur non sapendo cosa sarebbe successo dopo?
Senza contare che anche per me è verissimo quello che dice Agemaki:
CITAZIONE (Agemaki @ 21/4/2009, 11:16)
Kamiyama è inquietante perchè ha la bellezza angelica dell'idol e intanto con questa calma divina da Arasho ti muove delle accuse allucinanti.
E non è poco.
All'inizio, le espressioni accigliate, volutamente accentuate, furbe di Kamiyama paiono decisamente teatrali ma, quando la situazione diventa più contingente... sembra che anche lo stesso conduttore abbia le redini del gioco.
Quell' "io so tutto di te" non è solo una frase catchy: è la verità.
E il bello è che in tutto questo, non una piega, non un briciolo di umana compassione, nulla traspare durante il gioco.
In quello studio l'umanità straripante è quella di Andou-kun e poi del suo assistente.
Se non fosse per quei flashback, Kamiyama sarebbe un conduttore senz'anima. Un vaso svuotato.
E la cosa, pensandoci bene, è agghiacciante.
Mentre fuori si scatena l'inferno: la producer che si mette in moto, che corre disperata, lo staff che supplica, suda, impreca.
Mi è venuto da pensare: "Ma perchè si agitano tanto?"...
In fondo ruoli come i loro sono proprio quelli corali che servono per accentuare le personalità spiccate dei protagonisti (vedi la produttrice o la stessa assistente alla regia che va a chiedere spiegazioni a Ohnma a fine episodio).
Ragionando invece sullo schema appena abbozzato del gioco: beh, quello che è stato già detto è verissimo. Sembra davvero che la partita si giochi con se stessi e non con un gioco.
Quale gioco mai, quale varietà, ti mette così spudoratamente davanti al tuo passato, presente e anche futuro, con lo stratagemma della "Dream chance"?
Ed è interessante vedere quanto Andou-kun parta così sicuro di sè e come arrivi al totale spaesamento. Tanto da non riconoscere più di essere in uno studio (e anche a me è capitato di dimenticarlo per un attimo), ma di essere faccia a faccia con quello che è. E non tanto il fatto di aver ucciso il compagno di unit. Ma il riviverlo lentamente e dare un nome preciso a quello che ha vissuto.
Il ripercorrere quei momenti. La menzogna richiama menzogna ma non fa altro che dare ancora più luce e vigore alla verità che bussa alla porta.
Premesse ottime. Davvero. La curiosità ora è sinceramente a mille.
E per allentare, giusto un attimo, la tensione emotiva che ha questa narrazione così serrata, giusto tre momenti da fangirl: