Un
bellissimo articolo (in inglese) ci spiega perché i film di Bollywood sono così affascinanti. E' davvero un articolo così bello e esplicativo che penso lo tradurrò.
CINEMA MASALAdi Robyn Anderson
Mentre Wellington e Auckland si preparano a celebrare il Nuovo Anno indiano con il Festival Diwali delle Luci, un' appassionata di Bollywood racconta il fascino e il genio del cinema indiano, con le sue buffonerie, i suoi sari bagnati, i suoi cavalli coraggiosi e la sua "canzone per ogni evenienza".
Camminare 800 miglia all'indietro? Costruire un santuario? Gli indiani adorano le loro star di casa e fanno le cose più assurde per dimostrare la loro devozione. Pazzi? Anche io lo pensavo - o almeno, fino a quando non ho visto il mio primo film di Bollywood. Un centinaio di ballerini, vestiti di una seta color arcobaleno, celebrano diwali in un palazzo (Blenheim palace, infatti). E' una cosa a metà fra una corte principesca ed una festa danzante. La superstar di Bollywood Shahrukh Khan salta giù da un elicottero e, con tutta la grazia e la concentrazione di un Kapil Dev
[ndkalla: famoso giocatore di cricket indiano], corre non verso un battitore avversario, non verso un amore a lungo sognato - ma verso sua madre. E lì fui colpita e affondata, prostrata al cospetto di un semidio bollywoodiano.
Quindi, chi è Shahrukh Khan e perché mezzo bilione di donne di tutto il mondo svengono al sol vederlo? E poi, cosa sarebbe esattamente "Bollywood"? Baz Luhrmann ha reso noto che Bollywood è stato un'ispirazione per Moulin Rouge, Andrew Lloyd Webber ha inscenato "Bollywood Dreams", Monsoon Wedding è stato un film di successo, e alcuni di noi hanno visto Lagaan, una storia sul cricket con mix di attori inglesi e indiani. Ci sono state troupes bollywoodiane che hanno usato locations in Nuova Zelanda. Ma se vai nel tuo negozio di dvd preferito sarai fortunato a trovare un singolo e vero film bollywoodiano.
C'è sempre stata una certa accondiscendenza per il termine "Bollywood", che è uno slang per definire l'industria cinematografica indiana costituita da film commerciali, la quale ha prettamente Mumbai (una volta Bombay) come base principale. L'implicazione che si desume dal nome
[ndkalla: Hollywood + Bombay] è che il prodotto indiano è una imitazione inferiore di quello vero, che le sue star sono di minor qualità di quelle di Hollywood. Non fa stupire, quindi, che molti dei leader dell'industria cinematografica indiana rifiutino il termine "Bollywood". Provano risentimento per l'implicito disprezzo altrui di un prodotto che impiega migliaia di persone, fuoriesce in più di una dozzina di lingue regionali e ha incantato più di un bilione di persone nel corso di 50 anni.
Nonostante ciò il termine continua ad essere usato dappertutto, in India come nell'Occidente, perché serve come utile sigla per il cinema che è popolare in quel Paese, che comprende non solo l'industria di per sé, ma anche il mondo immaginario che crea.
Qui c'è un universo alternativo con le sue tradizioni, i suoi déi e i suoi simboli: non il mondo dell'India, ma un mondo dentro essa - e oltre ad essa. Che si estende sino alla sposa del Rajasthan che copia le cerimonie mehandi di Gujarat che ha visto al cinema, la donna dell' Afghanistan recentemente riammessa nel cinema, e l' ABCD (American-born confused Desi) che cerca la sua affermazone culturale. E con la crescente reperibilità di video sottotitolati e DVD richiesti da questi ABCD e altri N-R-I, anche noi firangis (stranieri) abbiamo i mezzi per viaggiare in quel mondo. Venendo da molto più lontano, possibilmente capiremo meno, ma potremo sempre testare le delizie dei suoi costumi e delle sue personalità.
Il mondo immaginario di Bollywood è più vicino all'
opera che a Hollywood. Saturo di colori e di musica, è popolato da stelle luminose e buffonerie, da cattivi e da vamp, da eroi e incarnazioni di déi. Tutti ballano. Il kitch sta spalla a spalla con forme d'arte classiche, gli Armani con i sari, i sitar coi violini. I dialoghi possono essere sottolineati da un rombo di tuono, i protagonisti improvvisamente trasportati da una strada di Mumbai su una barca alla deriva di un mare violaceo, alle piramidi di Giza o su una gondola di Queenstown.
Il realismo tipico dello stile occidentale non è richiesto, perché i film di Bollywood mirato ad un tipo diverso di verità - ai sentimenti essenzialmente umani dell'amore, dell'eroismo e del pathos.
L'antica teoria indiana (Navrasa - i 9 stati dell'emozione) è che tutti noi condividiamo un profondo e instintivo desiderio di soddisfare questi sentimenti e questo si applica al cinema popolare indiano così come alle arti classiche. Anche se i film di Bollywood sono di un mucchio di fogge diverse, i migliori sono favole morali, dipinte su una enorme tela cinematografica. Il tema essenziale è
la difficoltà dell'uomo nell'andare contro il Destino. Nel loro profondo risiedono degli archetipi indiani (alcuni potrebbero dire, universali): la madre che si sacrifica, l'innamorato ossessionato, l'eroe che cerca vendetta. C'è da aspettarsi stilizzazione più che naturalismo. Le emozioni sono deliberatamente innalzate dall'immaginario, dai poetici testi delle canzoni, dai combattimenti verbali. Qui, l'epica tradizione della saga Mahabharata è sintetizzata con valori di produzione alla MTV - e a volte con genio cinematografico.
Questo è anche un mondo incredibilmente sincretico, com'è la stessa India. Nel film tipicamente Bollywoodiano, romanticismo, azione, commedia, pathos e danze coesistono in una sorta di "anarchia funzionale". Prendiamo ad esempio il famoso "curry western" del 1975
Sholay (Fiamme), che indianizza lo "spaghetti western" di Sergio Leone. In questo film una storia che parla essenzialmente di vendetta acquisisce un sapore occidentale. Gli elementi essenziali del cinema indiano rimangono - i personaggi archetipici, l'importante lezione morale, le canzoni - ma vi sono aggiunti aspetti del genere "American cowboy". Due figure fuorilegge aiutano lo sceriffo locale contro un bandito e, in cambio, sono aiutati da una eroina esuberante. Ma qui "l'uomo senza nome" sta derubando i negozi di alimentari, lo sceriffo è uno thakur e il bandito si chiama Gabbar Singh. Il film inizia con una travolgente sequenza d'azione con tanto di cavalli e treno della quale John Ford sarebbe andato fiero, ma la narrazione è completamente indiana, di Bollywood.
L'azione è seguita dalla commedia, e poi dalla tragedia, in un ritmo costante che si mantiene per tutta la durata del film. Mettici dentro anche una delle prime prove attoriali di Amitabh Bachchan, il più rinomato attore vivente Bollywoodiano, le danze di Hema Malini, un grande cattivo costituito da Gabbar Singh e un cavallo coraggioso - e avrete un classico piatto bollywoodiano.
Questi film sono spesso chiamati "masala" perché, come questa mistura di tipi di curry, combinano in loro molti ingradienti fra loro differenti. E come la mistura di curry, possono essere pepati: i registi indiani tradizionalmente evitano le scene di sesso, anche se questa prescrizione inizia a rompersi, come risultato dell'influenza del cinema occidentale.
Ma senza nudità, senza neanche scene di bacio, i film di Bollywood possono essere intensamente
erotici. Una caviglia strofinata, un velo, delle danze sensuali e un acquazzone infradiciante possono far venire le palpitazioni. In
Kabhi Kushi Kabhie Gham, lo stesso film dove atterra in elicottero, Shahrukh si scontra con Kajol, la di lei collana si impiglia nella di lui manica... e io stavo andando in brodo di giuggiole.
Non fa male che gli attori siano spesso stupendi - e stupendamente vestiti, le donne in adorabili sari o abiti di moda scandalosamente accorciati, mentre gli uomini appaiono in certe camicie di organza
[ndkalla: trasparenti] e certi vestiti ricoperti d'oro che nessun attore di Hollywood avrebbe l'audacia di indossare.
Ma l'erotismo è più fortemente radicato che nei vestiti sexy, in sguardi infuocati o nelle tipiche scene da "sari bagnato". I film di Bollywod trasudano
romanticismo. Le storie abbondano di innamorati, innamorati ossessivi, innamorati che muoiono per amore, innamorati che amano dopo la morte.
Il sapore che il visitatore di Bollywood è garantito che troverà fra le varie spezie è il
"canzoni e balli". Non importa che il resto del film sia una storia cruda sulla malavita di Mumbai. In
Satya, lo spietato membro di una gang rivela la basilare dolcezza che lo contraddistingue quando danza con la ragazza che ama sulle spiagge dell'Oceano indiano. L'intera filosofia del film bollywoodiano è fondata da un'eredità musicale in cui esiste una canzone per ogni stagione, per ogni momento della giornata, per ogni occazione. E' nella "picturisation"
[ndkalla: resa visiva - sia di colori che di danze] dei testi delle canzoni che lui è capace di esprimere i suoi veri sentimenti, che siano di lealtà e cameratismo con i suoi compagni, o che sia l'amore per la ragazza della porta accanto.
Gli attori mimano il "playback", ma la capacità di dare espressività fisica ai sentimenti della canzone è considerata un importante elemento per il mestiere dell'attore o dell'attrice. Shahrukh è una superstar di Bollywood in parte perché riesce a danzare su di una montagna vestito di un abito di seta come la cosa più naturale del mondo, ed anche conferire emozioni alla situazione.
Gli increduli dovrebbero dare un'occhiata al magnifico
Dil Se. Questo è l'ultimo della "trilogia del terrore" del regista Tamil Mani Ratnam, ed è stranamente avvincente. Il racconto della fatale ossessione di un giornalista nei confronti di un'adorabile suicida bombarola serve come parabola per il conflitto indo-musulmano. Una colonna sonora ipnotica (A.R.Rahman) mescolante ritmi folk, poesia Urdu e declamazioni in stile rap innalza l'emozione, e sottolinea una sottotrama onirica creata dalle sequenze di danza. Queste rivelano il subconscio dell'eroe nel suo muoversi dalla speranza, al salvataggio, al potere, alla sottomissione, alla disperazione. Il gioioso numero d'apertura, "Chaiyya Chaiyya" in cui gli attori ballano in cima ad un treno serpeggiando per le campagne indiane, è Bollywood al suo meglio. La recitazione è davvero raffinata e la fine è esplosiva. Questa volta sono scoppiata in lacrime.
Perciò lasciate i vostri condizionamenti culturali a casa. Se volete soltato ridere delle tradizioni pittoresche, rimaneteci. Altrimeni, venite ad assaporare un po' di Bollywood. Siatene colpiti. Ballate con Shahrukh in cima ad un treno. Rifocillatevi con questi forti desideri umani. Camminare com me per 800 miglia all'indietro, verso il santuario di Bollywood.
ASIA 2000 DIWALI FESTIVAL OF THE LIGHTS, Mahatma Gandhi Centre, Auckland, October 12; Civic Square, Wellington, October 18.
Edited by KallistA - 29/3/2009, 15:35